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Attualmente nel mondo 828 milioni di persone vivono in baraccopoli, e il numero è in continuo aumento. In Italia la precarietà abitativa ha assunto ulteriore rilievo a causa dell’acuirsi della crisi sociale: la condizione di sovraffollamento nel 2021 riguarda il 28% della popolazione contro una media europea del 17,1%.

Approfondimenti

Le imprese dell’Emilia-Romagna per i 17 Goals Agenda 2030

di Walter Sancassiani e Loris Manicardi, Focus lab - B Corp certified

Prima indagine in Emilia Romagna su 10 aspetti che toccano SDGs e imprese: conoscenza, progetti in corso, percezioni su impatti e opportunità, ruolo degli stakeholder, strumenti gestionali, priorità, opportunità e ostacoli.
3 marzo 2020
I 17 SDGs (Sustainable development goals) sono il nuovo riferimento internazionale non solo per Governi nazionali e locali, ma anche per le strategie di sostenibilità delle imprese. Ma quali sono le tendenze e pratiche in corso nel contesto dell’Emilia Romagna? Focus lab, società di consulenza strategica operativa da 20 anni su temi di sostenibilità e certificata B corp ha promosso questa indagine conoscitiva per fotografare il contesto regionale su un campione di imprese dell’Emilia Romagna rappresentativo di diverse filiere produttive.
L’indagine ha coinvolto 75 aziende di varie dimensioni di 8 province, rappresentative di 13 filiere produttive regionali, 60% grandi e 40% di Pmi, appartenenti alla filiera agro-food (19 aziende), meccanico-automotive (12 aziende), servizi energetici e ambientali (7 aziende), benessere e ceramico (6 aziende). Sono stati incluse inoltre aziende che possiedono certificazioni di sostenibilità e che appartengono a reti regionali sui temi della Csr.
 
Aree di indagine
La survey ha indagato 10 aspetti chiave sul rapporto tra Agenda 2030 e imprese in Emilia Romagna: livello di conoscenza degli SDGs, progetti in corso in linea con i 17 Goals, percezioni su impatti e opportunità rispetto alle singole imprese e alle filiere, ruolo dei vari stakeholders, strumenti gestionali attuali e futuri per gli SDGs, priorità, opportunità e ostacoli e possibili collaborazioni tra imprese di varie filiere per gli SDGs.
 
Conoscenza dei 17 SDGs tra le aziende partecipanti
Le 75 aziende hanno prevalentemente una conoscenza parziale o assente degli SDGs (56%), il 44% dichiara di avere una conoscenza buona dei Goals. In particolare, le grandi imprese dichiarano di conoscere meglio l’Agenda 2030 (49% buona) rispetto alle Pmi (35%). Le aziende che possiedono una o più certificazioni ambientali o sociali hanno un livello di conoscenza maggiore delle non certificate. Le aziende individuano nel livello dirigenziale il ruolo che detiene il grado maggiore di conoscenza, mentre questa risulta meno diffusa nei livelli apicali (Cda, Ad) e presso impiegati e operai.
 
Progetti in corso delle imprese per i Goals dell'Agenda 2030
Dall’indagine emerge che le 75 aziende, sia grandi che Pmi, realizzano azioni in generale in linea con tutti i 17 Goals, ed in particolare sugli SDGs 8 (Lavoro dignitoso e crescita economica), 3 (Buona salute), 12 (Produzione e consumo responsabili) e 9 (Innovazione e infrastrutture). Tra i meno “praticati” invece gli SDGs 14 (Vita sott’acqua) e 2 (Fame zero). Disaggregando i dati per filiera, emerge che il settore chimico, la moda, i servizi energetici e ambientali e il ceramico dichiarano di avere un livello di attuazione superiore alla media, mentre benessere ed informatica percepiscono un livello inferiore. Le filiere agrofood e servizi energetici e ambientali prediligono l’SDG 12, ceramico, automotive e informatica l’SDG 9, mentre meccanica, chimica, finanza e cultura l’SDG 8.
 
Incrociando i dati, emerge che la realizzazione di azioni SDGs è correlata positivamente alla dimensione aziendale: le grandi aziende dichiarano un livello di azione superiore alle piccole del 12%. Anche la conoscenza degli SDGs è un fattore chiave per l’attuazione: le aziende che dichiarano un livello di conoscenza completa, realizzano il 52% di azioni in più delle aziende che non hanno nessuna conoscenza.
 
Specifici strumenti gestionali utilizzati in attuazione degli SDGs
Le azioni già in essere coerenti con i 17 SDGs sono collocabili in quattro macro ambiti gestionali: Governance, Dipendenti, Ambiente e Comunità. In particolare, tra le azioni più diffuse emergono i progetti per il benessere dei dipendenti (55% delle aziende), i progetti di supporto alla comunità locale (44%) e azioni di efficienza ambientale ed economia circolare (44%). A seguire, diverse azioni strategiche, come la realizzazione del bilancio di sostenibilità (33%), Integrazione degli SDGs nella strategia di sostenibilità o nel piano strategico aziendale (27%), partecipazione a network sui temi della sostenibilità (27%) e realizzazione di review interna delle azioni coerenti con l’Agenda 2030 (23%). Disaggregando i dati per classe dimensionale, emerge che tra le aziende di dimensione grande e media (oltre 50 dipendenti) sono maggiormente diffusi i progetti per il benessere dei dipendenti, mentre gli strumenti di efficienza ambientale prevalgono nelle piccole aziende. Le aziende che dichiarano un livello di conoscenza completa prediligono infine strumenti strategici, come il bilancio di sostenibilità con riferimento agli SDGs.
 
