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Attualmente nel mondo 828 milioni di persone vivono in baraccopoli, e il numero è in continuo aumento. In Italia la precarietà abitativa ha assunto ulteriore rilievo a causa dell’acuirsi della crisi sociale: la condizione di sovraffollamento nel 2021 riguarda il 28% della popolazione contro una media europea del 17,1%.

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FOCUS. Siamo alla vigilia di un grande sviluppo dell’auto elettrica

Gli attuali modelli hanno ancora costi molto elevati, ma il piano Ue per rendere il 100% delle nuove auto a zero emissioni entro il 2035 porterà ad un aumento dell’offerta con costi più bassi. Da futuranetwork.eu  14/10/21

Secondo i dati a disposizione della Commissione europea, le automobili sono responsabili del 12% delle emissioni di gas serra del continente. Il passaggio verso l’elettrico è una tappa fondamentale nella strategia per rendere l’Europa neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Per raggiungere questo traguardo, la Commissione ha adottato il pacchetto “Fit for 55” che tra l’altro prevede di ridurre del 55% le emissioni delle automobili entro il 2030 e portare a zero le emissioni prodotte dalle automobili nuove entro il 2035.

Era il 1901 quando Ferdinand Porsche, fondatore dell’omonima casa automobilistica, commercializzò la prima auto ibrida. Dato il basso prezzo del petrolio, Ford riuscì ad abbattere i costi di produzione del famoso “modello T” a benzina. I motori a scoppio ebbero il sopravvento e l’elettrico scomparve fino al 1997, anno in cui Toyota immise sul mercato la prima auto ibrida prodotta su scala industriale. Quello che accade dopo è storia recente, con un interesse sempre più marcato verso le auto elettriche da parte delle grandi aziende automobilistiche.

Secondo l’edizione 2021 del Rapporto “Electric vehicle outlook” stilato da BloombergNEF, attualmente ci sono circa 12 milioni di auto elettriche nel mondo. I prezzi delle batterie continuano a diminuire, la pressione politica verso il "Net Zero" è in aumento in molti Paesi e sul mercato si affacciano nuovi modelli di veicoli elettrici. Tuttavia, nonostante questo rapido aumento, il trasporto su strada non è ancora sulla buona strada per la neutralità carbonica entro il 2050 e sarà necessaria un'azione aggressiva da parte dei responsabili politici, specialmente sui veicoli più pesanti.

Lo scenario. Negli ultimi due anni, dichiara una ricerca Eurac research, i dati sui veicoli elettrici hanno subito un’impennata, tanto che le previsioni del settore non tengono il passo. I prezzi sono ancora molto alti e devono abbassarsi. In Norvegia, dove il 54% per cento delle vetture vendute nel 2020 erano alimentate elettricamente, il governo ha attuato un mix di tasse più alte per le auto tradizionali e di incentivi per l’acquisto di auto elettriche.

Secondo l’ong indipendente Transport & Environment, se aumenta la richiesta, aumenta la produzione, si abbassano i costi, e aumenta il numero di modelli disponibili, con un ventaglio di prezzi più ampio e possibilità di scelta per tutte le tasche. Nel 2018 sul mercato mondiale c’erano 60 modelli, nel 2025 ce ne saranno 300.

Quanto costa l’auto elettrica. Uno dei motivi per cui le auto elettriche non sono ancora così diffuse è il loro costo elevato. Anche i modelli più piccoli, difficilmente scendono sotto i 25mila euro. Le batterie, nonostante l’evoluzione tecnologica degli ultimi dieci anni, sono la componente che incide maggiormente sul costo totale. I prezzi delle batterie agli ioni di litio sono diminuiti dell'89% dal 2010 al 2020, con una media ponderata rispetto al volume che ha raggiunto i 137 $/kWh. Secondo Eurac research, la soglia magica è di 100 dollari: quando stoccare un kilowattora di energia costerà meno di 100 dollari un’auto elettrica costerà meno di un’auto diesel o a benzina. La densità media di energia della batteria, intesa come rapporto tra la quantità di energia accumulata e il volume della batteria, sta aumentando del 7% all'anno e le nuove sostanze chimiche continuano a migliorarne le performance. Attualmente in commercio ci sono varie soluzioni di auto elettriche, con pacco batteria che vanno dai 30kWh ai 50kWh. Considerando una batteria da 30kWh e un’autonomia di 200 km, la percorrenza media dell’auto elettrica è di circa 6,6 km per kWh (200 km/30kWh). Se volessimo confrontare i consumi tra un’auto a benzina (con consumo stimato di circa 18 km/l) ed una alimentata elettricamente, lo scenario è a favore dell’auto elettrica.

