Notizie
Sicurezza e prevenzione dell’inquinamento in mare: nuove norme Ue
Settimana 29/5-4/6. Pacchetto sicurezza marittima. Parlamento europeo: dovere di diligenza delle imprese, prodotti tessili, dialogo sociale. Italia deferita alla Corte di giustizia per inadeguato trattamento acque reflue.
Proposte per la sicurezza del trasporto marittimo
La Commissione europea ha adottato il 1 giugno un pacchetto composto da cinque proposte legislative intese ad aggiornare le norme dell'Ue in materia di sicurezza marittima e a prevenire l'inquinamento causato dalle navi. L’iniziativa s’inserisce nel contesto del Green deal europeo, della strategia per una mobilità sostenibile e intelligente e del piano d'azione per l'inquinamento zero.
Il pacchetto prevede un’estensione delle capacità e delle competenze degli Stati di bandiera e degli Stati di approdo delle navi, un ruolo rafforzato dell’Agenzia europea per il trasporto marittimo (Emsa), nel soddisfare meglio gli obblighi di conformità con le norme internazionali, quali la Convenzione delle Nazioni unite sulla legge del mare (Unclos), e con l’obiettivo di migliorare la sicurezza marittima e ridurre i rischi di inquinamento ambientale.
Il pacchetto include dunque proposte di modifica:
- alla Direttiva 2009/21/Ce sulla conformità ai requisiti dello Stato di bandiera;
- alla Direttiva 2009/16/Ce sul controllo nei porti degli Stati di approdo;
- alla Direttiva 2005/35/Ce sull'inquinamento provocato dalle navi e sull'introduzione di sanzioni, anche penali, per i reati di inquinamento;
- alla Direttiva 2009/18/Ce che stabilisce i principi fondamentali in materia di inchieste sugli incidenti nel settore del trasporto marittimo;
- al Regolamento (Ce) 1406/2002 sulle competenze dell’Emsa.
LEGGI ANCHE - LE DIVERSE SOLUZIONI PER DECARBONIZZARE IL SETTORE MARITTIMO E QUELLO AEREO
In particolare, le modifiche della direttiva sulla prevenzione dell’inquinamento del mare e il perseguimento dei reati, nelle intenzioni espresse dalla Commissione, intendono prevenire qualsiasi tipo di scarico illegale nei mari europei, quale misura fondamentale per ridurre l'impatto ambientale delle attività di trasporto marittimo e preservare l'ecosistema marino. Per realizzare tale obiettivo è necessario che gli scarichi illegali siano individuati, che le violazioni siano perseguite e che i responsabili delle attività illegali siano sanzionati.
Centrale è il ruolo rafforzato dell’Emsa nell’assistere la Commissione e gli Stati membri per quanto riguarda la sorveglianza marittima, la resilienza della cybersicurezza e la preparazione alle crisi, lo scambio d’informazioni tra gli Stati membri attraverso gli strumenti informatici, un più forte contributo nella formazione professionale per gli ispettori dello Stato di bandiera e gli altri attori istituzionali coinvolti. Tra i compiti dell'Emsa rientrerà il supporto all'attuazione del Regolamento FuelEu Maritime e all'estensione del sistema di scambio di quote di emissione dell'Ue al trasporto marittimo.
Sessione plenaria del Parlamento europeo
Durante la sessione plenaria del 31 maggio-1 giugno, il Parlamento europeo ha adottato alcune importanti risoluzioni, in relazione a procedimenti legislativi in corso e su atti strategici.
Negli emendamenti alla proposta di direttiva sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità, il Parlamento adotta misure di rafforzamento delle proposte assunte dalla Commissione europea (già presentate in sintesi nella nostra rubrica del 1/3/2022), in particolare con il richiamo al rispetto dei principi guida delle Nazioni unite su imprese e diritti umani e le linee guida Ocse destinate alle imprese multinazionali, misure di garanzia per le persone colpite dal mancato rispetto degli obblighi, di accesso alla giustizia e ai mezzi di ricorso (estendendo le specifiche dell’art.9), misure rafforzate e specifiche nelle filiere in zone di conflitto (cfr.art.5).
