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Oms: un terzo dei Paesi più poveri affronta sia la denutrizione che l’obesità
Tutte le forme di malnutrizione derivano da sistemi alimentari che non forniscono un’alimentazione sana, sicura, economica e sostenibile; l’Organizzazione mondiale della sanità propone un approccio integrato al problema. 23/12/19
La denutrizione e l’obesità sono sempre più connesse tra loro, a causa dei cambiamenti nei sistemi alimentari. Oltre un terzo dei Paesi a basso e medio reddito presenta forme sovrapposte di malnutrizione (45 su 123 Paesi negli anni ’90 e 48 su 126 Paesi negli anni 2010), in particolare nell’Africa sub-sahariana, nell’Asia meridionale e nell’Asia orientale e nel Pacifico. È quanto emerge dal Rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) pubblicato sulla rivista The Lancet con il titolo “The double burden of malnutrition” il 16 dicembre.
A livello globale, le stime indicano che quasi 2,3 miliardi di bambini e adulti sono in sovrappeso e oltre 150 milioni di bambini sono denutriti. Lo studio si basa sui dati di ricerche condotte nei Paesi a basso e medio reddito negli anni ’90 (dal 1990 al 1999) e 2010 (dal 2010 al 2019) e analizza i Paesi che affrontano il combinato di denutrizione e sovrappeso/obesità, noto come doppio carico della malnutrizione (oltre il 20% della popolazione era deperita, il 30% affetta da rachitismo, oltre il 20% delle donne era affetta da magrezza e oltre il 20% delle persone era in sovrappeso). Negli anni 2010, 14 Paesi con alcuni dei redditi più bassi del mondo hanno raggiunto il gruppo degli Stati su cui pesa il doppio carico della malnutrizione.
La denutrizione e l’obesità possono avere delle conseguenze per più generazioni. Entrambe le condizioni, se riscontrate nelle madri, sono associate a problemi di salute nei bambini. L’Oms fa la lista degli elementi necessari per un’alimentazione sana: pratiche di allattamento al seno ottimali nei primi due anni; una varietà e abbondanza di frutta e verdura, cereali integrali, fibre, noci e semi; modeste quantità di alimenti di origine animale; quantità minime di carni lavorate nonché di cibi e bevande ad alto contenuto energetico. Mangiare cibi malsani aumenta il rischio di malattie non trasmissibili, come il diabete di tipo 2, ipertensione, ictus e malattie cardiovascolari.
Francesco Branca, direttore del Dipartimento nutrizione per la salute e lo sviluppo dell’Oms, ha affermato: “Siamo in presenza di una nuova realtà in materia di nutrizione. Non possiamo più classificare i Paesi in due categorie, quelli a basso reddito colpiti dalla denutrizione e quelli a reddito elevato interessati dall’obesità. Tutte le forme di malnutrizione hanno un denominatore comune, cioè dei sistemi alimentari che non forniscono un’alimentazione sana, sicura, economica e sostenibile”.
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di Andrea De Tommasi