per dare un futuro alla vita   
e valore al futuro

Approfondimenti

Un viaggio attraverso la capacità rigenerativa dell’Italia: lavoro, innovazione e nuovi metodi di produzione e consumo

a cura di Ottavia Ortolani, Social media manager ASviS

Il Festival ha dato voce a una nuova responsabilità sociale su tutto il territorio, frutto di un cambiamento strutturale. Aziende, società civile e cittadini italiani hanno elaborato strategie e nuovi gesti quotidiani per il raggiungimento dei Goal 8, 9 e 12.
Maggio-Giugno 2017

Durante gli eventi relativi al Goal 8, finalizzati a incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e un’occupazione produttiva e dignitosa per tutti, sono stati delineati nuovi modelli e paradigmi che includano nei programmi delle aziende non solo comportamenti etici ma anche la responsabilità sociale. L’Agenda 2030 dell’Onu ci aiuta a individuare il cammino da seguire per affrontare i cambiamenti strutturali nel mondo del lavoro che hanno innestato uno scenario “virtualmente” nuovo e strutturalmente diverso: alcuni lavori sono destinati a scomparire con effetti sulla disoccupazione. Lo scenario potrebbe sembrare angoscioso, ma la complessità di questo nuovo assetto può e deve essere affrontata, investendo soprattutto in educazione come sottolineato da Davide Ciferri, membro del Segretariato ASviS, al Forum PA.

La consapevolezza della necessità di rinnovarsi sta crescendo e particolare attenzione viene proprio dal mondo della finanza che si è trovato esposto a livello globale, anche per effetto della crisi, ad un calo di reputazione e fiducia. Durante la tavola rotonda organizzata dalla Federazione delle Banche, delle Assicurazioni e della Finanza (FeBAF) a Roma si è discusso di prassi aziendali volte a introdurre criteri di sostenibilità nelle scelte strategiche delle aziende. "La sostenibilità non è cosmesi" ha osservato Paolo Garonna, segretario generale della Febaf, "ma una parte fondamentale del capitale di un'azienda e di un'economia". Anche a Milano durante La “Giornata Apco” organizzata dall’Associazione Professionale Italiana dei Consulenti di Management, la sostenibilità è stata declinata sotto il profilo della responsabilità sociale delle imprese, dell’etica del business, dell’innovazione quale fattore abilitante. Sotto i riflettori in particolare le “Società Benefit”, nuova formula volta a coniugare la massimizzazione del profitto con l’impatto sociale benefico. Anche l’evento del Csr Manager Network dedicato alla finanza sostenibile “I green bond, gli strumenti della finanza d’impresa per sostenere e valorizzare progetti di sostenibilità” si poneva come obiettivo di creare una cultura della finanza sostenibile all’interno delle imprese e di offrire una panoramica degli strumenti più innovativi, attraverso un panel di relatori in grado di fornire tutti i punti di vista della filiera di finanza sostenibile.

La compagnia di comunicazione Mediatyche ha lanciato l’Osservatorio per le imprese, la sostenibilità e la comunicazione, con l’obiettivo di analizzare il quadro delle imprese italiane la cui stragrande maggioranza si definisce “sostenibile”. Secondo Massimo Tafi di Mediatyche, per le aziende “la comunicazione è l’interprete indispensabile della sostenibilità, perché traduce la complessità, trasforma i singoli fatti e i numeri in storie capaci di coinvolgere e convincere, in una visione strategica e unitaria”. Anche la conferenza organizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile e Morningstar si è focalizzata sulla comunicazione quale componente fondamentale nella promozione degli investimenti sostenibili. Il seminario ha esaminato quali contenuti, canali e tecniche comunicative sono più adatti per i diversi destinatari (investitori istituzionali e retail, reti di vendita, pubblico generalista), al fine di informare efficacemente sui temi della finanza sostenibile. L’incontro era rivolto a professionisti del settore finanziario e della comunicazione.