Il Parlamento chiede un’estensione dell’ambito d’applicazione rispetto a quanto proposto dalla Commissione, includendo come soglia minima tutte le imprese con più di 250 dipendenti (anziché 500) e un fatturato netto a livello mondiale di oltre 40 milioni di euro (anziché 150) nell'ultimo anno per il quale è stato redatto il bilancio d’esercizio, indipendentemente dal settore economico. Il Parlamento introduce come novità l’ambito d’applicazione alle società madri di gruppi che hanno avuto 500 dipendenti e un fatturato netto a livello mondiale di oltre 150 milioni di euro.
Tra le altre novità, alcune specifiche riguardano responsabilità degli Stati membri nei confronti di investitori istituzionali e società partecipate (cfr.art.8 bis), dialogo significativo con i portatori d’interesse (cfr.art.8 quinquies e altre misure seguenti), istituzione di uno o più helpdesk unici nazionali (cfr.art.14 bis), responsabilità della supervisione a carico degli amministratori d’impresa (cfr.art.15), ulteriori specifiche per le autorità nazionali di controllo (crf.art.18 e seguenti) e misure sanzionatorie (cfr. art. 20).
Le modifiche all’Allegato I presentano precisazioni e specifiche anche sulla garanzia di lavoro dignitoso e rispetto delle convezioni dell’Ilo, approccio One-health, diritti dei popoli indigeni, rispetto degli obiettivi climatici dell’accordo di Parigi, messa a disposizione delle informazioni secondo la Convezione di Aarhus, rispetto della Convenzione delle Nazioni unite sulla legge del mare (Unclos).
Un’altra risoluzione d’importanza strategica adottata dal Parlamento riguarda la strategia dell'Ue per prodotti tessili sostenibili e circolari. Sulla base della proposta presentata dalla Commissione europea il 30 marzo 2022, il Parlamento evidenzia che le azioni successive alla pubblicazione della strategia dovrebbero essere pienamente in linea con gli obiettivi climatici e ambientali dell'Unione, in particolare con quello di conseguire la neutralità climatica al più tardi entro il 2050, di arrestare e invertire la tendenza alla perdita di biodiversità, nonché di azzerare l'inquinamento per un ambiente non tossico, con attenzione particolare al consumo idrico, all’inquinamento dell’acqua da sostanze chimiche durante la produzione, rilascio di microplastiche e nanoplastiche nell’ambiente.
Evidenziando che i prodotti tessili si collocano in media al quarto posto per impatto negativo sul clima e sull'ambiente, dopo l'alimentazione, le abitazioni e la mobilità, il Parlamento indica anche diverse raccomandazioni in relazione alla garanzia di durata dei prodotti tessili immessi sul mercato, misure per un cambio di paradigma nella produzione e del consumo che contrasti il fenomeno della fast-fashion e favorisca, anche con misure fiscali, la riparazione e preparazione per il riuso. Pone l’attenzione sugli sprechi di produzione e dei prodotti tessili invenduti, deplora l’assenza di misure di tutela del benessere degli animali nella strategia.
Ricordando che la raccolta differenziata dei tessili sarà obbligatoria dal 1 gennaio 2025, incoraggia la Commissione a monitorare gli Stati membri che hanno attuato la raccolta differenziata prima del 1 gennaio 2025 al fine di agevolare lo scambio delle migliori prassi e migliorare l’attuazione.
Accoglie con favore l'introduzione del passaporto digitale per i prodotti (digital product passport – Dpp) nella proposta in materia di progettazione ecocompatibile, ma invoca attenzione anche sugli aspetti relativi alla sostenibilità sociale nella filiera di produzione, rispetto alle condizioni lavorative dei diritti dei lavoratori, della violenza di genere nell’industria tessile (rilevandolo come fenomeno ampiamente diffuso e documentato), sottolineando che non è possibile evitare impatti ambientali e sociali negativi nei Paesi fornitori facendo unicamente affidamento sulla normativa in materia di dovere di diligenza, e che il miglioramento della sostenibilità sociale e ambientale necessita un approccio olistico.
