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World cities report: l’urbanizzazione sostenibile genera valore aggiunto
Città ben pianificate possono garantire prosperità economica, mitigare il degrado ambientale, ridurre le disuguaglianze sociali e costruire istituzioni più forti dopo il Covid-19, dice il rapporto delle Nazioni unite. 1/12/20
“Le città ben pianificate e gestite creano valore economico, sociale, ambientale, e altri benefici in grado di migliorare notevolmente la qualità della vita di tutti”. Con queste parole Maimunah Mohd Sharif, direttore esecutivo di Un Habitat, ha presentato il “World cities report 2020: the value of sustainable urbanization”, pubblicato dalle Nazioni unite in occasione dell’ultima Giornata mondiale delle città. Il documento elabora analisi del valore dell'urbanizzazione nella ripresa post-Covid ed esplora anche il ruolo dell'innovazione e della tecnologia, i governi locali, gli investimenti mirati e l'efficace attuazione della Nuova agenda urbana (Nua) nel promuovere il valore dell'urbanizzazione sostenibile. “L'urbanizzazione può essere sfruttata per la lotta contro la povertà, la disuguaglianza, la disoccupazione, il cambiamento climatico e altre sfide globali” ha aggiunto Sharif.
Il mondo, evidenzia il Rapporto, sta entrando nel decennio di azione, il periodo durante il quale i governi nazionali e locali, assieme al mondo civile e privato, dovranno accelerare gli sforzi per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. Per quella data servirà operare nella direzione di un cambiamento a livello globale che possa ridurre la povertà, migliorare i servizi sanitari, facilitare l'accesso all'istruzione e ridurre le emissioni di carbonio. L'attuazione della Nuova agenda urbana dovrebbe essere una priorità globale, fornendo linee guida per integrare gli obiettivi di sviluppo in una visione di città vivibile e sostenibile.
Se ben pianificate e gestite, osserva il Rapporto, le città creano valore sotto molti punti di vista: economico, sociale, ambientale, istituzionale, di governance. Un processo di urbanizzazione pianificato migliora la qualità della vita e genera un immenso valore ambientale. Al contrario, se non pianificata, l'urbanizzazione rappresenta una minaccia per la sostenibilità ambientale: espansione incontrollata, cambiamenti irreversibili dell'uso del suolo, perdita di biodiversità, modelli di consumo ad alta intensità di risorse e alti livelli di inquinamento. Nei processi di pianificazione urbana, continua il report, occorre prestare attenzione a non emarginare i gruppi più fragili. Recenti valutazioni delle iniziative di inverdimento urbano hanno rivelato che queste operazioni, oltre ai risultati positivi in termini ambientali (aumento dello spazio verde, riduzione dell'inquinamento), sono talvolta associati allo sfollamento di residenti con basso reddito.
Occorre riconoscere i beni comuni urbani come “risorse socio-ecologiche”: l'urbanizzazione ha il potenziale per consentire la condivisione del capitale sociale, culturale e naturale. Si cita, ad esempio, il “Regolamento di Bologna” adottato nel 2014 dalla città felsinea, un patto di collaborazione tra amministrazione locale, cittadini e organizzazioni interessate a concorrere in azioni di cura e rigenerazione delle aree verdi condivise e degli spazi pubblici.
L'urbanizzazione sostenibile, continua il Rapporto, può sollevare le famiglie dalla povertà, liberare le donne dalla discriminazione di genere, garantire un futuro migliore per i più giovani, offrire comfort e sostegno alle fasce più anziane e garantire accoglienza ai migranti. Tutte le persone, in particolare i gruppi vulnerabili ed emarginati, dovrebbero avere pari opportunità, accesso alle risorse, ai servizi e ai beni urbani, potendo godere di un “diritto alla città”.
Le donne, sottolinea il Rapporto, pur costituendo più della metà della popolazione mondiale, “subiscono una discriminazione di genere nelle città diffusa e sistematica”: forniscono ogni giorno 12,5 miliardi di ore di lavoro e di assistenza non retribuito, tre volte di più degli uomini, ma pagano un forte squilibrio a livello di ricchezza. In ottica di uguaglianza di genere, diversi governi locali hanno implementato un approccio diverso alla pianificazione urbana, attraverso una migliore illuminazione negli spazi pubblici e iniziative per i pedoni. Nelle città spagnole di Girona, Gavà e Donostia è stata lanciata una campagna informativa dedicata alla prospettiva di genere che occupa molti luoghi pubblici. Vienna è pioniera del “gender mainstreaming”, un approccio di urbanistica di genere volto alla parità. Il Ruanda ha il più alto tasso di legislatori donne. Molti governi stanno collaborando con il programma “Women friendly cities United nations” per sviluppare aree urbane in cui tutti possano ugualmente godere di pari opportunità economiche, sociali e politiche. Il governo locale di Hong Kong ha introdotto un approccio multidimensionale a misura di anziano che include assistenza medica e sostegno per trasporti e alloggi.
La diversità culturale ed etnica è una risorsa fondamentale, continua il Rapporto, ma in molti casi i migranti continuano ad affrontare un'accoglienza incerta e ostile. Ci sono anche esempi virtuosi, come il caso di Montréal, in Canada, che sostiene iniziative di edilizia abitativa, istruzione e inclusione nel mondo del lavoro a favore dei migranti. Il Rapporto osserva che i migranti possono portare un nuovo spirito imprenditoriale, vitalità culturale e contribuire alla prosperità della città.
Strumenti politici come il salario minimo e misure per l’emersione del lavoro nero possono aiutare ad incrementare i redditi. La mancanza di alloggi a prezzi accessibili può essere affrontata modificando i quadri normativi relativi al costo dei terreni, dei materiali da costruzione o favorendo il finanziamento degli alloggi. Istituzioni efficaci sono il fondamento dell'urbanizzazione sostenibile. Meccanismi solidi, capaci di includere gli stakeholder urbani, sono cruciali per generare valore attraverso l'urbanizzazione. I governi, afferma il Rapporto, dovrebbero passare dalla definizione di “uguaglianza” a quella di “equità” e rimuovere le barriere sistemiche: che si tratti di alloggi, istruzione, trasporti o altri servizi pubblici locali, il concetto di equità riconosce che siano messi in atto meccanismi ridistributivi per un uso equo ed efficiente sia delle risorse che delle opportunità. Ma è altrettanto importante identificare e affrontare le cause profonde dell'esclusione e dell'ineguaglianza. Ripensare la governance locale con processi decisionali e di pianificazione equi e collaborativi, implementando le tecnologie nella pianificazione e gestione urbana, può contribuire a ridefinire le città. A livello globale, alcune città stanno ripensando la visione e il design complessivi dei loro ambienti urbani. A Bristol, nel Regno Unito, il sindaco ha proposto un piano urbano in cui gli Obiettivi di sviluppo sostenibile siano la base del progetto di sviluppo. Amsterdam ha adottato il modello della “Doughnut Economics ”, l’economia della ciambella, per una ripartenza post Covid-19 sostenibile, inclusiva e circolare.
di Tommaso Tautonico