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SDG report 2021: dal Covid effetti catastrofici sugli sforzi verso l’Agenda 2030
Povertà estrema in aumento, crescita delle disuguaglianze, passi indietro su parità di genere e biodiversità. È il quadro preoccupante che emerge dal rapporto annuale dell’Onu sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile. 8/7/21
Il 6 luglio è stato lanciato ufficialmente il Sustainable development Goals report 2021 delle Nazioni unite, che rappresenta la fonte più autorevole per tracciare lo stato di attuazione dell’Agenda 2030 e coincide con l’inizio dell’High level political forum (Hlpf) in programma fino al 15 luglio. Il Rapporto mostra che il Covid-19 ha rallentato i progressi per il raggiungimento dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile, ma già prima della pandemia il mondo non era sulla buona strada indicata dall’Agenda Onu. Come sottolineato da Liu Zhenmin, sottosegretario generale di Un Desa, i prossimi 18 mesi saranno cruciali per capire se “le misure nell’ambito dei piani di ripresa dei Paesi saranno dirette a migliorare l’azione verso gli SDGs”.
In aumento povertà e diseguaglianza tra i Paesi. Nel 2020 tra 119 e 124 milioni di persone sono finite in condizioni di povertà estrema (Goal 1). Il tasso di individui sotto la soglia di povertà estrema è cresciuto, passando dall’8,4% nel 2019 al 9,5% nel 2020: non si registrava un aumento dal 1998. Nel mondo sono andati persi circa 255 milioni di posti di lavoro a tempo pieno. La crisi sanitaria ha acuito le diseguaglianze tra e all’interno dei Paesi, rallentando i progressi verso il Goal 10. Tra gli ambiti in cui la diseguaglianza si riflette maggiormente, vi è la distribuzione dei vaccini: “al 17 giugno 2021 in Europa e Nord America erano state somministrate 68 dosi di vaccino ogni 100 persone, nell’Africa sub-sahariana meno di due ogni 100”, si legge nel Rapporto. Un primo passo urgente in quella direzione è un piano di vaccinazione globale, ideato e attuato dai Paesi che oggi possono produrre vaccini o che potranno farlo se adeguatamente sostenuti.
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CON COVID A RISCHIO SDGS, BENE UNA RIFORMA DELL'ONU
Gli effetti sulla salute e sui servizi sanitari. Le interruzioni dei servizi sanitari essenziali hanno minacciato anni di progressi nel miglioramento della salute materna e infantile, nell'aumento della copertura vaccinale e nella riduzione delle malattie trasmissibili e non trasmissibili. Circa il 90% dei paesi segnala ancora una o più interruzioni significative dei servizi sanitari essenziali (Goal 3).
Preoccupante lo stato dell’ambiente. La pandemia non ha portato a una diminuzione delle emissioni di gas serra (Goal 13). A livello globale l’aumento di temperatura è arrivato a quota 1.2°C rispetto ai livelli pre-industriali, avvicinandosi al limite di 1.5°C stabilito dall’Accordo di Parigi. La biodiversità (Goal 15) è in declino e gli ecosistemi terrestri sono oggetto di degrado a ritmi allarmanti: tra il 2015 e il 2020, ad esempio, ogni anno sono andati persi dieci milioni di ettari di foreste, un’area vasta quasi quanto la superficie dell’Islanda.
La parità di genere è lontana. Il Covid-19 ha avuto un impatto significativo anche sul raggiungimento del Goal 5 (Parità di genere): è aumentato il lavoro di cura e domestico non retribuito a carico delle donne e si sono intensificati gli episodi di violenza di genere. Si stima, inoltre, che nel prossimo decennio saranno circa dieci milioni in più le ragazze a rischio di matrimonio precoce.
La crisi diventa opportunità. “Il report mostra una situazione preoccupante per quanto riguarda lo stato degli SDGs. Racconta però anche storie di resilienza, capacità di adattamento e innovazione, storie che dimostrano che un futuro migliore è possibile”, ha aggiunto Liu Zhenmin. “Storicamente le pandemie sono state catalizzatori di trasformazioni politiche, economiche e sociali. La pandemia da Covid-19 non è diversa: ne è un esempio l’accelerazione del processo di digitalizzazione”.
Necessari investimenti nella raccolta dati. Il Rapporto sottolinea l’importanza di creare infrastrutture e database per raccogliere le informazioni e coordinare un’azione globale per il raggiungimento dei Goal. La disponibilità di dati permette, infatti, interventi mirati nelle zone a rischio. In alcune aree geografiche e in alcuni ambiti relativi agli Obiettivi si rileva una significativa carenza di dati: per il Goal 13 (Lotta contro il cambiamento climatico), ad esempio, solo un Paese su sei ha dati a disposizione. Non per tutti gli Obiettivi, inoltre, si dispone di dati aggiornati.
La pandemia, si legge nel Rapporto, ha innescato “una crisi di proporzioni monumentali, con effetti catastrofici sulla vita e sui mezzi di sussistenza delle persone, e sugli sforzi per realizzare l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”.
di Maddalena Binda