Approfondimenti
Riconoscere i paesaggi culturali e bioculturali di comunità
di Paolo Debernardi, ricercatore ed etno-paesaggista
Due ricerche mostrano come tendere verso un equilibrio biocentrico sostenibile internazionale per ottenere preziose informazioni agroecologiche e territoriali.
7 marzo 2023
“Sulle strade dei paesaggi di comunità” (Ed. You can print di Paolo Debernardi) e “Inventario internazionale dei paesaggi culturali e bioculturali di comunità” (Ed. You can print di Paolo Debernardi) sono due testi che fanno il punto su come costruire un “equilibrio biocentrico sostenibile internazionale”.
I due testi, di cui il primo è una premessa concettuale al secondo, ci aiutano a contribuire a “Riconoscere”, come rimarcava Rosario Assunto, nella quotidianità, il patrimonio etnografico e paesaggistico che, in molte situazioni europee e non solo, sta letteralmente dissolvendosi sotto i nostri occhi, per motivi economici e funzionali ma anche per incapacità a coglierne le potenzialità e le multifunzionalità insite.
“Riconoscere” le manifestazioni percettive ed etnografiche in cui le comunità umane rurali organizzano i loro spazi può fornire, indirettamente e con altri contributi più mirati, utili indicazioni agrosilvopastorali nella modernità. Si tratta di un documento particolarmente utile nelle contingenze del cambiamento climatico in atto ma anche nella rivisitazione globale sulle forme di insediamento e su un modello alternativo al modello delle megalopoli e delle metropoli, per le dinamiche insite nella loro stessa presenza e sulle grandi possibilità di economie e società “circolari”, con filiere corte e medie, anche industriali, caratterizzate da nuove forme di democrazia economica.
Alcune modalità produttive rurali, di cui i paesaggi sono manifestazione, si sono affinate in migliaia di anni e si sono dimostrate resilienti a situazioni diverse; per cui riconoscere alcune di queste realtà e trarne utili insegnamenti, non fondati solo su una visione contabile, può aiutarci collettivamente a promuovere la biodiversità globale e culturale nonché la rivalutazione delle filiere corte e medie.
Un concetto che vale per ogni rivisitazione eco-produttiva in atto in Italia, sul ruolo delle alberate, delle piantate maritate vitate e delle colture promiscue, senza dimenticare gli spazi delle rimanenti pianure con filari, dei mosaici fondiari della piccola e media proprietà, dei terrazzamenti, dei trappeti pergolati e di tante altre forme ormai in via di scomparsa o connotate da profonde alterazioni.
Per il secondo testo, l’”Inventario”, devo ammettere che il mio sforzo di ricerca, dopo lunghi anni di viaggi e di analisi su queste realtà, è stato principalmente supportato dalla speranza che questo embrione di ricerca potrebbe connettere, in un conteso di modernità, le comunità e le diversità culturali di tradizioni, di saperi immateriali e degli stili di vita di cui esse sono depositarie, verso quell’equilibrio biocentrico sostenibile internazionale (utilizzo l’acronimo E.b.s.i. per l’occasione) che da decenni lo scrivente cerca di promuovere.
Malgrado le dure condizioni economiche e sociali, migliaia e migliaia di comunità di agricoltori, pastori e pescatori, in tutto il mondo, stanno resistendo, in grande solitudine, all’assalto del tecno-modello agronomico e della finanza borsistica nelle loro terre, nei loro fiumi e nei loro mari, purtroppo con il supporto di stati illiberali ed antidemocratici che compiono scelte programmatorie e di sviluppo economico di grande egoismo e cecità nei propri paesi, promuovendo al contempo, una globalizzazione meramente quantitativa, a livello mondiale.
Fortunatamente, seppur tardivamente, organismi internazionali come Fao e altre entità, si stanno rendendo conto delle dinamiche suesposte e dell’importanza, non solo economica ma anche ecosistemica, culturale e identitaria, delle comunità rurali internazionali e dei paesaggi che esse manifestano, percettivamente e spazialmente.
Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti.