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Caritas: Ue bocciata su inclusione e accesso ai servizi, trascurati i più deboli
L’Europa non fa abbastanza per le fasce più vulnerabili, secondo un Rapporto su povertà e disuguaglianze. Male politiche abitative e servizi per l’impiego, ampi divari tra Paesi su educazione della prima infanzia e servizi di cura. 27/2/20
“I cambiamenti demografici dovuti all’invecchiamento della popolazione e ai flussi migratori obbligano i Paesi europei a ripensare le politiche sull’inclusione”. In occasione della Giornata mondiale della giustizia sociale del 20 febbraio, Caritas Europa ha presentato il suo nuovo Rapporto sulla povertà e le disuguaglianze in Europa, intitolato “Fostering access to services to support people to move out of poverty” (Favorire l’accesso ai servizi per aiutare le persone ad uscire dalla povertà). Lo studio evidenzia le barriere e gli ostacoli burocratici che incontrano le fasce più deboli della popolazione nell’accesso a alloggi, istruzione e cura della prima infanzia, occupazione e altri servizi di base. Diverse le barriere in entrata, tra cui la mancanza di informazioni comprensibili, la burocrazia, regole rigorose e requisiti formali, l’assenza di un approccio personalizzato. Ciò vale in particolare per i servizi pubblici per l’impiego.
Le politiche abitative sono insufficienti in molti Paesi europei. Secondo il Rapporto, l’accessibilità agli alloggi sociali è peggiorata negli ultimi anni in tutti gli Stati dell’Ue, fatta eccezione per Malta e Lettonia. Particolarmente grave la situazione in Irlanda e Francia, dove i più poveri sono esclusi dalle graduatorie, e in Germania, soprattutto per le persone senza fissa dimora e i rifugiati.
Per quanto concerne educazione della prima infanzia e servizi di cura, il risultato è valutato nel complesso come piuttosto positivo, ma i Paesi differiscono in modo significativo: bene Malta e Slovenia, insufficienti i servizi offerti da Cipro, Italia, Belgio e Portogallo. La mancanza di posti negli asili e la limitazione di accesso ai servizi sono i problemi più rilevanti. La qualità dei servizi offerti a migranti e richiedenti asilo è migliorata negli ultimi anni solo in Portogallo, Finlandia e Grecia.
Considerando i servizi pubblici per l’impiego, le situazioni più critiche si registrano in Germania, Francia, Slovenia e Grecia, soprattutto per le categorie più deboli come richiedenti asilo, migranti, anziani e disabili. L’eccesso di burocrazia e la mancanza di un approccio mirato penalizzano diversi Paesi, ossia Finlandia, Italia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Malta. In Italia, però, aumentano i centri per l’impiego.
Per far fronte a queste sfide, il rapporto Caritas Europa raccomanda agli Stati europei di garantire l'accesso ai diritti sociali, in particolare per coloro che si trovano in situazioni di vulnerabilità. Un passaggio graduale verso l'accesso universale ai servizi e il reddito minimo, osserva il Rapporto, sono passi fondamentali per sollevare le persone dalla povertà. Si calcola che solo il 14% dei cittadini europei riesca ad ottenere un sussidio minimo che gli spetterebbe di diritto. La Commissione europea dovrebbe incentivare la creazione di posti di lavoro di qualità, visto che nel 2018 il numero di lavoratori in povertà nell’Ue era pari al 9,6%.
Caritas Europa conclude chiedendo l’urgente applicazione dell’European pillar of social rights (Epsr), proclamato dalla Commissione europea il 17 novembre 2017 a Göteborg.
di Andrea De Tommasi