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Infanzia e adolescenza: salute e crescita dipendono dalle disuguaglianze
Le aspettative di vita di bambine e bambini hanno un gap di quasi 4 anni tra Nord e Sud Italia. L’analisi dell’Atlante di Save the Children e 10 passi dal Gruppo Crc per rendere concreto l’impegno verso le nuove generazioni. 1/12/2022
La 13esima edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia 2022 di Save the Children, dal titolo significativo “Come Stai?”, fotografa lo stato di salute delle bambine e dei bambini, con un focus sulle disuguaglianze economiche, sociali e territoriali e i loro effetti sulla salute, partendo dalla nascita fino all’adolescenza (da 0 a 2 anni, da 3 a 10 e da 11 a 18).
Il lavoro di analisi, con approfondimenti e grafici, è arricchito da voci e testimonianze di operatori sul campo, esperti, scrittori e giovani per comporre un quadro sul tema, avanzare proposte e tracciare linee di intervento per il futuro.
“Come stai?” è la domanda che molti ragazzi e ragazze avrebbero voluto sentirsi rivolgere, come dimostrano i dati dell’Atlante, che sottolineano la necessità di mettere la salute delle bambine e dei bambini al centro di tutte le scelte politiche, dalla tutela dell’ambiente urbano alle mense scolastiche, fino agli spazi per lo sport e il movimento, con una particolare attenzione al tema della salute mentale degli adolescenti, fortemente colpiti dalla pandemia.
“L’Atlante ci ha ricordato l’impatto della povertà sulla salute dell’infanzia, che cosa vuol dire per un bambino vivere in un territorio inquinato o in una casa sovraffollata, che cosa vuol dire stare male per un adolescente e non sapere dove rivolgersi”.
Antonella Inverno, responsabile delle politiche per l’infanzia e l’adolescenza di Save the Children Italia.
Le carenze nazionali. Hanno raggiunto quasi un milione e 400mila le bambine e i bambini in povertà assoluta. Per molti di loro, la povertà materiale ed educativa si traduce anche in povertà di salute e occorre fare di tutto per spezzare questo circolo vizioso, orientando le risorse disponibili sui territori che maggiormente soffrono queste difficoltà.
Il Rapporto sottolinea che solo il 12% dei fondi pubblici è impiegato nella prevenzione e nella medicina di base, fondamentali per la salute dei bambini nel medio e lungo periodo e, della quota principale (44%) impiegata per l’assistenza ospedaliera, solo il 6% è destinato ai minorenni. Mancano all’appello sui territori ben 1.400 pediatri di base e, in media, sono 883 i bambini sotto i 14 anni per pediatra (880 è il limite massimo di assistiti per legge).
Secondo l’Atlante, un bambino o ragazzo su quattro non pratica mai sport (3-17 anni), con una ampia forbice che va dal 45,5% della Campania al 6,9% della Provincia Autonoma di Bolzano; più di un bambino su tre nella fascia 3-10 anni è in sovrappeso o obeso. La povertà alimentare colpisce un bambino su venti, ma la mensa scolastica non è ancora un servizio essenziale gratuito per tutti i bambini tra 3 e 10 anni. Quanto alle malattie, anche gravissime, che potrebbero essere diagnosticate precocemente, in molte Regioni sono ancora escluse dallo screening neonatale, mentre i ricoveri per patologia neuropsichiatrica infantile sono cresciuti del 39,5% tra il 2019 e il 2021.
Le differenze regionali. Nonostante quello italiano sia uno dei migliori sistemi sanitari, i divari a livello regionale nella disponibilità dei servizi sono molto consistenti; a rafforzarle ha contribuito la pandemia di Covid, peggiorando per molti versi la salute dell’infanzia. Secondo quanto analizzato dall’Atlante, le diseguaglianze tra il Sud e il Nord del Paese influiscono su aspetti del benessere psicologico dei ragazzi e sul loro accesso alle cure, traducendosi infine in un dato emblematico e allarmante: un bambino di Caltanissetta ha un’aspettativa di vita sensibilmente inferiore a un bambino fiorentino, con 3,7 anni di vita in meno.
La percentuale media di bambine e bambini e adolescenti, colpiti dalle disuguaglianze socioeconomiche, educative e territoriali, è del 14,2%, ma sale fino al 16% nel Mezzogiorno. Per esempio, un bambino del Sud Italia che si ammalava nel 2019 aveva una probabilità di dover migrare in altre regioni per curarsi del 70% in più rispetto a un bambino del Centro o del Nord Italia.
Qualità dell’aria. L’81,9% dei bambini vive in zone dove la concentrazione di polveri sottili è maggiore dei valori limite indicati dall’Organizzazione mondiale della sanità come non rischiosi per la salute, tra cui il 100% in otto regioni: Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Trentino-Alto Adige, Veneto. Questi inquinanti sono una possibile causa scatenante dell’asma che colpisce l’8,4% dei bambini tra i 6 e i 7 anni e incidono anche sullo sviluppo cognitivo dei bambini, che migliora del 13% nelle scuole con i più bassi livelli di polveri sottili nell’aria.
