Missioni Ue: cittadini pronti a partecipare, ma scettici sul proprio impatto
Un sondaggio della Commissione europea rivela che vogliono contribuire alle sfide su clima, salute, città, oceani e suolo, ma serve abbattere le barriere al coinvolgimento, puntare su benefici locali e adottare approcci diversificati.[VIDEO] 24/3/2025
Quanto ne sanno le cittadine e cittadini europei delle missioni dell’Unione europea e quanto sarebbero disposti a partecipare attivamente per dare un contributo? A questi interrogativi ha voluto fornire delle risposte la Commissione europea, pubblicando di recente i risultati di un sondaggio online condotto tra giugno e luglio 2023 su 4.648 cittadine e cittadini provenienti da sei Paesi europei: Italia, Finlandia, Francia, Irlanda, Polonia e Romania.
Il sondaggio, presentato nel rapporto "Engaging citizens in Eu missions", ha indagato le conoscenze e le opinioni della cittadinanza sulle sfide sociali che l’Unione europea si è impegnata ad affrontare nell’ambito delle missioni di Horizon Europe, nonché la loro volontà di partecipazione.
Le missioni di Horizon Europe - il programma di finanziamento dell’Ue dedicato alla ricerca e all'innovazione, attivo dal 2021 al 2027, con un budget di 95,5 miliardi di euro – riguardano l’adattamento ai cambiamenti climatici, la lotta contro il cancro, la sostenibilità delle città, la salute delle acque e la tutela del suolo.
I dati salienti del sondaggio sul coinvolgimento dei cittadini
Circa la metà degli intervistati ha dichiarato di ritenersi moderatamente o molto informato su ciascuna delle missioni dell’Ue. La sfida legata alla tutela del suolo risulta essere la meno conosciuta, con il 27% che ha dichiarato di non saperne quasi nulla o di non averne mai sentito parlare. Questa percentuale in Italia scende al 20%, evidenziando un livello di conoscenza generalmente superiore alla media.
Tutte le tematiche affrontate dalle missioni suscitano una forte preoccupazione (si veda la seguente immagine), con il cancro in testa (il 52% è “molto” o “estremamente” preoccupato), seguono l’adattamento ai cambiamenti climatici (47%) e la tutela degli oceani e delle acque (45%). È interessante rilevare che i livelli di ansia sono più bassi tra i giovani (18-34 anni). Per tutte le sfide, l’Italia ha registrato un numero di cittadini estremamente preoccupati superiore alla media, fino a sette punti percentuali in più.
Per valutare la propensione alla partecipazione, è stato chiesto agli intervistati quanto sarebbero stati disposti a impegnarsi in sei ipotetiche attività di coinvolgimento dei cittadini legate alle missioni. Nel complesso hanno dichiarato una elevata disponibilità, che va dal 61% al 69% a seconda del progetto. La probabilità di aderire era più alta in Italia e Romania (68%). La maggior parte ha anche affermato di ritenere “molto o estremamente importante” il coinvolgimento dei cittadini nelle sfide, ossia dal 64% al 70% in base alla missione.
Invece, le opinioni degli intervistati sulla loro capacità effettiva di influenzare i processi decisionali erano più variabili. Solo una persona su quattro (24%) ritiene di avere un forte impatto (almeno 8 punti su una scala da 0 a 10). In Italia lo ha dichiarato quasi una persona su tre (29%.).
Il sondaggio ha individuato le barriere alla partecipazione e i fattori che invece la favoriscono. Nel primo caso, i principali ostacoli sono la mancanza di informazioni (circa 44%) e di fiducia nelle istituzioni pubbliche (circa 40%), seguono le scarse competenze e l’accesso limitato ai processi decisionali (circa 35%). Nel secondo caso, tra gli intervistati la prospettiva di partecipare a progetti che generano benefici diretti (personali o sulla propria comunità) ha suscitato maggior entusiasmo rispetto a quelli con impatto solo a livello nazionale o europeo. E quando è stato chiesto loro di elencare i fattori che prendono in considerazione al momento di decidere se partecipare, gli intervistati si sono concentrati più sui benefici collettivi che personali. In Italia il fattore più citato è la condivisione di conoscenze ed esperienze (33%).
Infine, il sondaggio ha rivelato che tra le tipologie di iniziative di coinvolgimento della cittadinanza, le assemblee dei cittadini sono le più conosciute, mentre il 69% dei rispondenti non ha mai sentito parlare degli hackaton. In merito al formato delle attività, non emerge una preferenza netta tra iniziative individuali, di gruppo, online, in presenza o ibride. Un fattore che evidenzia la necessità di adottare un approccio diversificato per favorire una maggiore partecipazione civica.
Cancro, clima, città, oceani e suolo: le cinque missioni di Horizon Europe
L’obiettivo principale di Horizon Europe è migliorare la vita delle cittadine e dei cittadini europei, favorire lo sviluppo economico e la competitività industriale dell'Europa, contribuendo alla realizzazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 e dell’Accordo di Parigi sul clima. Di seguito sono riepilogati sinteticamente i temi affrontati dalle cinque “missioni” lanciate dall’Unione, sottoposte a valutazione nel sondaggio, che prevedono progetti di ricerca e misure politiche e legislative per raggiungere risultati concreti entro il 2030:
- l’adattamento ai cambiamenti climatici: l’obiettivo principale è rendere 150 Regioni europee resilienti;
- la lotta contro il cancro: si punta a migliorare la vita di oltre 3 milioni di persone attraverso prevenzione, cura e supporto;
- la creazione di 100 città climaticamente neutre e intelligenti, che fungeranno da centri di sperimentazione per consentire a tutte le città europee di seguire l’esempio entro il 2050;
- il ripristino della salute degli oceani e delle acque, promuovendo un'economia blu sostenibile;
- un “accordo sul suolo per l’Europa” il cui obiettivo principale è istituire 100 laboratori (“Living lab”) e centri di ricerca per la gestione sostenibile dei terreni nelle aree urbane e rurali.
Nel 2023, a due anni dal lancio, la Commissione europea ha presentato la prima relazione dei progressi delle missioni (la prossima è attesa per il 2025). La valutazione evidenzia che tutte e cinque stanno procedendo complessivamente secondo i piani di attuazione, ma con alcune criticità: servono una governance più efficace e snella, maggiori finanziamenti, un coinvolgimento più ampio del settore privato e una maggiore visibilità delle azioni concrete sul campo.
Infine, la partecipazione attiva delle cittadine e dei cittadini rimane un fattore cruciale per il successo delle missioni, occorre pertanto intensificare gli sforzi nella comunicazione e nelle iniziative di sensibilizzazione.
Di Antonella Zisa
GUARDA ANCHE: Rosenkilde (Real Deal): "Testing new citizen deliberative methods with the Real Deal Project"
Copertina: Unsplash