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Città italiane in prima linea per la sostenibilità, ma manca un coordinamento
Dalla classifica Fpa delle città smart al Cresco Award, al patto di Parigi tra i sindaci, sono soprattutto le metropoli del Nord a trainare le iniziative di sviluppo sostenibile del Paese, ma manca una politica coordinata.
Sono molte le istanze e le iniziative di sostenibilità che negli ultimi tempi sono partite proprio dalle città. Eppure, come ha già sottolineato Urban@it nel suo terzo rapporto annuale, nonostante le politiche stiano dedicando nuova attenzione ai contesti urbani, in Italia non è stata ancora adottata una visione strategica del loro ruolo nello sviluppo del Paese.
Lo testimonia in primo luogo l’ICity Rate 2017 di Forum Pa (Fpa), il rapporto che fornisce ogni anno una classifica delle smart city italiane tra 106 comuni capoluogo. Secondo il documento, pubblicato il 24 ottobre, è Milano la città più avanzata d’Italia in termini di vicinanza ai bisogni dei cittadini, inclusione e vivibilità, e lo è per la quarta volta consecutiva soprattutto grazie alla buona performance in termini di crescita economica, mobilità sostenibile, innovazione e trasformazione digitale. Tuttavia, variabili ambientali come il consumo di suolo e la qualità dell’aria ne riducono la distanza dalle altre città della classifica. La tallona, infatti, Bologna, seconda smart city a soli due punti di distanza dal podio, seguita da Firenze, Venezia, Trento, Bergamo, Torino, Ravenna, Parma e Modena. Le città più sostenibili sono quindi quelle del Nord e dell’area emiliano-romagnola. Evidenti ritardi al Sud, dove la prima città a figurare nella lista è Cagliari, al 47esimo posto. In fondo alla classifica si trovano Catanzaro, Crotone, Agrigento, Caltanissetta, Vibo Valentia e Trapani.
In linea con le conclusioni del rapporto di Urban@it, Gianni Dominici, direttore generale di Fpa, ha sottolineato come l’ICity Index evidenzi “un ritardo del sistema urbano italiano nei confronti degli obiettivi di sostenibilità, che rischia di limitare l’attrattività e la vivibilità dei nostri centri urbani. I 106 comuni capoluogo analizzati raccontano un’Italia delle città senza una politica coordinata e un quadro di riferimento condiviso per rispondere a grandi sfide come cambiamento climatico, povertà, mobilità sostenibile, consumo di suolo e sicurezza. Serve un coordinamento di tutti i livelli di governo con al centro la dimensione urbana, perché nelle città si addensano i problemi sociali ed economici, ma si trovano anche le competenze e le risorse per risolverli”.
A confermare che le aree urbane più impegnate per la sostenibilità sono soprattutto quelle del Nord è anche la seconda edizione del Cresco Award, il premio promosso dalla Fondazione Sodalitas in collaborazione con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci). Infatti, tra i sei comuni che hanno vinto il premio, che riconosce l’impegno dei comuni italiani per lo sviluppo sostenibile del territorio, cinque si trovano in Piemonte, Veneto e Lombardia: Ostana (Cn), Thiene (Vi), Somma Lombardo (Va), Milano e Brescia.
I premi Cresco sono stati consegnati nel corso di un evento tenutosi a Vicenza il 12 ottobre, nel corso del quale è intervenuto con un videomessaggio anche il portavoce dell’ASviS, Enrico Giovannini: “Cresco Award è un’iniziativa importante, che aiuta a capire come i comuni possano e debbano essere il luogo attraverso cui passano le politiche necessarie per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile indicati dall’Agenda 2030”, ha dichiarato. E ancora: “Portare l’Agenda 2030 nel territorio, farne una realtà vissuta dalle persone e dalle imprese è una sfida non facile, che richiede lungimiranza e visione del futuro… i sindaci dei comuni e delle città metropolitane non devono essere lasciati soli nell’affrontare questo cambiamento epocale che le nostre città devono realizzare”.
Anche il vertice di Parigi dei sindaci del network C40 “Together4Climate” ha visto il Nord trainare le iniziative a favore della sostenibilità, in questo caso ambientale. In occasione dell’incontro iniziato il 22 ottobre, infatti, 12 metropoli mondiali, tra cui Milano per l’Italia, hanno firmato un patto per trasformare una “parte importante” delle proprie città in territori progressivamente “più verdi, più sani”, ma soprattutto in territori privi di energie fossili e a emissioni zero entro il 2030.
di Lucilla Persichetti