Durante il Salone della Responsabilità e dell’Innovazione Sociale a Genova, l’organizzatrice Rossella Sobrero ha tenuto a sottolineare la presenza e attenzione crescente delle imprese non solo a fare ma anche a comunicare la propria idea di sostenibilità. Andrea Valcalda, head of sustainability di Enel, ha ricordato durante l’evento “Sostenibilità ed Università: una sfida globale per un beneficio locale” presso l’Università degli Studi di Genova, come la sostenibilità “non è un vezzo, ma un business con cui si fatturerà di più negli anni prossimi. È un cambio di paradigma culturale e aziendale”. Strada obbligata per difendere la competitività delle imprese e del Paese, secondo Rossana Revello, presidente del Gruppo tecnico di responsabilità sociale d’impresa di Confindustria, che ha introdotto l’evento "Sostenibilità e responsabilità sociale: una sfida per l'industria italiana” - “per Confindustria, responsabilità sociale è fattore di competitività”. L’evento organizzato dall’Università degli Studi di Udine si è soffermato sul ruolo che la legge affida alle Comunità dell’Economia Solidale come promotrici di un nuovo modello economico basato sui principi di solidarietà, reciprocità, sostenibilità ambientale, coesione sociale, cura dei beni comuni. Durante l'incontro organizzato da Unipol a Bologna e finalizzato ad approfondire il ruolo delle imprese rispetto al raggiungimento degli SDGs si è scelto di sperimentare una mappatura per misurare l'impatto delle attività delle imprese sui diversi obiettivi.

Di Welfare Aziendale, Collaborazioni Impresa-Territorio, Innovazione Smart & Green e Partnership con le Scuole si è occupato il workshop organizzato dall'Associazione Aziende Modenesi per la Responsabilità Sociale d'Impresa. Mentre l’obiettivo dell’evento “Innovazione sociale per l'imprenditorialità: strategie per lo Sviluppo Sostenibile” organizzato dal Ced è stato quello di delineare un percorso dedicato ai professionisti napoletani per condividere i rispettivi programmi e trovare sinergie nello sviluppo e approfondimento di progettualità; approfondire visioni e ricavare linee di azione.

Di accessibilità e accesso a lavoro dignitoso si è occupato l’evento organizzato dall’associazione Sos Villaggi dei Bambini Onlus di presentazione della ricerca “Una risposta ai care leavers, occupabilità e accesso al lavoro dignitoso” a Roma dove sono emerse, grazie alla testimonianza diretta di sei giovani care leavers (giovani neomaggiorenni che stanno lasciando le comunità o affido) situazioni discriminanti che si creano in seguito all’interruzione delle misure di sostegno statali. Questi giovani si trovano a dover affrontare a 18 anni sfide legate all’autonomia da un punto di vista abitativo, lavorativo e sociale. Cause che spesso inducono a rinunce in termini di preparazione professionale, barrando di conseguenza l’accesso ad un lavoro coerente con le proprie aspirazioni e potenzialità. Le Istituzioni presenti hanno espresso il loro impegno per promuovere adeguate misure di sostegno.

Gli eventi del Festival dedicati al Goal 9 hanno testimoniato che la capacità rigenerativa del Paese sta soprattutto nell’abilità di innovare, innestare processi di industrializzazione responsabili e nella capacità di usufruire di infrastrutture sostenibili. Un ruolo fondamentale nel dibattito è stato dedicato alla quarta rivoluzione industriale e all’apporto dei Big Data, sfida rivolta non solo agli operatori del mondo delle imprese ma anche e soprattutto ai cittadini che, con il loro contributo, possono fare leva sulle opportunità di sviluppo sostenibile che l’industrializzazione 4.0 offre. Durante le due giornate del Festival Italiano dello Sviluppo e del Turismo Sostenibile organizzato dall’Università degli Studi di Roma Tor Vergata sono state trattate moltissime tra le tematiche più importanti di attualità legate alla digitalizzazione dell’economia e dell’industria. Tra i temi affrontati il blockchain, una tecnologia dal potenziale di utilizzo illimitato; l’Innovazione sostenibile nei sistemi di pagamento digitale, oggetto di legislazione europea e nazionale; l’Open Banking e come cambia il ruolo delle banche grazie alla digitalizzazione; il ruolo dei media, passaggio fondamentale nell’orientare un dibattito corretto tra obiettivi e strumenti delle politiche ‘sostenibili’; Data Science & Big Data per la città intelligente e la cittadinanza consapevole, una nuova conoscenza che emerge dalle grandi masse di dati ed è in grado di spiegare più a fondo la complessità dei fenomeni sociali, economici, culturali. Dal convegno è emersa dunque la necessità di stabilire un nuovo approccio alla data science, centrato sui cittadini. Durante la seconda giornata, grande rilievo al ruolo degli investimenti in ricerca e sviluppo per rimanere al passo con l’innovazione. Tra le proposte annoverate quella di creare un consorzio internazionale di aziende, editori, produttori di tecnologia dell’informazione e della comunicazione per promuovere una rivoluzione culturale; non da ultima la mobilità sostenibile, un aspetto considerato fondamentale per favorire lo sviluppo delle “Smart City”: attraverso la rilevazione dei dati di mobilità di ogni utente si generano informazioni sugli spostamenti e, di conseguenza, sulle condizioni del traffico partecipando collettivamente a una rete virtuale. Anche all'evento Futuro Digitale Sostenibile dell'Università Luiss Guido Carli a Roma, è emersa la necessità di un cambio di paradigma per inquadrare e gestire la complessità del futuro del digitale.

