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La disuguaglianza digitale è una questione da risolvere al più presto, dato che tre miliardi di persone nel mondo rimangono offline. Nel 2021 l’Italia aumenta la copertura della rete Gigabit alle famiglie, posizionandosi in linea con l'obiettivo prefissato, mentre nel 2020 ha fatto progressi insufficienti per quanto riguarda la spesa in ricerca e sviluppo.

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Ocse: l’economia globale rimane resiliente e l’inflazione diminuisce

Secondo le proiezioni, nel 2024 e nel 2025 il Pil salirà al 3,2%. L’Europa avanza ma lentamente, mentre Stati Uniti, Brasile, India e Uk si confermano solide. Attenzione all’impatto delle tensioni geopolitiche sui prezzi.  2/10/24

mercoledì 2 ottobre 2024
Tempo di lettura: 4 min

Nel primo semestre del 2024 l'economia mondiale ha continuato a crescere e contemporaneamente l’inflazione è diminuita. È quanto rileva l’Ocse nel suo Rapporto intermedio di settembre, dal titolo “L’economia mondiale è a un punto di svolta”. Segnali positivi di ripresa, dunque: il calo dell'inflazione dei prezzi al consumo ha sostenuto la spesa delle famiglie, bilanciando gli effetti negativi delle condizioni finanziarie restrittive e le incertezze derivanti dalla guerra in Ucraina e dai conflitti in Medio Oriente. Un trend, evidenzia l’analisi, che dovrebbe essere confermato anche per il 2025. Secondo le proiezioni, nel 2024 e nel 2025 si osserverà una stabilizzazione della crescita del Pil globale al 3,2%, accompagnata da un'ulteriore disinflazione, che dovrebbe passare dal 5,4% del 2024 al 3,3% nel 2025, mentre l'inflazione di fondo diminuirà dal 2,7% del 2024 al 2,1% nel 2025.

Le principali economie a confronto

La crescita è stata salda in molti Paesi del G20, tra cui Stati Uniti, Brasile, India, Indonesia e Regno Unito. Secondo le proiezioni, la crescita annua del Pil negli Usa subirà un calo, che sarà attenuato dall'allentamento della politica monetaria, con una crescita prevista del 2,6% nel 2024 e dell'1,6% nel 2025. Anche le previsioni per la Cina indicano un rallentamento della crescita, che scenderà al 4,9% nel 2024 e al 4,5 % nel 2025. Nella zona euro, la crescita del Pil dovrebbe attestarsi allo 0,7 % nel 2024 e all'1,3 % nel 2025, condizione sostenuta dalla ripresa dei redditi reali e dal miglioramento della disponibilità di credito. La Germania è l’unico Paese della zona euro che registra risultati meno favorevoli, con il Pil che passa dallo 0,1% del 2024 all’1% del 2025. In miglioramento la Francia, che passa dall’1,1% del 2024 all’1,2% del 2025 e l’Italia, che passa dallo 0,8% del 2024 all’1,1% del 2025. “L’Italia, sta facendo relativamente bene in questo momento, con una crescita molto vicina al suo potenziale”, ha detto il capo-economista dell’Ocse, Alvaro Pereira.

Il mercato del lavoro

Si allentano le tensioni nel mercato del lavoro. Il Rapporto evidenzia che il numero di posti di lavoro vacanti per lavoratore disoccupato è diminuito costantemente ed è attualmente tornato ai livelli pre-pandemia. Le indagini continuano ad evidenziare che le carenze di manodopera sono più contenute in molte delle principali economie avanzate. La disoccupazione è aumentata dello 0,5% o più anche in Argentina, Canada, Sudafrica, Turchia e Stati Uniti. Una situazione in parte dovuta al rallentamento della domanda che, a sua volta, frena la crescita dell'occupazione.

I rischi per il futuro

Le prospettive sono relativamente favorevoli ma occorre cautela, avverte il Rapporto. Le tensioni geopolitiche e commerciali potrebbero compromettere gli investimenti e generare un incremento dei prezzi delle importazioni. La crescita potrebbe subire un rallentamento più brusco del previsto a fronte del raffreddamento dei mercati del lavoro e gli scostamenti dall'atteso andamento regolare della disinflazione potrebbero provocare perturbazioni nei mercati finanziari. Tra gli aspetti positivi, la ripresa dei salari reali potrebbe imprimere uno slancio alla fiducia dei consumatori e ai consumi, mentre un ulteriore calo dei prezzi del petrolio a livello mondiale accelererebbe la disinflazione. Man mano che l'inflazione continua a scendere e le pressioni sul mercato del lavoro si allentano, dovrebbero proseguire i tagli ai tassi di riferimento, anche se la tempistica e l'entità delle riduzioni dovranno essere stabilite in funzione dei dati e valutate con attenzione.

Occorrono azioni fiscali incisive per garantire la sostenibilità del debito, lasciare ai governi un margine di manovra per reagire agli shock futuri e generare risorse per contribuire a far fronte alle future pressioni sulla spesa. Al fine di garantire la stabilizzazione dell'onere del debito, è fondamentale compiere maggiori sforzi per contenere la spesa e migliorare le entrate. È necessario, conclude il Rapporto, il rilancio di riforme del mercato dei prodotti che promuovano l'apertura dei mercati con dinamiche competitive sane. Un passo essenziale per incentivare una crescita economica più forte e sostenuta e attenuare le pressioni di bilancio sul lungo periodo.

Scarica il Rapporto

 

di Tommaso Tautonico

 

Fonte copertina: bohemama, da 123rf.com

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