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L’Emilia-Romagna avanza verso l’Agenda 2030: “La sostenibilità si fa insieme”

Regione e ASviS hanno presentato i risultati del progetto di territorializzazione: bene su ricerca e sviluppo, disuguaglianze e disoccupazione. Necessario assicurare dati sempre più affidabili e coinvolgere le comunità.   7/4/23

L'Emilia-Romagna è in posizione più avanzata o pari rispetto alla media nazionale per 25 obiettivi su 30 della sua Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, con risultati nettamente migliori per la spesa per ricerca e sviluppo, l’abbandono scolastico, la scuola dell’infanzia, la copertura vaccinale, le iniziative di prevenzione e contrasto alla disuguaglianza tra i redditi e la disoccupazione. I cinque target sui quali si registrano andamenti sotto la media nazionale riguardano ambiti nei quali o la regione non ha possibilità di influire (quota di dipendenti con paga bassa, affollamento delle carceri) o che riguardano l'intero Bacino Padano (qualità dell'aria).

È quanto emerge dall’evento “La territorializzazione dell’Agenda 2030 Emilia-Romagna. Il sistema multilivello della Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile” che si è svolto il 6 aprile a Bologna, presso la sede regionale, e in diretta streaming.

Il progetto, condotto dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con l’ASviS, ha coinvolto 16 enti locali: la Città metropolitana di Bologna; le Province di Modena, Piacenza e Ravenna; le Unioni dei Comuni Bassa Romagna, Rubicone e Mare, Terre d’Argine, Valli del Reno, Lavino e Samoggia; i Comuni di Albareto, Bologna, Cesena, Civitella di Romagna, Monte San Pietro, Parma, Piacenza e Reggio Emilia. Come è stato sottolineato, è la prima volta che in una regione italiana si realizza un progetto così ampio di sistema multilivello, che analizza la situazione regionale in quattro aree, e la mette a confronto con la mappatura nazionale.


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Ad aprire il dibattito è stato il capo di Gabinetto del presidente Bonaccini, Andrea Orlando: “La Strategia è uno strumento utile che consente alle amministrazioni di lavorare e progettare insieme, è integrata e partecipata. Ma puntiamo a farla diventare sempre più dinamica e misurabile. La misurazione per noi non è un mezzo per giudicare l’operato delle amministrazioni: l’obiettivo è coinvolgere nuovi enti locali alla realizzazione degli obiettivi”.

La Regione Emilia-Romagna ha coinvolto l’ASviS nel percorso di costruzione della sua Strategia regionale. “Il nostro supporto in questo progetto ha una duplice valenza”, ha spiegato Federico Olivieri, dell’area Ricerca dell’Alleanza: la prima riguarda “il confronto dell’andamento dei diversi territori rispetto al conseguimento degli obiettivi quantitativi della Strategia regionale di sviluppo sostenibile e del Defr, il Documento di economia e finanza regionale”. La seconda fase consiste nella “mappatura delle azioni e delle politiche degli enti territoriali per facilitare il raggiungimento degli obiettivi definiti dalla Strategia”. I risultati sono all'interno dei Documenti unici di programmazione (Dup) dei comuni e dei documenti pubblicati dalle province. L'obiettivo, ha concluso Olivieri, è quello di “costruire progressivamente un unico sistema integrato fra gli obiettivi e la Strategia regionale e il processo di programmazione di tutti gli enti locali della regione”.


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“Siamo partiti dalla Città metropolitana di Bologna e dal Comune di Monte San Pietro che ci permette di vedere il multilivello nella sua interezza”, ha affermato Walter Vitali, coordinatore del Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 11 (Città e comunità sostenibili) ed ex sindaco di Bologna. “L’utilità di questo progetto è nella possibilità di mostrare ai cittadini, alle associazioni e alle imprese lo stato dell'arte dei territori sugli Obiettivi dell’Agenda 2030, anche rispetto ai livelli superiori di amministrazione. Lo sviluppo sostenibile, infatti, non può essere che frutto di un’azione comune e bisogna guardare al territorio, non solo alle competenze degli enti. Siamo molto soddisfatti, si tratta di un’esperienza di rendicontazione pubblica di cui esistono pochi esempi a livello internazionale”.

Nella seconda parte del convegno i rappresentanti degli enti locali hanno condiviso le loro esperienze. Lucia Ferroni, responsabile del Piano strategico della Città metropolitana di Bologna, ha parlato di “una sfida collettiva delle istituzioni” verso la sostenibilità e ha definito il sistema multilivello uno strumento di lavoro “capace di reagire al cambiamento”: “La Regione e la Città metropolitana, nel 2022, hanno consegnato il Documento unico di programmazione. Da lì è partita la sperimentazione, con i primi risultati: il sistema di multilivello contribuisce a un sentire comune, con la volontà di farlo diventare un sistema strutturato”.