Il disagio mentale. Cresce il disagio mentale di preadolescenti e adolescenti: in nove regioni italiane oggetto di monitoraggio, i ricoveri per patologia neuropsichiatrica infantile sono cresciuti del 39,5% tra il 2019 e il 2021, mentre in tutto il Paese si contano solo 394 posti letto in degenza in questi reparti. Ci sono Regioni che non ne hanno neanche uno, come Calabria, Molise, Umbria e Valle d’Aosta, in Lombardia sono 100. Si segnala anche l’aumento del 39,5% dei ricoveri per patologia neuropsichiatrica infantile, la cui causa principale è stata l’ideazione suicidaria seguita da depressione e disturbi della condotta alimentare.
Le richieste di azione. L’Atlante conclude con un elenco di raccomandazioni che l’organizzazione ritiene prioritarie: attivare le nuove Case della Comunità finanziate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) come presidio per la salute dell'infanzia e dell'adolescenza, colmare il gap di 1.400 pediatri che mancano all'appello per assicurare il sevizio a tutti i bambini a livello nazionale, garantire in tutte le Regioni i più avanzati screening neonatali, realizzare interventi organici per la prevenzione e la cura del disagio mentale degli adolescenti, ma anche assicurare la mensa scolastica e attività sportive gratuite per combattere povertà alimentare e promuovere sani stili di via.
Una serie di raccomandazioni le avanza anche il Gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Gruppo Crc), il network composto da più di 100 soggetti del Terzo Settore che si occupano attivamente della promozione e tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza coordinato da Save the Children Italia. Il documento “Agenda per l’infanzia e l’adolescenza: 10 passi per rendere concreto l’impegno verso le nuove generazioni” evidenzia innanzitutto i tre fenomeni che richiedono un’attenzione immediata: povertà minorile, ambiente e cambiamenti climatici, natalità e supporto alla genitorialità; si rivolge poi al nuovo Governo e al Parlamento suggerendo alcuni passi concreti da attuare subito, per invertire la rotta.
- Povertà minorile – implementare il Piano di azione nazionale per la Garanzia Infanzia che pone particolare attenzione a misure specifiche per il supporto di soggetti a maggior rischio di povertà ed esclusione sociale.
- Ambiente e cambiamenti climatici - realizzare campagne di informazione sull’impatto della qualità dell’ambiente e dei cambiamenti climatici sui minorenni; potenziare l’educazione ambientale e integrare nei Piani di mitigazione dei rischi ambientali e di adattamento al cambiamento climatico i bisogni e i diritti di bambini e adolescenti.
- Natalità e supporto alla genitorialità - rafforzare e attivare interventi finalizzati all’accompagnamento dei genitori.
- Governance e cultura dell’infanzia – nominare la Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza con relativi Osservatori e monitoraggi.
- Partecipazione dei ragazzi e delle ragazze – monitorare con particolare attenzione, attraverso l’Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza, gli esiti delle azioni 5° Piano nazionale infanzia e adolescenza e delle Linee guida approvate dall’Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza che prevedono esplicitamente indicazioni operative mirate all’ascolto e al coinvolgimento istituzionale dei bambini e delle bambine.
- L’importanza dei dati – garantire l’aggiornamento periodico della banca dati statistica utile a monitorare e analizzare le condizioni dell’infanzia, anche attraverso la valutazione dell’attuazione e dell’impatto delle politiche pubbliche ad essa dedicate.
- Riforma della legge sulla cittadinanza - approvare una legge di riforma della Legge 91/1992 che faciliti l’acquisto della cittadinanza italiana per i minorenni di origine straniera.
- Educazione alla affettività e alla cittadinanza digitale – introdurre l’educazione alla sessualità e all’affettività come materia curriculare fin dalla scuola dell’infanzia; attuare nelle scuole percorsi di educazione alla cittadinanza digitale.
- Formarsi per educare - preparare adeguatamente il personale educativo e il corpo docente.
- Salute e benessere psicofisico - istituire un monitoraggio sistematico e continuo, nazionale, che raccolga dati epidemiologici su patologie neurologiche, psichiatriche e del neurosviluppo nella fascia 0-17 anni; promuovere iniziative per sensibilizzare sulla necessità di favorire il benessere psicofisico e la salute mentale di adolescenti e giovani.
Il documento contiene anche un focus dell’ASviS che evidenzia come l’attuazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030 sia fondamentale per garantire il rispetto dei diritti dei minorenni e assicurare alle prossime generazioni un futuro equo, inclusivo e sostenibile.
Consulta l’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia 2022
Guarda il video di presentazione dell'Agenda per l'infanzia e l'adolescenza
Di Monica Sozzi