The Economist: quali sono le città con più aree pedonali nel mondo?
Milano guida la classifica, ma non è l’unica rappresentante italiana. L’Europa eccelle, America fuori dalla Top 50. Dalle “città dei 15 minuti” a una migliore diffusione dei servizi, ecco come può cambiare la vita dei cittadini. 6/3/2025
L’Europa è il continente più a misura di pedone, con 45 aree urbane che figurano nella lista delle 50 grandi città più accessibili a piedi. Lo racconta il settimanale The Economist, in un articolo del 7 febbraio che riporta i risultati di una ricerca pubblicata su Nature Cities.
Il gruppo di ricercatori della Sony computer science laboratories di Roma, che ha realizzato lo studio dal titolo “A universal framework for inclusive 15-minute cities”, ha preso in esame 10mila città del mondo per valutare quanto fossero percorribili a piedi e analizzato come rafforzare ulteriormente la pedonabilità di alcune aree urbane.
La classifica delle grandi città più accessibili a piedi
In testa troviamo una città italiana. Milano, infatti, si posiziona in cima alla classifica, con_i suoi abitanti che impiegano solo circa sei minuti per raggiungere i servizi essenziali, come scuole, ospedali e negozi, con una percentuale di accessibilità pari al 97,5%. Bene anche Torino (3° posto) e Genova (9° posto), con un tempo di percorrenza che si attesta intorno ai sette e agli otto minuti, garantendo un’elevata accessibilità pedonale. Tra le altre città europee con un ottimo posizionamento in classifica troviamo anche Copenhagen (2a), Dublino (4a) e Lione (5a). Chiudono la Top 10 in ordine Monaco di Baviera, Parigi, Marsiglia e infine, dopo la già citata Genova, Edimburgo.
Per quanto riguarda il resto del mondo, negli Stati Uniti e in Canada, il percorso per migliorare le posizioni in classifica è ancora lungo. Vancouver è la città nordamericana più avanzata in termini di accessibilità pedonale, ma si posiziona 53esima. Manhattan, invece, è l’unico distretto a presentare un’alta percorribilità pedonale, ma il dato complessivo della città di New York viene penalizzato dagli altri distretti della città. In Asia, invece, si distinguono per la loro accessibilità pedonale Kyoto (28esima) e Tokyo (50esima) in Giappone, Taipei (35esima) e Taichung (49esima) a Taiwan, e Kathmandu (45esima) in Nepal.
Come migliorare l’accessibilità pedonale: il modello della "città dei 15 minuti"
Nelle città dei 15 minuti gli abitanti possono raggiungere scuole, teatri, presidi ospedalieri, negozi e altri servizi essenziali in pochi minuti, riducendo l’utilizzo dei mezzi di trasporto e generando benefici per l’intera popolazione.
A Parigi il 93% della popolazione può raggiungere i servizi essenziali in soli otto minuti, ma con un po’ di riorganizzazione urbana il tempo medio di percorrenza potrebbe essere ridotto a sei minuti, portando al 97% il totale di cittadine e cittadini residenti in quartieri accessibili a piedi.
Anche in altre città si potrebbero ottenere miglioramenti significativi. A Rio de Janeiro, la maggior parte dei servizi si concentra lungo la costa, ma attraverso una redistribuzione più funzionale verso le aree interne si potrebbe ridurre il tempo medio di percorrenza da 25 a 15 minuti. A Melbourne, invece, solo il 50% della popolazione vive in quartieri dei 15 minuti, nonostante ciò, grazie a una pianificazione urbana più efficace questa percentuale potrebbe salire al 90%.
Le difficoltà della progettazione urbana
Non tutte le città possono facilmente adottare il modello della città dei 15 minuti. Metropoli come Atlanta, caratterizzate da un'estesa espansione suburbana, il numero di servizi fondamentali dovrebbe incrementare di dodici volte per raggiungere i livelli di accessibilità delle città densamente popolate. Tuttavia, anche attraverso piccoli interventi è possibile migliorare la distribuzione dei servizi, generando benefici concreti per la salute delle cittadine e dei cittadini, la riduzione dell'inquinamento e il sostegno alle attività commerciali locali.
Con una pianificazione urbana accurata e strategie mirate, molte città hanno la possibilità di ottimizzare l’accesso all'assistenza sanitaria, all'istruzione e a tutti i servizi essenziali, garantendo un ambiente più sano, vivibile e connesso per la cittadinanza.
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di Ilaria Delli Carpini
Copertina: Unsplash