“Si tratta di un processo sul quale riflettevamo già nel 2017 con l’Agenda Onu 2030”, ha affermato nell’intervento successivo Mariagrazia Bonzagni, direttrice di Programmazione e Statistica del Comune di Bologna. “Pensavamo che potesse diventare il motore del comune, che si preoccupa del benessere e dello sviluppo della sua comunità. E non c’è nulla di meglio che l’Agenda 2030. Siamo partiti da un percorso di alfabetizzazione per la sostenibilità, e, dopo i primi Dup, abbiamo stabilito gli obiettivi strategici e operativi, ragionando sugli indicatori e facendo una classifica”. Gli ostacoli non mancano, ha ammesso Bonzagni, a partire dalla scarsità di dati che riguarda in particolare i comuni più piccoli, ma la strada è tracciata: “La sostenibilità non si fa da soli, ma insieme”.

Il valore della dimensione partecipativa è stato sottolineato anche da Francesco Brianzi, assessore alle Politiche giovanili e all’Agenda 2030 del Comune di Piacenza: “Serve che la sostenibilità sia sentita anche a livello locale. I risultati di quello che stiamo facendo non possono rimanere su un foglio ma devono arrivare alla cittadinanza. Abbiamo lanciato il logo Piacenza 2030 che è diventato anche un bando per i giovani, e poi altre esperienze innovative. Credo che una delle grandi assenti dell’Agenda 2030 sia la cultura, per questo stiamo mettendo in campo azioni culturali come la partecipazione al Festival dell’ASviS”.

Daniele Cristoforetti, direttore generale dell’Unione delle Terre d'Argine, che aggrega i quattro comuni di Campogalliano, Carpi, Novi di Modena e Soliera, si è concentrato sul concetto di integrazione: “Abbiamo avviato negli ultimi 17 anni un percorso che ha generato quella che viene definita una ‘città diffusa’, basata su servizi alla persona, educativi e sociali, servizi informativi e finanziari, sistemi di governance e gestione strategica”.

Roberta Cuffiani, dell’area Statistica della Provincia di Ravenna, ha sottolineato la necessità di scambiare esperienze tra i territori per risultati più equi e sostenibili. Ma per raggiungere gli obiettivi, ha affermato la sindaca del Comune di Monte San Pietro Monica Cinti, servono maggiori risorse che consentono di allargare la platea dei partecipanti e dati completi e trasparenti. Andrea Massari, presidente di Upi Emilia-Romagna, ha ribadito in un messaggio l’impegno della sua associazione per affiancare regioni e comuni sui temi della sostenibilità.

È stata poi la volta di Anna Bombonato, dirigente del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, che ha illustrato il processo di accompagnamento del ministero alla territorializzazione. Un percorso che parte dall’approvazione della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile. “L'interconnessione è un tema fondamentale del processo di governance multilivello, gli obiettivi della Strategia come quelli dell’Agenda 2030 sono legati tra loro. La nostra azione è stata quella di allineare i percorsi della Strategia nazionale e di supportare le regioni nell'agganciare gli obiettivi strategici di sostenibilità con gli strumenti di programmazione e di bilancio”.


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La presidente dell’ASviS, Marcella Mallen, ha evidenziato il valore aggiunto della collaborazione tra l’Alleanza e l’Emilia-Romagna: “È stata una collaborazione entusiasmante e proficua con una regione che vanta una lunga tradizione di governance inclusiva capace di coinvolgere tutta la comunità”. Un sistema, ha osservato, che deve essere collocato nell'ambito dell'aggiornamento della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile. Molti i punti toccati nel suo intervento: dalla promozione della cultura dei dati a una misurazione affidabile e univoca, da una piattaforma comunicativa che faciliti la lettura dei risultati alla responsabilità degli enti locali verso i cittadini e la società civile. Poi ha ricordato: “Durante le giornate del Festival dello Sviluppo Sostenibile, che si svolgerà dall’8 al 24 maggio, l’ASviS terrà le sue iniziative in diverse città, ciascuna con un focus specifico: Napoli, Bologna, Milano, Torino e Roma. Questa scelta va nella direzione di valorizzare il ruolo dei territori come protagonisti dell’attuazione dell’Agenda 2030”.

Le conclusioni sono state affidate a Irene Priolo, vicepresidente e assessore alla Transizione ecologica dell’Emilia-Romagna: “L'Emilia-Romagna crede negli obiettivi fissati dall'Agenda 2030 ed è al lavoro per attuarli attraverso la nuova stagione di pianificazione e le politiche definite su scala regionale. A questo si unisce il fondamentale lavoro di squadra con i territori. Servono collaborazione, coinvolgimento e impegno di tutti, dalle istituzioni a ogni livello di governo, fino ai singoli cittadini. Abbiamo bisogno che l’Agenda 2030 sia più dirompente nelle politiche pubbliche”.

I risultati del progetto

 

di Andrea De Tommasi

venerdì 7 aprile 2023

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