Approfondimenti
Intorno all’idea di generatività in era post Covid, riflessioni su un e- book elaborato dalla consulta “Cortile dei Gentili”
di Giuditta Alessandrini, Università degli studi di Roma tre
Dalle catastrofi spesso nascono nuovi modi di pensare, bisogna riflettere sulle lezioni apprese durante la pandemia senza perdere il senso soggettivo della libertà. Il distanziamento non deve diventare il lockdown dell’anima.
9 luglio 2020
Le catastrofi sono spesso viatico di nuovi modi di pensare. Basti ricordare come nella storia della scienza sono nati modi alternativi di risolvere problemi complessi proprio a fronte di grandi calamità. La teoria dei colori per Isaac Newton, la teoria dell’indeterminazione per Karl Heisenberg: tutti approcci partoriti in situazioni di isolamento e dopo malattie spaventose che hanno che però aperto spiragli straordinari di futuro.
Riflettere sulle lezioni apprese durante la pandemia da diversi punti di vista, tenendo d’occhio diverse proposte concrete su vari fronti ma soprattutto la dimensione etica dell’agire: questo il fil rouge di un e-book di 146 pagine, tutto da leggere, elaborato dalla Consulta scientifica dei Gentili a giugno 2020. Lezioni “apprese” e riflessioni sul futuro anche in riferimento alle comunità più esposte e fragili: “tracce” sui modelli di sviluppo da cambiare se non vogliamo rischiare l’apocalisse, secondo Giuliano Amato, autore della prefazione del volume. Attingere a questo patrimonio corale di riflessioni è sicuramente una lettura preziosa per tutti in questa fase di post pandemia. “La grande sfida da raccogliere è come raccordare l’esigenza libertaria propria della soggettivizzazione dei diritti con l’istanza comunitaria… non perdere il senso soggettivo della libertà e insieme non tradire lo spazio dell’altro, non solo non invadendolo, ma contribuendo al suo arricchimento.
La prospettiva della Laudato sì di Papa Francesco - riferimento obbligato - è citata anche nella lettera introduttiva del cardinal Ravasi come una prospettiva che non risponde ad una visione per illuminati ma unifica le nuove generazioni di ogni parte del mondo.
Il tema della giustizia intergenerazionale è ripreso in molti degli scritti dell’e-book come elemento basilare per una costruzione equa del futuro ma il nodo fondamentale intorno a cui si dipanano le argomentazioni dei vari autori del volume è quello dell’interpretazione del nucleo semantico della generatività come condizione per ridisegnare la mappa di una resilienza trasformativa. La consulta scientifica da tempo lavora intorno all’idea di generatività che nell’e-book viene associata alla resilienza trasformativa come viatico per quel “rimbalzo in avanti” che la società’ civile tutta si auspica. E’ in quest’idea che, anche in documenti precedenti, la consulta aveva indicato la possibile salvaguardia dei diritti e l’adempimento dei doveri comunitari e quindi l’unico modo possibile per coniugare il futuro.
Molte le interpretazioni della resilienza invocata dai venticinque autori come risposta alla pandemia: quasi un viaggio “dentro” questa parola che, associata all’aggettivo “trasformativa”, diventa non solo il “logo” della ripartenza ma la bussola verso un futuro auspicabile.
Quello che occorre richiede una risposta a quattro mani: interazioni di mercato, istituzioni, cittadinanza attiva, imprese responsabili (S. Zamagni).
Un altro tema cardine si identifica con la riflessione su come contrastare le disuguaglianze crescenti nel mondo. Durante la pandemia, la disuguaglianza ha pesato in misura maggiore che nel passato generando situazioni di difficoltà più’ incisive proprio per i più fragili. La scarsità’ di risorse – è indubbio - amplifica la vulnerabilità. Di conseguenza le risorse scarse possono essere un vincolo allo sviluppo.
Una lezione fondamentale tra quelle apprese è l’essenzialità del limite come punto di riferimento per una lettura del futuro. Attorno a quest’idea si sono addensate tante pagine di riflessione filosofica, da B. Pascal, fino a J. Maritain o fino alla prospettiva dell’esistenzialismo, ed alla lezione di Peccei, ma il tema oggi va riletto ed integrato con nuovi motivi.
Ancora un altro motivo, la resilienza comunitaria come traccia di rinascita: si esce dal dramma della pandemia promuovendo l’inserimento nella comunità e la sua crescita.
Nel contributo di molti tra gli autori (tra cui G. Marramao, L. Becchetti, F. D’agostino e altri) emerge in sostanza una visione della crisi del Covid 19 non come fattore casuale o accidentale: la pandemia, insomma, non è un cigno nero (ricordiamo la metafora di Taleb) ma un evento prevedibile: si può contrapporre dunque il modello dell’alluvione a quello della resilienza. Secondo il primo modello, per rispondere all’evento si rinforzano gli argini ma non si trasforma il corso del fiume secondo l’approccio della resilienza si cerca invece di agire in ottica trasformativa sui fattori che hanno determinato il fenomeno negativo (Zamagni).
Un altro contributo molto significativo disegna un percorso argomentativo che va dal welfare state al welfare di comunità: il primo depotenzia le responsabilità soggettive, oltre ad essere difficile da attuare per motivazioni finanziarie (Zamagni).
La disuguaglianza – é indubbio - ha significato una crescente spaccatura tra persone garantite e persone non garantite, aggravando gli steccati (si veda il contributo di E. Fattorini e di C. Collicelli). Il tema delle risorse in sanità diventa anche difesa dei diritti individuali di libertà.
All’interno di questa riflessione si pone il tema degli anziani come dimensione–focus della metafora dello scarto (L. Pallanzani). La pandemia ha prodotto la decimazione di un’intera generazione. E allora? Si invoca il recupero della dimensione di una solidarietà empatica: il distanziamento non deve diventare il lockdown dell’anima. Lezione fondamentale questa per il futuro verso il presidio dei valori relazionali come humus fondamentale della convivenza giusta e buona fra gli uomini.
Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti.