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Meno consumo e più riciclo: in Italia cresce l’attenzione all’economia circolare

Si affermano modelli di produzione e consumo più responsabili, ma occorre favorire condizioni di sostenibilità economica per le aziende che riducono l’impatto ambientale e sensibilizzare i cittadini sulla riduzione degli sprechi. Il Goal 12 nel Rapporto ASviS 2017.

Nel Rapporto 2017 sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile, presentato alla Camera il 28 settembre, si esamina la situazione dell’Italia in relazione all’Obiettivo 12 (“Garantire modelli sostenibili di produzione e consumo”) dell’Agenda 2030. 

I Target dell’Obiettivo 12 includono diversi impegni significativi sottoscritti dall’Italia, tra i quali:

- 12.2 Entro il 2030, raggiungere la gestione sostenibile e l'uso efficiente delle risorse naturali
- 12.3 Entro il 2030, dimezzare lo spreco pro-capite globale di rifiuti alimentari nella vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo lungo le filiere di produzione e fornitura, comprese le perdite post-raccolto
- 12.5 Entro il 2030, ridurre in modo sostanziale la produzione di rifiuti attraverso la prevenzione, la riduzione, il riciclaggio e il riutilizzo
- 12.6 Incoraggiare le imprese, soprattutto le aziende di grandi dimensioni e transnazionali, ad adottare pratiche sostenibili e integrare le informazioni sulla sostenibilità nelle loro relazioni periodiche

Il nostro Paese si è inoltre impegnato a ottenere, entro il 2020, “la gestione ecocompatibile di sostanze chimiche e di tutti i rifiuti in tutto il loro ciclo di vita, in accordo con i quadri internazionali concordati, e ridurre significativamente il loro rilascio in aria, acqua e suolo, al fine di minimizzare i loro effetti negativi sulla salute umana e l'ambiente” (Target 12.4).

Nel corso dell’ultimo anno è cresciuta nella società e nell’imprenditoria italiana la consapevolezza che solo un’innovazione che guardi simultaneamente alla dimensione tecnologica, all’aumento di produttività e alla riduzione del consumo di risorse naturali sia in grado di rimettere in moto uno sviluppo economico di dimensioni adeguate. Il mondo produttivo, infatti, sta finalmente comprendendo l’importanza del passaggio all’economia circolare, che riduce i costi di produzione, assicura la sostenibilità dei processi produttivi e favorisce lo sviluppo di nuovi prodotti, maggiormente in linea con la sensibilità ambientale delle nuove generazioni.

Un importante passo sul fronte dell’economia circolare si è avuto il 12 luglio 2017, quando il Ministero dell’Ambiente ha aperto una consultazione pubblica sul Documento di inquadramento e posizionamento strategico Verso un modello di economia circolare per l’Italia. Il documento esamina 12 tematiche, dall’identificazione dei settori merceologici e delle categorie dei prodotti da cui iniziare l’applicazione del modello di economia circolare all’identificazione delle opportunità per il settore pubblico e per quello privato, dall’analisi delle attuali barriere, sia normative che fiscali, alla richiesta di indicazioni concrete circa possibili future iniziative legislative, programmi di sostegno e campagne di sensibilizzazione.

Inoltre, è stata approvata la Legge 19 agosto 2016, n. 166 “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”, che apre la strada al riutilizzo di tali beni, mentre con la pubblicazione del “Codice degli appalti” sono diventati obbligatori gli acquisti verdi da parte della pubblica amministrazione. I “Criteri Ambientali Minimi” rappresentano il punto di riferimento in materia di acquisti pubblici verdi e sono utilizzati dalle stazioni appaltanti, per consentire al Piano d’azione sul Green Public Procurement di massimizzare i benefici ambientali ed economici.

È entrato poi in vigore il D.Lgs.30 dicembre 2016 n. 254 relativo alla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario. Il Decreto prevede che la dichiarazione non finanziaria debba riguardare i temi ambientali, sociali, attinenti al personale, al rispetto dei diritti umani, alla lotta contro la corruzione attiva e passiva, che sono ritenuti rilevanti tenuto conto delle attività e delle caratteristiche dell’impresa.

Per favorire la piena attuazione del modello di economia circolare e consentire a un numero crescente di imprese di coglierne i molteplici vantaggi, sono necessari alcuni sforzi in più. In particolare, occorrerebbe:

  • incentivare adeguatamente l’uso efficiente delle risorse esistenti, la domanda e l’offerta di materie prime-secondarie, ovvero quelle già utilizzate in cicli produttivi precedenti, recuperate e rigenerate per essere reimmesse in un nuovo ciclo di produzione;
  • favorire condizioni di sostenibilità economica per le aziende che decidano di ripensare i prodotti riducendo l’impatto ambientale sin dalla fase del design per gestirne il ciclo di vita;
  • condurre campagne mediatiche e di formazione destinate a tutti i cittadini e consumatori, per favorire pratiche di consumo responsabile (che privilegino le imprese che si impegnano in un reale percorso di sostenibilità - non solo ambientale ma anche sociale), con l’obiettivo dell’eliminazione sistematica degli sprechi e la diffusione della cultura del riuso, anche in funzione della solidarietà sociale.

L’indicatore composito elaborato dall’ASviS per l’Obiettivo 12 mostra un netto miglioramento passando dal 71,21 del 2004 al 127,55 del 2016. L'indicatore aumenta significativamente grazie sia alla diminuzione del consumo di materia (ampiamente  dovuta  alla  crisi  economica), sia  all’aumento  della  percentuale  di  raccolta riciclata, anche se nel corso del 2016 sono aumentati i rifiuti urbani totali prodotti.

Ricordiamo che l’indicatore composito ci informa sul trend, ma non sulla distanza che separa l'Italia dai Target fissati dall'Agenda 2030.

L’indicatore composito relativo all’Obiettivo 12 è stato costruito sulla base dei seguenti indicatori:

  • Consumo materiale interno pro-capite
  • Consumo materiale interno per unita di PIL
  • Consumo di materiale interno a livello nazionale
  • Rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata
  • Percentuale di riciclata
  • Numero di organizzazioni/imprese registrate EMAS
  • Rifiuti urbani totali

I dati dettagliati sugli indicatori relativi a questo Goal si possono ricavare interrogando il database interattivo dell’Alleanza.

Leggi l’analisi del Goal 12 nel Rapporto ASviS 2017 e le proposte dell’Alleanza su Economia circolare, innovazione, lavoro

venerdì 13 ottobre 2017

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