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Dalla gestione sostenibile delle foreste un aiuto consistente contro la povertà
Un team di scienziati del Gfep ricorda che non è più possibile trascurare il ruolo dell’ecosistema forestale, fondamentale per sostenere i mezzi di sussistenza nelle zone rurali e combattere la crescita delle disuguaglianze. 4/11/20
La lotta alla povertà nel mondo si fa sempre più dura, soprattutto a seguito della diffusione del virus Sars Cov-2. Il fenomeno pandemico sta infatti spingendo sempre più persone a vivere al di sotto della soglia di “1,90 dollari al giorno”. Per invertire questa triste tendenza, che ha pesanti impatti socioeconomici, non bisogna però trascurare la componente ambientale: una buona gestione delle foreste e degli alberi è necessaria per il raggiungimento del primo Obiettivo dell’Agenda 2030.
A ricordarlo un team di scienziati che ha trascorso gli ultimi due anni a studiare il ruolo dei servizi ecosistemici forestali. L’analisi, pubblicata il 15 ottobre dal Global forest expert panel (Gfep) e contenuta nel rapporto “Forests, trees and the eradication of poverty: potential and limitations”, parte dal periodo che stiamo vivendo segnato da due crisi globali, quella pandemica e quella climatica.
Secondo le Nazioni unite nel 2020 circa 71 milioni di persone in più saranno costrette a fare i conti con la povertà estrema, nuovi poveri che rappresentano un grosso passo indietro per lo sviluppo sostenibile. “La gestione forestale e gli alberi possono diminuire i danni generati dai cambiamenti climatici, dai focolai di malattie zoonotiche e dalla povertà nel mondo”, ha dichiarato il ricercatore a capo dello studio Daniel C. Miller, “ma questo discorso viene trascurato dalla politica”.
Circa un quarto della popolazione mondiale vive dentro o vicino a una foresta, e gli alberi contribuiscono attivamente al benessere umano. Obiettivo della ricerca è di far comprendere come le foreste hanno contribuito nel tempo a ridurre la povertà, in modo da fornire un supporto al processo decisionale della classe politica. A livello globale le foreste sono una fonte vitale per il cibo, per l’energia e per i servizi legati all’ecoturismo. Inoltre aiutano a conservare l'acqua e le risorse del suolo, e svolgono la funzione di sequestro del carbonio, fondamentale per la lotta al cambiamento climatico. I tanti poveri che vivono nelle zone rurali hanno bisogno di foreste per la propria sussistenza e per la generazione di reddito, basti pensare all’importanza della risorsa legno presente nei boschi, eppure il fenomeno del disboscamento priva queste persone delle risorse necessarie a vivere in modo decente. In pratica, a chi è a stretto contatto con la natura, e dipende direttamente da essa, toccano soltanto le perdite generate dall’attività antropica. Un fenomeno che incide sulla crescita delle disuguaglianze in giro per il mondo. Inoltre il documento dà uno sguardo multidimensionale alla povertà, valutando sia il valore monetario delle foreste e delle risorse arboree sia il loro impatto sul benessere umano, sulla salute e sulla sicurezza.
Le attività di ecoturismo vengono annoverate tra le pratiche che possono portare a una maggiore equità nei benefici forestali, mentre sono presenti esempi di riforestazione che negli ultimi anni hanno prodotto diversi risultati, un esempio è dato dalla Dominica. Lo Stato insulare del Mar dei Caraibi aveva perso grossa parte della sua copertura forestale (l’isola è coperta per il 60% da foreste) a seguito dell'uragano Maria del 2017 ma, grazie a politiche di rinverdimento, negli ultimi anni sono cresciuti i guadagni, anche in termini monetari, distribuiti tra la popolazione.
“I dominicani hanno il diritto di raccogliere i frutti delle proprie risorse forestali. Siamo grati sia per la rigenerazione naturale sia per la nostra iniziativa nazionale di piantumazione di nuovi alberi. Perché sappiamo che perdere foreste significa perdere un’attività di sostentamento, soprattutto per coloro che vivono nelle aree rurali”, ha detto il capo forestale dell’isola Michinton Burton.
I ricercatori hanno poi chiarito che le foreste e gli alberi da soli non risolvono il problema della povertà, ma contribuiscono in modo deciso alla mitigazione di tale fenomeno. In un futuro dove ci si aspettano sempre più pandemie, dovute anche all’intromissione dell’uomo negli ambienti naturali, le foreste risultano un luogo strategico per fermare sul nascere nuove crisi. Occorre dunque “un ripensamento su larga scala delle politiche di gestione del nostro patrimonio forestale, per aumentare l’impatto positivo che queste hanno sul benessere umano”, sostiene infine il Rapporto.
di Ivan Manzo