La risoluzione sul rafforzamento del dialogo sociale, si richiama alla recente Comunicazione della Commissione e la relativa proposta di raccomandazione agli Stati membri sullo stesso tema. Il Parlamento chiede specificamente di monitorare l’attuazione della raccomandazione a livello settoriale, nazionale e unionale, insieme agli Stati membri e alle parti sociali interessate. Invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che tale monitoraggio consenta alle parti sociali, tra l'altro, di identificare le situazioni da cui sono state escluse o in cui non sono state sufficientemente coinvolte nelle consultazioni a livello nazionale sulla politica dell'Ue e nazionale, anche per quanto riguarda l'accesso alla giustizia e il diritto di ricorso. Esprime in particolare preoccupazione per la riduzione della copertura della contrattazione collettiva dovuta all'espansione delle forme di occupazione atipiche e il declino dei settori industriali, come anche a pratiche antisindacali, evidenziando come ciò può avere ripercussioni sulla protezione del lavoro nonché sulla competitività, l'inclusività e la resilienza delle economie europee.
Quale misura di risposta alle criticità, il Parlamento esorta la Commissione a promuovere la contrattazione collettiva, la democrazia sul luogo di lavoro e il dialogo sociale mediante il semestre europeo, e in particolare nelle raccomandazioni specifiche per Paese, al fine di garantire salari dignitosi attraverso la contrattazione collettiva. Il Parlamento invita anche gli Stati membri a rivedere e abrogare qualsiasi normativa nazionale che ostacoli la contrattazione collettiva e indica che le riforme negli Stati membri dovrebbero promuovere e rafforzare la contrattazione collettiva a tutti i livelli.
In particolare invita la Commissione e gli Stati membri a consultare le parti sociali sulle questioni ecologiche e la transizione giusta come prassi consueta in tutto il ciclo di elaborazione delle politiche, dalla definizione dell'agenda all'attuazione e dal monitoraggio alla revisione, e d’integrare il dialogo sociale nell’attuazione della strategia industriale dell’Ue e della strategia per le piccole e medie imprese.
Sulla trasformazione digitale sottolinea che i sindacati e i rappresentanti dei lavoratori dovrebbero avere l'accesso e i mezzi necessari per analizzare e valutare le tecnologie digitali prima della loro introduzione, esprimendo condizione comunque che l'introduzione di nuove tecnologie digitali può avere un impatto positivo sull'ambiente di lavoro attraverso un’attuazione e monitoraggio affidabile.
Tra gli altri atti adottati dal Parlamento si segnalano in particolare la risoluzione sulle molestie sessuali nell'Ue e la valutazione del movimento MeToo, la risoluzione sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell'Unione europea, inclusa la disinformazione, la decisione di avvio di negoziati per l’istituzione della legge europea a sostegno della produzione di munizioni riferita alla proposta della Commissione europea del 3 maggio, la risoluzione sulle violazioni dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali in Ungheria e i fondi dell'Ue congelati.
Italia nuovamente deferita alla Corte di giustizia europea per inadeguato trattamento delle acque reflue urbane
Il 1 giugno, la Commissione europea ha assunto la decisone di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell'Ue in quanto il nostro Paese non ha dato piena esecuzione a una sentenza della Corte del 10 aprile 2014.
Dal comunicato stampa ufficiale emerge che nonostante i notevoli progressi compiuti, le acque reflue urbane non sono ancora adeguatamente trattate in cinque agglomerati: uno in Valle d'Aosta e quattro in Sicilia. La mancanza di adeguati sistemi di trattamento per questi cinque agglomerati comporta rischi significativi per la salute umana, le acque interne e l'ambiente marino nelle aree critiche sotto il profilo ecologico.
Come riferito sulla base delle informazioni trasmesse dalle autorità italiane, la piena conformità non sarà raggiunta prima del 2027. La Commissione precisa che l'Italia avrebbe dovuto garantire il rispetto della direttiva concernente il trattamento delle acque reflue urbane sin dal 31 dicembre 1998. Questo secondo deferimento alla Corte può comportare l'irrogazione di sanzioni pecuniarie all’Italia.
di Luigi Di Marco