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“Instillare un senso di urgenza”: i messaggi dell’Hlpf 2018

Cresce la mobilitazione per realizzare l’Agenda 2030, ma bisogna accelerare il ritmo del progresso. È il quadro emerso dal vertice Onu High-level political forum di luglio e dalle Voluntary National Review presentate da 46 Paesi.

Si è tenuto a New York, tra il 9 e il 18 luglio, l’High-level political forum (Hlpf) 2018 sullo sviluppo sostenibile, che quest’anno ha affrontato il tema della trasformazione verso società sostenibili e resilienti. Nel corso delle dieci giornate è stato analizzato il progresso nel raggiungimento degli Obiettivi 6 (acqua pulita e servizi igienico-sanitari), 7 (energia pulita e accessibile), 11 (città e comunità sostenibili), 12 (produzione e consumo responsabili), 15 (vita sulla terra) e 17 (partnership per gli Obiettivi).

Il Forum, che si tiene ogni anno sotto gli auspici del Consiglio economico e sociale dell’Onu (Ecosoc) e ogni quattro sotto gli auspici dell’Assemblea generale per coordinare la rete di controllo e revisione per l’implementazione degli SDGs, ha messo in rilievo una forte mobilitazione per l’Agenda 2030 a livello globale, ma ha anche rimarcato che per raggiungerne gli Obiettivi è necessario accelerare urgentemente il passo.

Come evidenziava il Rapporto sugli SDGs diffuso dall’Onu in preparazione del Forum, infatti, sempre più persone nel mondo conducono stili di vita migliori rispetto a dieci anni fa, ma cambiamenti climatici, conflitti, disuguaglianze, povertà cronica, insicurezza alimentare e rapida urbanizzazione stanno ostacolando l’impegno di molti Paesi.

A soli 12 anni dalla scadenza del 2030, dobbiamo instillare un senso di urgenza”. Così si legge nel Rapporto sugli SDGs e così viene ribadito nella dichiarazione adottata a conclusione del vertice ministeriale del 16-18 luglio: “Dopo tre anni di implementazione, i progressi rispetto ad alcuni dei Goal e dei target dell’Agenda 2030 non stanno avvenendo al ritmo necessario per realizzarla e si registrano significativi divari tra Paesi e regioni. Bisogna urgentemente accelerare il progresso verso tutti i target, soprattutto quelli fissati al 2020”.

Lo stesso quadro emerge dalle Voluntary National Review (Vnr) sullo stato di implementazione dell’Agenda 2030 presentate quest’anno da 46 Paesi, tra cui Grecia, Spagna, Polonia, Romania e Ungheria. L’Italia aveva presentato la sua Vnr l’anno scorso. Accanto a best practice quali la costituzione di comitati interministeriali sugli SDGs, l’implementazione dell’Agenda a livello locale, l’aumento dei partenariati e la crescente mobilitazione di università, società civile e settore privato, infatti, la maggior parte delle Vnr mette in luce una serie di sfide e ostacoli al raggiungimento degli Obiettivi: dalla necessità di rafforzare la capacità statistica degli organi di monitoraggio e valutazione alla difficile gestione delle conseguenze di incrementi demografici e invecchiamento della popolazione, dal bisogno di aumentare il tasso di occupazione di donne e giovani all’esigenza che questi ultimi acquisiscano competenze e conoscenze adatte al mercato del lavoro. E ancora: la necessità di potenziare la resilienza del sistema economico, il bisogno di maggiori investimenti pubblici e privati nella ricerca e nell’innovazione, la mitigazione dei cambiamenti climatici e la gestione dell’impatto dei disastri naturali.

Occorrerà quindi rafforzare i sistemi statistici nazionali, identificare strategie e meccanismi innovativi per finanziare gli SDGs, aumentare la coerenza delle politiche e assicurare un migliore coordinamento tra diversi livelli di governo. Tutto questo dovrà avvenire, sottolinea l’Onu nel documento riepilogativo dei messaggi emersi dalle Vnr, senza dimenticare chi è a rischio di esclusione sociale, povertà o discriminazione, come le donne, gli anziani, i migranti e le persone con disabilità.


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di Lucilla Persichetti

mercoledì 25 luglio 2018

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