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Approfondimenti

Lo stato dell'arte in Italia su economia circolare, innovazione e lavoro

di Luigi Ferrata, segretariato ASviS

È importante valutare come il Governo e il Parlamento rispondono a queste sfide. La Legge di bilancio costituisce un esempio paradigmatico di una politica a cui sembra mancare una visione d’insieme e corale, basata unicamente su micro interventi settoriali che non riescono a determinare il cambio di passo da tempo auspicato.
Gennaio 2019

Economia circolare, innovazione, lavoro rappresenta uno dei sette circuiti in cui ASviS ha raggruppato i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile per comprenderne più facilmente le evoluzioni e formulare proposte. Come sottolineato nei rapporti del 2017 e del 2018, tre sono i fattori chiave, la cui combinazione virtuosa permette di apprezzare la sostenibilità dello sviluppo: l’innovazione basata sulle tecnologie digitali, il passaggio all’economia circolare e lo sviluppo di una nuova generazione di infrastrutture adeguate al 21esimo secolo.

È importante valutare come il Governo e il Parlamento rispondono a queste sfide attraverso un’analisi di alcuni provvedimenti in corso di esame in questi ultimi mesi. 

La Legge di bilancio, approvata in extremis, dopo un percorso quantomeno accidentato per evitare l’apertura di una sicura procedura d’infrazione da parte dell’Unione europea, costituisce un esempio paradigmatico di una politica a cui sembra mancare una visione d’insieme e corale, basata unicamente su micro interventi settoriali che non riescono a determinare il cambio di passo da tempo auspicato. 

Sono stati bocciati alcuni emendamenti ispirati dall’ASviS, o comunque in linea con le nostre proposte, tra cui l’ampliamento della platea dei soggetti obbligati alla predisposizione di una rendicontazione non finanziaria; l’eliminazione dei sussidi dannosi per l’ambiente e il relativo switch verso sussidi favorevoli che avrebbe potuto permettere un’accelerazione verso il perseguimento dell’economia circolare. Manca inoltre l’emendamento per la trasformazione del Cipe in Comitato interministeriale per lo sviluppo sostenibile, che da sempre costituisce una delle principali richieste di ASviS alle Istituzioni. Proprio in relazione a questo emendamento si è verificata una situazione quasi kafkiana legata al fatto che è stato difeso invano dalle forze che lo scorso anno lo avevano bocciato, quasi che lo sviluppo sostenibile sia un mantra utilizzato solo in chiave demagogica dall’opposizione, e su cui il Governo, di qualunque colore, non ha mai il coraggio di impegnarsi fino in fondo.  Non si è fatto nulla di incisivo nemmeno per i giovani in senso inclusivo e sostenibile, a partire da un patto per l’occupazione giovanile, basato su transizione scuola-lavoro, formazione e orientamento, impiego e autoimpiego, ricerca e sviluppo in azienda  e bonus abitazione, come sostenuto dalla Fondazione Visentini.

Tuttavia, sebbene ci sia poca economia circolare e poco sviluppo sostenibile, nella legge di Bilancio sono presenti alcune norme che vanno lette in chiave positiva. Si registra ad esempio la nascita dell'Istituto di ricerche Tecnopolo mediterraneo per lo sviluppo sostenibile a Taranto, per lo svolgimento di attività di ricerca innovativa nell'ambito dell'energia solare e dell'economia circolare. Viene inoltre rifinanziato con 100 milioni di euro il Fondo per la crescita sostenibile per interventi destinati alla riconversione e alla riqualificazione produttiva delle aree di crisi industriale, e si finanziano, al fine di incentivare l’intermodalità sostenibile, anche lo sviluppo delle vie d’acqua interne, iniziativa che costituisce una reale novità, con tutte le positive ricadute in termini ambientali. 

E’ poi previsto un credito d’imposta del 36% per gli acquisti di prodotti realizzati con materiali provenienti dalla raccolta differenziata degli imballaggi in plastica o per chi acquista imballaggi biodegradabili e compostabili o derivati dalla raccolta differenziata della carta e dell'alluminio. 

Sono presenti anche alcuni interessanti interventi legati al piano industria 4.0: l’istituzione di un fondo da 15 milioni di euro per interventi volti a favorire lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di intelligenza artificiale, blockchain e internet of things, che seppur esiguo potrebbe costituire, in presenza di una precisa volontà politica, una base su cui costituire progetti più corposi.  Viene concesso un contributo a fondo perduto alle piccole e micro imprese per avvalersi di consulenze specializzate nella trasformazione tecnologica e digitale di molti processi. È apprezzabile anche il fatto che venga assegnato alla Cassa depositi e prestiti un ruolo nella cooperazione internazionale allo sviluppo, con una focalizzazione sugli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Tra i principali interventi di sostenibilità “green”, l’introduzione di un articolo volto a contrastare la produzione di rifiuti da prodotti di plastica monouso e di materiali di origine fossile, a prevenirne l'abbandono e favorirne la raccolta differenziata e il riciclaggio, incentivando l'utilizzo di beni di consumo ecocompatibili coerentemente con gli obiettivi indicati nella comunicazione della Commissione europea “Strategia europea per la plastica nell'economia circolare”.  Pur trattandosi di iniziative prese su base volontaria da parte dei produttori, l’auspicio è che si arrivi a un cambiamento della produzione industriale per una messa a punto di materie prime, processi e prodotti ecocompatibili e raccolta dei dati per la costruzione di Life Cycle Assessment certificabili.

Si rileva anche che la Camera ha approvato in prima lettura il disegno di legge comunitaria 2019 al cui interno sono contenute le direttive sull’economia circolare che verrebbero così trasposte nell’ordinamento italiano. L’auspicio è che il Senato proceda a un rapido esame della proposta.  Una volta approvata la legge, l’ASviS si impegnerà con attività di advocacy sul Governo e Parlamento affinché vengano esercitate le deleghe per la trasposizione della normativa comunitaria nel nostro ordinamento rispettando il limite del 2020.

Il Senato sembra aver anche avviato in maniera convinta l’esame del disegno di legge sul commercio equo e solidale, approvato in prima lettura alla Camera nella scorsa legislatura e su cui si registra un consenso trasversale a tutte le forze politiche.  Sono state svolte alcune audizioni dei principali stakeholders del settore come Confcommercio, associazioni botteghe nel mondo, equogarantito e fairtrade e si è avviata la discussione. In particolare, ad avviso di ASviS, sembra apprezzabile la proposta di concedere alle Amministrazioni pubbliche la possibilità di proporre meccanismi incentivanti nei capitolati di gara per la fornitura alle proprie strutture di prodotti del commercio equo e solidale. È opportuno considerare che già la legge di bilancio dello scorso anno prevedeva un milione di euro di finanziamento per questi meccanismi incentivanti. Al di là dell’ammontare della cifra stanziata, è anche in questo caso importante la salvaguardia di un principio in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Una forte accelerazione potrà derivare dal ruolo giocato dalla finanza sostenibile e dall’impact investment. La Commissione ha presentato un pacchetto di riforme che comprendono: la “taxonomy”, ovvero un sistema di classificazione che definisce criteri secondo cui definire se un’attività economica sia o meno “sostenibile”; i requisiti di disclosure in capo ai beneficiari degli incentivi per obbligarli a dimostrare come vengono integrati i fattori Esg (Environmental, Social, Governance)   nel risk process e come gli investimenti siano allineati con gli obiettivi Esg; nuovi low-carbon benchmarks, che comprendano la “decarbonised version” degli indici standard e benchmark di impatto “positive-carbon”; una migliore consulenza ai clienti sui profili della sostenibilità.  Nei prossimi mesi sarà importante capire l’effetto di queste proposte sui comportamenti di clienti ed investitori e soprattutto le modalità con cui verranno implementate in Italia.

Infine il 2018 si chiude con una nota di speranza che arriva da Bruxelles ed è legata all’accordo preliminare tra Parlamento e Consiglio sul bando, a partire dal 2021, dei prodotti di plastica usa e getta come posate, piatti, bicchieri per proteggere l’ambiente e ridurre i rifiuti in mare.  Gli Stati membri dovranno inoltre ridurre entro il 2025 del 25% il consumo dei prodotti in plastica per i quali non esistono alternative, mentre, sempre entro il 2025, le bottiglie per bevande, dovranno essere raccolte separatamente e riciclate al 90%. Il testo concordato prevede anche disposizione per ridurre i rifiuti da tabacco, in particolare i filtri per sigarette che contengono plastica. I produttori di tabacco si faranno carico dei costi della raccolta e del trattamento dei mozziconi di sigaretta. La mole di tali rifiuti dovrebbe essere ridotta del 50% entro il 2025 e dell'80% entro il 2030. Si tratta dei secondi articoli in plastica monouso più diffusi tra i rifiuti.

 

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