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SCONFIGGERE LA POVERTA'

Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo

Nel mondo, su otto miliardi di persone almeno un miliardo vive in povertà, e nel 2022 sono previsti 263milioni di nuovi poveri. Nel 2021 le famiglie italiane povere erano 1.960mila, mentre la povertà minorile assoluta ha colpito 1.382mila bambini.

Approfondimenti

Il mondo della cultura e l’Agenda 2030: occorre creare valore condiviso

di Cecilia Menichella, segretariato ASviS

La nuova edizione del rapporto Civita mette in evidenza la necessità di un ripensamento da parte delle imprese e delle organizzazioni culturali del proprio modello di sostenibilità nella gestione interna e nei rapporti con l’esterno e il territorio.

15 luglio 2022

Lo scorso 4 luglio associazione Civita ha presentato la tredicesima edizione del rapporto Civita “When sustainability meets culture. Quando la cultura incontra la sostenibilità”, documento dedicato al ruolo della cultura per lo sviluppo sostenibile nelle politiche aziendali e nelle politiche delle organizzazioni culturali sui territori, in particolare quelle museali. Lo studio è stato condotto attraverso riflessioni e indagini scientifiche volte al monitoraggio degli interventi nel settore culturale delle imprese italiane, in ottica di responsabilità sociale, resilienza trasformativa, sviluppo e competitività.

Per quanto riguarda la dimensione culturale della sostenibilità d’impresa, essa può essere racchiusa in quattro passaggi chiave:

  • conoscenze e competenze;
  • obiettivi strategici;
  • impatti e metriche di misurazione;
  • rendicontazione e comunicazione.

 

Con lo scopo di approfondire la reale implementazione all’interno delle imprese di questi fattori costitutivi di un approccio purpose oriented, Civita ha realizzato una doppia survey: la prima è stata condotta nel corso del 2021 sulle imprese appartenenti alla propria compagine associativa; la seconda è stata realizzata nei primi mesi del 2022, in collaborazione con Nativa, su un campione di B corp e società benefit italiane che spontaneamente hanno accettato di aderirvi. I risultati mostrano che le iniziative realizzate negli ultimi anni si concentrano prevalentemente in area sociale (93%), seguita dalla formazione (84%) e dalla cultura (79%). Per quanto concerne l’adesione ai 17 SDGs dell’Agenda 2030, sei sono gli obiettivi che ottengono complessivamente oltre il 50% delle attribuzioni:

Goal 8 - lavoro dignitoso e crescita economica: 71%

Goal 13 - lotta contro il cambiamento climatico: 70%

Goal 12 - consumo e produzione responsabili: 65%

Goal 9 - imprese, innovazione e infrastrutture: 59%

Goal 4 - istruzione di qualità: 55%

Goal 11 - città e comunità sostenibili: 54%”

 

Dalle analisi svolte emerge nettamente che, per ottimizzare le relazioni fra i mondi dell’impresa e quello della cultura, è essenziale un cambio di approccio anche in capo agli operatori di quest’ultimo settore. In prospettiva strategica, infatti, anche i musei e in generale le organizzazioni culturali sono chiamate a ripensare il proprio modello di sostenibilità, puntando energicamente a costruire o consolidare relazioni significative e durevoli con i potenziali stakeholder e comunicare efficacemente all’esterno il valore culturale, sociale ed economico generato dalle proprie attività sulle comunità di riferimento. Questa consapevolezza è stata la leva che ha spinto l’associazione Civita a promuovere una rilevazione, attraverso un questionario on line per raccogliere opinioni e idee del pubblico dei musei. Dall’indagine è emerso che la grande maggioranza dei visitatori (sette visitatori su 10) sono convinti che attraverso l’arte e la cultura si possa trasmettere un più efficace messaggio a favore della sostenibilità. Per oltre un terzo degli intervistati, la sostenibilità gioca un ruolo nella scelta del museo da visitare. Il pubblico apprezza i musei gestiti in modo sostenibile: dall’energia ai rifiuti, dall’acqua ai materiali. Sette visitatori su 10 pensano che i musei dovrebbero lavorare per la propria efficienza energetica.

Sicuramente i musei sono quindi, agli occhi del pubblico, un luogo attraverso il quale è possibile sviluppare una concreta cultura della sostenibilità.

Ma i mondi della cultura sono molti e vari, partendo proprio dall’insieme delle istituzioni culturali nazionali, civiche, d’impresa e private, ai centri di produzione culturale privati e no profit, alle industrie culturali creative, fino ad arrivare all’insieme degli operatori territoriali e ai sistemi formativi per le professioni e i mestieri culturali.