Obiettivi di sviluppo prioritari
Dal punto di vista degli sviluppi futuri, le aziende del campione indicano come prioritari nei prossimi 3 anni gli SDGs 8 (Lavoro dignitoso e crescita - 44% delle aziende), 12 (Produzione e consumi responsabili - 43%), 13 (Lotta al cambiamento climatico - 41%) e 3 (Buona salute - 38%). Si nota una elevata coerenza tra gli SDGs prioritari per il futuro e quelli su cui già oggi sono in corso azioni concrete. Solo il Goal 13 acquisisce notevole importanza rispetto al livello di attuazione odierno.
 
Responsabilità e ruoli dei vari stakeholders sul raggiungimento degli SDGs
È stato chiesto alle imprese coinvolte nell’indagine di esprimere un’indicazione su quali categorie di stakeholders stiano oggi agendo più efficacemente per il raggiungimento dei 17 SDGs tra pubblica amministrazione, imprese, mondo educazione, volontariato e sindacati. Tra questi, la Pa è indicata come soggetto più attivo sugli SDGs 6 (Acqua pulita), 11 (Città sostenibili) e 16 (Pace, giustizia e istituzioni). Le imprese sono invece percepite come soggetto chiave sugli SDGs 7 (Energia sostenibile), 8 (Lavoro e crescita), 9 (innovazione e infrastrutture) e 12 (Produzione e consumi responsabili). In ottica futura, emerge come l’aspettativa su chi dovrebbe agire in modo prioritario per il raggiungimento degli SDGs si concentri sulla Pubblica amministrazione, richiedendo uno sforzo superiore di circa il 25% rispetto alla percezione di efficacia odierna. 
 
Impatti e opportunità delle varie filiere
Alle aziende è stato inoltre richiesto un giudizio quantitativo rispetto alla percezione che le varie filiere hanno in termini di impatto negativo e opportunità da cogliere rispetto al raggiungimento dei 17 SDGs. Il risultato ottenuto mostra una chiara correlazione tra i due aspetti, evidenziando che settori produttivi che sono percepiti come impattanti (per esempio agrofood, servizi energetici, meccanica, costruzioni), sono allo stesso tempo percepiti come quelli che possono avvantaggiarsi maggiormente da un posizionamento strategico e operativo sui Goals dell’Agenda 2030.
 
Opportunità e ostacoli
Tra le opportunità principali indicate dalle imprese rispetto all’Agenda 2030 emergono la possibilità di valutare il profilo di sostenibilità attraverso i 17 Goals (51%), l’utilizzo dei 17 Goals per ispirare nuovi obiettivi di sostenibilità d’impresa e un piano di azione dedicato (46%) e la possibilità di anticipare tendenze e scenari futuri (41%). Meno rilevanti, attualmente, la possibilità di utilizzare l’Agenda 2030 come strumento di coinvolgimento dei dipendenti, come elemento di distinzione commerciale o come ispirazione per nuove soluzioni gestionali. Tra gli ostacoli principali rispetto all’attuazione di azioni coerenti con gli SDGs sono indicati principalmente la scarsa conoscenza (62%), la mancanza di competenze gestionali dedicate (45%) e le difficoltà gestionali nell’integrare gli SDGs nelle strategie aziendali (33%).
 
Strumenti gestionali prioritari futuri per migliorare il posizionamento in ottica SDGs
Gli strumenti gestionali e operativi individuati dalle aziende coinvolte per migliorare il proprio posizionamento in ottica Agenda 2030 sono principalmente progetti di innovazione ambientale ed economia circolare (46%), progetti di supporto alla comunità locale (42%) e progetti per il benessere dei dipendenti (39%). Anche in questo caso, si nota una continuità rilevante se si confrontano gli strumenti prioritari con quelli già utilizzati dalle aziende.
Le aziende coinvolte segnalano infine un importante interesse verso attività di confronto e collaborazione per progetti relativi all’Agenda 2030. Il 78% delle imprese si dichiara interessato a prenderne parte, in particolare nell’ambito di workshops di scambio di pratiche SDGs in corso tra aziende o di co-design su azioni su singoli SDGs con altre imprese della stessa o di altre filiere.
Con il 2020 inizia un decennio di sfide che chiamano all’azione per i 17 Goals. Dalle imprese locali emergono impegni che vanno rafforzati e accellerati, con una combinazione di azioni multilivello e nuove alleanze.
 

 

 

 

 


Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti. 

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