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La disuguaglianza digitale è una questione da risolvere al più presto, dato che tre miliardi di persone nel mondo rimangono offline. Nel 2021 l’Italia aumenta la copertura della rete Gigabit alle famiglie, posizionandosi in linea con l'obiettivo prefissato, mentre nel 2020 ha fatto progressi insufficienti per quanto riguarda la spesa in ricerca e sviluppo.

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La possibile brusca frenata dei veicoli elettrici dopo la corsa del 2019

La flessione stimata da Wood Mackenzie per il post pandemia è di quelle importanti. Ma il mercato della mobilità sostenibile è in grado di reagire anche di fronte allo shock del petrolio e all’incertezza dei consumatori. 12/5/20


“Il pieno impatto della Pandemia sul mercato dei veicoli elettrici resta da vedere. Quando tutte le misure di blocco verranno rimosse, vedremo probabilmente un rimbalzo della domanda, ma i tempi e la scala non sono chiari”. Ram Chandrasekaran e Gavin Montgomery sono analisti nel settore dei trasporti e della mobilità della società Wood Mackenzie. In questa analisi diffusa ad aprile, hanno cercato di fare il punto sugli scenari futuri della mobilità sostenibile nel mondo in questo 2020 segnato dal virus.

L’analisi parte dall’evidenza che l’epidemia ha cambiato radicalmente il quadro attuale. Il calo del prezzo del petrolio che si riflette sul costo dei carburanti potrebbe rendere meno appetibile il passaggio all’elettrico. L’incertezza economica generalizzata è l’altro fattore dirimente. Con una recessione globale alle porte, i consumatori potrebbero essere più avversi al rischio di adottare nuove tecnologie. Molti rimanderanno del tutto gli acquisti di auto. Tutti questi elementi spingono Wood Mackenzie a prevedere un calo vertiginoso per il settore nel 2020: secondo questa previsione le vendite di veicoli elettrici fletteranno del 43%, scendendo da 2,2 milioni nel 2019 a 1,3 milioni nell’anno in corso. Lungo la catena di approvvigionamento, soffriranno anche i mercati delle materie prime delle batterie. L’effetto a catena si avvertirà ampiamente in Corea del Sud, Giappone e Cina, dove litio, cobalto e nichel vengono ampiamente consumati.

Tuttavia resta in piedi uno scenario meno negativo per il settore elettrico. Secondo gli analisti di Wood Mackenzie, la resilienza del settore potrebbe essere incentivata da due fattori. Il primo, la necessità di contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico: nella fase attuale le case automobilistiche non hanno cambiato i loro obiettivi in materia di emissioni e al tempo stesso i governi non sembrano intenzionati a rinviare o annullare le politiche per eliminare gradualmente i veicoli a motore a combustione interna (Ice). Il secondo, è che le vendite sono influenzate da fattori diversi, come il prezzo di acquisto dei veicoli elettrici, l’infrastruttura di ricarica e i modelli disponibili.

La crisi da Covid-19 rischia di rallentare un settore che nel recente passato ha mostrato grandi segni di vitalità. Repower, gruppo attivo nel settore energetico, ha diffuso ad aprile il white paper “La mobilità sostenibile e veicoli elettrici”. Aggiornato a gennaio 2020, prima della diffusione dell’epidemia, mostra che “la mobilità sostenibile continua ad avanzare a discapito delle altre tecnologie, con una costante ascesa in tutto il mondo, in grado di ridisegnare le Smart city del futuro”.

A livello globale, i veicoli elettrici hanno superato i cinque milioni di unità, con una quota di oltre due milioni di vendite annue, con mercati di riferimento in Cina, Europa, Stati Uniti e Giappone che rappresentano oltre il 96% delle vendite. Per quanto riguarda l’Italia, lo studio evidenzia due elementi particolarmente rilevanti. Il primo è la crescita dell’82% (gennaio 2020 rispetto allo stesso mese del 2019) delle auto ibride intese nella totalità di gamma, che giungono così a rappresentare il 10% del mercato (a gennaio 2019 si attestava sul 5,2%). Ancora meglio per le auto elettriche “pure”: +586,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con 1.943 unità (nel 2019 erano appena 283). Le immatricolazioni totali di veicoli elettrici registrate nel 2019 sono circa 10mila (+123% rispetto al 2018).

Secondo Repower, anche l’offerta sharing in Italia è nettamente in aumento: coinvolge ormai oltre cinque milioni di italiani (un milione in più in due anni) e i servizi attivi, tra car sharing, scooter sharing, car pooling e bike sharing, superano le 360 unità, per ben 33 milioni di spostamenti: una media di 60 al minuto. In questo contesto, il diesel registra una diminuzione delle immatricolazioni che raggiunge la doppia cifra: -23% rispetto al 2018, insieme a un calo significativo delle vetture a benzina (-3%).

Come ha spiegato Fabio Bocchiola, amministratore delegato di Repower Italia, “si tratta di una fotografia scattata poco prima dell’emergenza, utile come termine di paragone rispetto alla situazione attuale ma soprattutto piena di spunti su come l’innovazione tecnologica e culturale del settore possano rappresentare un driver essenziale per uscire prima e meglio da questa crisi. Nello scenario attuale, la mobilità elettrica può diventare protagonista della ripartenza”.


Scarica:


L’analisi di Wood Mackenzie


Il paper di Repower

 

di Andrea De Tommasi

martedì 12 maggio 2020

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