Il costo per 1 kWh di una infrastruttura di ricarica pubblica è di circa 0,40 € (fonte: Enel X), mentre il costo per 1 kWh di ricarica casalinga è di 0,31 € (fonte: Arera, Autorità di regolazione per energia reti e ambiente). Con 1,4€ di ricarica riusciremmo a percorrere 23 km in caso di ricarica pubblica e 29 km con la ricarica casalinga, rispetto ai 18km dell’auto tradizionale.

Emissioni e impatto sull’ambiente. L’auto elettrica non genera emissioni a livello locale. Per circolare genera meno emissioni rispetto a un’auto a benzina o diesel, anche se per alimentarla venisse usata esclusivamente energia elettrica prodotta da centrali a carbone. Secondo uno studio della ong Transport & environment, confermato da un altro studio della ong International council on clean transportation, le auto diesel e a benzina generano fino a tre volte più emissioni.

Questo perché i motori elettrici sono più efficienti dei motori a scoppio nel trasformare l’energia in movimento. Inoltre, a differenza di un’auto diesel o a benzina, non consuma direttamente materie prime fossili per muoversi.

È anche vero che per produrre le batterie di un’auto elettrica serve più energia, e dunque più emissioni, rispetto a produrre un veicolo a combustione interna, ma la differenza viene compensata dal fatto che le auto elettriche, durante l’utilizzo, generano meno emissioni. Se riuscissimo ad aumentare la quota di rinnovabili nel mix di produzione di elettricità, diminuirebbero le emissioni indirette delle auto elettriche.

Un altro aspetto da non sottovalutare è il fine vita del prodotto. Mentre i veicoli tradizionali vengono rottamati, le batterie delle auto elettriche possono avere una seconda vita, possono essere utilizzate come supporto di accumulo statico per la rete elettrica, immagazzinando energia eolica e solare. Dopo molti anni di utilizzo, la batteria può essere riciclata quasi al 100%, visto che i materiali di cui è composta non sono stati consumati. Questo significa che serviranno meno materiali nuovi per costruire le batterie dei veicoli elettrici di seconda e terza generazione.

Infrastruttura di ricarica e range anxiety. Secondo l’ultimo report Motus-e, che copre tutti i maggiori operatori che installano o rendono pubblicamente accessibili le infrastrutture di ricarica, al 30 settembre 2021, in Italia, sono stati installati poco meno di 25 mila punti di ricarica. A partire dal 2025, saranno definiti nuovi obiettivi per i punti di ricarica, ma, secondo i piani europei di sviluppo, i Paesi dovranno garantire una capacità di ricarica sufficiente per il numero di auto elettriche presenti sulle strade, in modo che i conducenti possano essere sicuri di poter ricaricare i propri veicoli nel luogo in cui vivono o lavorano e anche quando escono dai confini nazionali per andare in vacanza.

Una delle preoccupazioni principali di chi si accinge ad acquistare un’auto elettrica è la paura di rimanere a piedi, definita “range anxiety”, che nella maggior parte dei casi è una preoccupazione infondata. Attualmente quasi tutte le auto elettriche in commercio garantiscono almeno 200 km di autonomia, fino ad arrivare a punte di 600/650 km, ben oltre i 50 km che vengono percorsi in media ogni giorno in Italia, come calcolato da una ricerca europea. Secondo uno studio di Arera, la ricarica avviene in maggioranza a casa o in ufficio, solo raramente è necessario fare rifornimento in giro come succede con le auto tradizionali.

Incentivi all’acquisto. In Europa, così come in Italia, si concedono incentivi economici per l’acquisto di automobili elettriche. Così come riporta il rapporto Eurac research, in Italia le Leggi di bilancio 2019 e 2021 prevendono un contributo fino a un massimo di 8 mila euro per l’acquisto di auto elettriche e ibride plug-in (cioè sia a benzina sia elettriche con ricarica alla colonnina) e il contributo viene calcolato sulla base delle emissioni di CO₂.

 

di Tommaso Tautonico

giovedì 14 ottobre 2021

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