Un altro aspetto non meno rilevante previsto dal Goal 9 è quello di sviluppare infrastrutture di qualità sostenibili e affidabili per sostenere lo sviluppo economico e il benessere umano. Nell’ambito dell’evento Scienza e Sviluppo Sostenibile organizzato dall’Università Roma Tre è stata presentata la proposta “Tangenziale Verde” – un parco urbano progettato dagli studenti sulla base di un progetto reale per la tangenziale Est di Roma. Alcuni tra gli studenti più meritevoli potranno continuare a lavorare sulla fattibilità del piano elaborato, dopo la fine del corso. Anche presso l’Università di Asti, si è avviato un laboratorio sperimentale per la ricerca di idee imprenditoriali social dove sono stati elaborati una trentina di progetti.

Il laboratorio di co-progettazione “Meridee, Progetti dal Sud” organizzato dai Consigli Regionali Unipol a Bari si è rivolto invece a operatori del mondo delle imprese, rappresentanze, istituzioni culturali, pubblica amministrazione e società civile. La sfida? Lavorare sullo sviluppo sostenibile quale nuova opportunità per il Mezzogiorno. Sempre nel Mezzogiorno la Fondazione Enrico Mattei ha dato vita a due momenti di riflessione nelle città lucane di Potenza e Matera sull’importanza di radicare sul territorio e nelle comunità l’implementazione dell’Agenda 2030. Durante la conferenza è stato presentato lo studio per l’Agenda 2030 della Basilicata che tiene conto del processo di industrializzazione e sviluppo economico del territorio lucano considerandolo alla luce della nuova consapevolezza della sostenibilità.

Tra gli eventi organizzati nell’ambito dell’Obiettivo di sviluppo sostenibile 12, volti a promuovere modelli di consumo e produzione responsabili, protagonista assoluta l’economia circolare. Durante il Festival dello Sviluppo Sostenibile di Parma è stata dedicata attenzione particolare a rifiuti, scarti e riciclo, “il passaggio dall'economia lineare, tipica del sistema liberista, a quella circolare – ha detto lo scrittore Emanuele Bompanrisiede non solo nell'allungamento della vita del prodotto ma anche sui cicli continui del riuso e l'utilizzo dello scarto che non dovrà più esistere”. Alla domanda di Alessio Malcevschi, organizzatore dell’iniziativa parmense sul perché oggi si parli di rifiuto con un’accezione negativa, l’autore Roberto Cavallo risponde che occorre cambiare la comunicazione verso i cittadini, infatti una qualsiasi sostanza può diventare rifiuto per un periodo di tempo, perché una volta che quell'oggetto ha finito di essere utile diventa un input per un altro processo.

Proposte su scelte e gesti quotidiani per riaffermare l’idea di sostenibilità sono stati i temi dell’evento “Remida Day” organizzato dal Gruppo Iren che su un programma di più giornate invitava a ripensare l’idea di “scarto”. Anche i più giovani hanno preso parte alla riflessione sull’economia circolare: “Rifiutando” un laboratorio didattico creativo organizzato dal Gruppo Iren ha coinvolto 50 classi della provincia di Piacenza concentrato sul riuso e recupero artistico dei rifiuti.

Anche la presentazione del “Quaderno italiano di Economia Circolare” presso l’Università Cattolica di Milano ha contribuito alla diffusione di una cultura aziendale orientata all’economia circolare secondo cui occorre ripensare i processi e prodotti al fine di minimizzare l’utilizzo delle risorse e estendere la vita utile anche oltre l’utilizzo e lo smaltimento. I dati presentati nell’ambito del quaderno parlano chiaro: le imprese hanno voglia di cambiare e impegnarsi nella trasformazione dei propri metodi di lavoro, il 91.07% degli intervistati ha dichiarato che ormai l’economia circolare è una necessità. Esiste però una differenza drammatica tra intenzioni dichiarate e pratiche attuate che è imputabile a due fattori principali: da un lato la mancanza di conoscenze specifiche sul tema; dall’altro, la scarsità di servizi di supporto all’interno del contesto di riferimento. Attenzione merita, infine, il dato relativo agli impedimenti legislativi, che il 18.32% del campione indica come gravi barriere alla capacità di mettere in atto la transizione verso modelli di economia circolare.

In occasione del Festival, il Consorzio Italiano Compostatori ha presentato i risultati di 25 anni di attività durante i quali sono state raccolte oltre 65 milioni di tonnellate di frazione organica ed evitate 44 milioni di tonnellate di CO2. Il consorzio ha proposto soluzioni di sviluppo del settore del biowaste e ha fatto emergere l’importanza di creare nuovi impianti, diffondere il biometano per la mobilità e promuovere l’utilizzo del compost per rifertilizzare i suoli.

In Italia esistono esempi virtuosi di economia circolare, come il recupero del materiale forestale e degli scarti del sughero per produrre energia termica, come ad esempio nel Sulcis, in Sardegna, o l’impiego degli scarti produttivi dei frantoi e degli agrumeti per l’industria cosmetica e farmaceutica in Sicilia. Alberto Frausin, Ceo di Carlsberg, ha sottolineato un’altra best practice italiana: l’uso di contenitori per il trasporto della birra in Pet e non in acciaio, una scelta che riduce il consumo di CO2. Il sociologo Francesco Morace ha tenuto a sottolineare la crescita (+15% negli ultimi due anni) delle iscrizioni ad agraria, il desiderio, da parte dei giovani, di tornare ad occuparsi del territorio.

Ma le imprese italiane nel loro complesso come stanno reagendo a questi stimoli? La sostenibilità passa anche dal made in Italy e Il "Green Social Festival Economy Summit" organizzato da The Best Solutions Group ha valutato come le piccole e medie imprese, centrali nel tessuto produttivo italiano, possano essere protagoniste nello sforzo di implementare gli Obiettivi dell’Agenda 2030. Molte aziende approfittano del necessario restyling per rinnovarsi profondamente e investire in ricerca e sviluppo, almeno sotto il profilo del risparmio energetico. Il turismo sostenibile è stato indicato tra gli asset più importanti dello sviluppo di una politica green. Investendo nella tecnologia il settore ha ridotto drasticamente il consumo energetico e l’impatto ambientale. Il Presidente di Federbio ha definito l’agricoltura biologica come una grande opportunità per tutto il settore agricolo, ma l’assenza di un piano nazionale di conversione verso il biologico ne impedisce la piena realizzazione.

Ma il settore agroalimentare non è solo la chiave dell’uscita dalla crisi: da esso dipende il futuro del pianeta, come ha ricordato Vittorio Zambrini, Direttore Qualità Innovazione, Sicurezza e Ambiente di Granarolo. Se non corriamo ai ripari, rischiamo di non avere abbastanza risorse: nel 2050 saremo 9 miliardi, il riscaldamento climatico metterà in ginocchio l’agricoltura, e vivremo in uno stato di penuria, a meno che non mettiamo in campo delle strategie globali. Anche il Festival del turismo sostenibile in Liguria è partito dall’analisi di dati forniti dalla Camera di Commercio: il 79,8 percento del turismo riguarda la costa, il 16,8 le città, solo il 3,4 l'entroterra. Dati che crescono, e casi come le Cinque Terre, spesso non più in grado di sostenere l'urto dei visitatori, si possono replicare a breve in molte altre località. 

Nel corso del Seminario “La sostenibilità dal punto di vista consumeristico” organizzato dal Consumers’ Forum, sono state presentate per la prima volta le proposte per la creazione di un “Manifesto di sostenibilità consumeristica”. Le proposte per i nuovi obiettivi della Sostenibilità Consumeristica sono state infatti intrecciate con vari Goal dell’Agenda 2030, fornendo stimoli per consumatori e imprese, al fine di consolidare la strada dello sviluppo sostenibile. Anche Enrico Giovannini, portavoce ASviS e speaker all’evento, ha sottolineato come “il tema del cambiamento culturale sia la vera sfida della sostenibilità, e della consapevolezza della complessità dell’approccio al cambiamento che dobbiamo avere, per tendere ai Goal dell’agenda 2030.” Dalle indagini condotte da LifeGate, risultano ben 30 milioni gli italiani interessati al tema della sostenibilità, dato che marca le fondamenta di un cammino di sostenibilità per il nostro Paese.

 

Aderenti

Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile - ASviS
Via Farini 17, 00185 Roma C.F. 97893090585 P.IVA 14610671001

Licenza Creative Commons
This work is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale