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Relazione annuale Cipess, Tabacci: “Verso gli investimenti pubblici sostenibili”
Alla Camera la presentazione delle attività del Comitato, con le misure su infrastrutture, coesione nazionale, salute e ambiente. Le nuove competenze sullo sviluppo sostenibile e l’attuazione della direttiva Draghi. 20/7/22
Il 19 luglio il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Bruno Tabacci, segretario del Cipess, ha presentato, presso la Sala del Refettorio della Camera dei deputati, la relazione sull’attività del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) relativa all’anno 2021 e trasmessa al Parlamento il 28 giugno. Lo scorso anno il Cipess ha adottato 91 delibere, tutte registrate dalla Corte dei conti e pubblicate in Gazzetta Ufficiale. Il 2021, inoltre, è stato un anno decisivo per il Comitato e le prospettive della sua attività in quanto dal primo gennaio è entrata in vigore la riforma che ha sancito la trasformazione del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) in Cipess, con il compito di rafforzare il coordinamento delle politiche di investimento pubblico e orientarle al perseguimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Si tratta di una trasformazione che l’ASviS ha sollecitato fin dalla sua fondazione, nei documenti e nelle dichiarazioni di Enrico Giovannini, che ne è stato portavoce fino al suo ingresso nel governo Draghi.
Tra i provvedimenti che incideranno in modo più significativo sull’attività del Comitato, ha sottolineato Tabacci, c’è l’adozione a dicembre 2021 della direttiva del presidente del Consiglio recante le “Linee di indirizzo sull’azione del Cipess per l’anno 2022”, riguardante gli investimenti pubblici sostenibili. La direttiva prevede l’adozione entro quest’anno di una delibera per avviare una valutazione di sviluppo sostenibile delle opere e degli investimenti pubblici anche in considerazione dei principi del “Do no significant harm” previsto dagli obblighi europei. In questo lavoro il Cipess è supportato dal Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici (Nuvv), che sta studiando i vari indicatori connessi agli Obiettivi dell’Agenda Onu 2030.
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Tabacci ha affermato che “la nuova fase economica, che sarà caratterizzata dalla rilevanza strategica degli investimenti pubblici, conferma e rilancia il ruolo del Cipess”, ma ha anche richiamato l’attenzione sui problemi legati alla lentezza e alla capacità di spesa dell’Italia: “Più volte sono emerse le criticità connesse alla realizzazione degli interventi finanziati dal Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc). Sui 47,5 miliardi di euro di risorse programmate nel periodo 2014- 2020, sono stati impegnati poco più di 11 miliardi di euro, di cui solo 4,2 miliardi effettivamente utilizzati. L’auspicio è che utili indicazioni possano arrivare dalle stringenti procedure previste in ambito Pnrr, con un rafforzamento della capacità amministrativa e di supporto alle amministrazioni locali, in particolare quelle del Sud ma non solo”.
Marco Leonardi, capo del Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica (Dipe), ha evidenziato i progressi del Cipess in termini di riduzione dei tempi di perfezionamento delle delibere. Rilevante, ha aggiunto, è stata inoltre la maggiore efficienza e qualità istruttoria, grazie al ruolo di coordinamento svolto dal Dipe, ma anche alla collaborazione con la Ragioneria generale dello Stato e con la Corte dei conti. Tra le delibere più significative del 2021: gli aggiornamenti dei contratti di programma Anas e Rfi; i pareri sugli atti aggiuntivi e i piani economico-finanziari delle concessioni autostradali; il via libera, su proposta del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, all’utilizzo di 538 milioni per il completamento del Mose e per la salvaguardia della laguna di Venezia; l’approvazione dei Piani di sviluppo e coesione (82,5 miliardi); l’accordo di partenariato (Ap) per l’Italia (42 miliardi); il riparto del Fondo del Servizio sanitario nazionale (circa 121 miliardi); le garanzie Sace a sostegno di investimenti green.
Biagio Mazzotta, ragioniere generale dello Stato, si è concentrato sulla necessità di una gestione efficiente dei fondi europei: “Nei prossimi anni ci saranno ingenti risorse a disposizione, circa 400 miliardi di euro. La parola chiave è programmazione. Il metodo da seguire dovrebbe essere quello del Piano nazionale di ripresa e resilienza che è basato sul raggiungimento di obiettivi e risultati”. Una visione condivisa da Tabacci, che nelle sue conclusioni ha ricordato come “il Pnrr è un’occasione per rimettere in sesto il modo di procedere della Pubblica amministrazione. Fondamentale sarà un’azione per evitare la parcellizzazione dei progetti”.
di Andrea De Tommasi