L’insieme delle filiere culturali, sostenendo la realizzazione degli SDGs in modo superiore rispetto alla quantità frammentata di ogni singola organizzazione coinvolta, ha un ruolo centrale nel cambiamento paradigmatico richiesto dall’Agenda 2030, la cui realizzazione esige necessariamente la partecipazione di una cittadinanza attiva, responsabile e culturalmente avanzata. La pandemia Covid-19 ha lasciato segni importanti sul settore della cultura, che ha sofferto moltissimo per gli effetti devastanti della crisi data dalle chiusure dei luoghi fisici di aggregazione culturale.

Inoltre, le organizzazioni culturali sono state chiamate a farsi carico di una serie di temi che la pandemia ha fatto emergere in maniera evidente, tra i quali:

  • la collaborazione con il sistema scolastico per colmare le disuguaglianze generate dall’applicazione della didattica a distanza;
  • la ricostruzione degli spazi di cultura, perché siano luoghi sicuri, rispondenti alle nuove normative e spazi di democrazia;
  • il rafforzamento della relazione tra spazio pubblico fisico e spazio pubblico virtuale e la salvaguardia della condivisione dei dati personali;
  • l’aumento delle competenze dei formatori nei processi di apprendimento digitali;
  • il rapporto con le famiglie e le pubbliche amministrazioni, in cui la cultura diventa strumento di cura, di supporto per la gestione del tempo, soprattutto per le donne, e di incentivo ai consumi.

 

Risulta per questo evidente come la cultura sia una leva abilitante, la cui attivazione sistemica è necessaria per contribuire alla realizzazione dell’Agenda 2030. Per questa ragione, seguendo questa consapevolezza, per la prima volta lo Stato ha destinato, attraverso i fondi del Pnrr, risorse altamente significative rispetto al passato alla cultura e ha introdotto esplicitamente in alcune misure il riferimento ai 17 SDGs.

 

Il documento inoltre, attraverso la narrazione dei progetti a capo dei protagonisti coinvolti, raccoglie analisi, proposte, buone pratiche ed esperimenti di sostenibilità all’interno del mondo delle organizzazioni culturali, specialmente in ambito museale, come per esempio:

-le line guida formulate da Icom e Ocse per i governi locali e le comunità dedicate alla sostenibilità in rapporto all’azione locale dei musei (Culture and local development: maximizing the impact, 2018);

-il progetto di ricerca e sostegno di buone pratiche per la cultura della sostenibilità “Museintegrati”, promosso dal Mite e guidato dal Muse di Trento, insieme a Icom e Anms;

-l’esperienza del Muse di Trento sui criteri e gli indicatori per promuovere il bilancio di sostenibilità;

-le buone pratiche del Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, del Museo diffuso della resistenza, della deportazione, della guerra dei diritti e della libertà di Torino, del Museo laboratorio della mente (unità operativa del dipartimento di salute mentale della Asl Roma), Museo paleontologico dell’Accademia valdarnese del poggio di Montevarchi, Punta della dogana e Palazzo Grassi a Venezia e il museo Reggia di Caserta;

-il racconto dell’esperienza di A&A Studio Legale in ambito di cultura di impresa per la sostenibilità;

-il progetto Centodieci, dedicato alla cultura per la sostenibilità e promosso da banca Mediolanum;

-l’esperienza di Edison nel settore energetico e ambientale e le collaborazioni con eccellenze italiane e internazionali come la fondazione del Teatro alla scala, il Fondo ambiente italiano e la fondazione biennale di Venezia;

-il lavoro di Igt per l’implementazione dei 17 SDGs;

-l’impegno di Inwit per la sostenibilità;

-il progetto Mudimed di Novartis, per la promozione delle scienze per la vita;

-l’esperienza di Logotel nella trasformazione da visione ad azione, utilizzando il design come abilitatore di incontri e prospettive tra cultura e sostenibilità.

Attraverso le analisi presentate e il racconto delle azioni sui territori, è possibile osservare che, sebbene alla cultura non sia dedicato uno specifico obiettivo dell’Agenda 2030, questa dimensione trasversale agisce in modo profondo su diversi ambiti di impatto, in particolare la costruzione di città sicure e sostenibili, la rigenerazione e trasformazione dei contesti urbani, la creazione di  lavoro dignitoso e lo sviluppo di nuova impresa, la riduzione delle disuguaglianze, la salvaguardia dell’ambiente, la promozione della parità di genere dell’inclusione sociale. Necessario sarà quindi imparare ad osservare sempre di più la cultura come un potente innesco da cui far generare un’infinita rete di processi di innovazione economica e sociale, nel rispetto dell’ambiente e dei diritti umani, e da cui alimentare una serie di azioni concrete per affrontare in maniera olistica la complessità delle sfide contemporanee, ma soprattutto del futuro.  Per fare questo, presupposto indispensabile è imparare a tradurre esecutivamente la sostenibilità all’interno delle fasi del decision making attraverso un’ottica resiliente e trasformativa e un approccio orientato alla creazione di valore condiviso.

 


Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti. 

Aderenti

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