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Riciclo: Italia tra i primi in Europa per il recupero degli imballaggi

Aumentano i rifiuti, ma crescono anche il riciclo e la produzione dei materiali provenienti dal settore, secondo il Rapporto “Italia del riciclo”. Male la raccolta dei veicoli fuori uso e delle pile.12/12/2019

Il nostro Paese si conferma tra le nazioni più attive nell’industria europea del riciclo. A renderlo noto lo studio L’Italia del Riciclo, giunto alla sua decima edizione, realizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e da Fise Unicircular (Unione imprese economia circolare).   “Alla vigilia del recepimento di nuove direttive europee, il sistema del riciclo italiano è, in generale, ben predisposto. Oggi occorre intervenire con precisione per mantenere le posizioni conquistate, superare le carenze che ancora permangono e compiere ulteriori progressi”. A parlare è Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, in occasione della presentazione dello studio, avvenuta il 6 dicembre a Palermo.

Le notizie sono, fortunatamente, buone, anche se zone grigie permangono in alcuni settori del riciclaggio. Il nostro Paese si attesta al terzo posto per il recupero degli imballaggi (tasso di riciclo del 67%), dopo Germania (71%) e Spagna (70%). Il quantitativo di rifiuti è aumentato negli ultimi dieci anni in Italia (passando da 155 a 164 milioni di tonnellate), ma anche il riciclo è cresciuto significativamente, da 76 a 108 mln di tonnellate.

“Molte filiere del riciclo hanno registrato ottime performance in questi anni” si legge nel documento, “e hanno già superato, o sono a un passo dal farlo, i nuovi obiettivi previsti a livello europeo per il 2025”. Ad esempio, i rifiuti da imballaggio hanno visto incrementare il loro avvio al riciclo del 27%, passando da 6,7 a 8,5 mln di tonnellate. Il tasso di riciclo rispetto all’immissione al consumo è aumentato dal 55% al 67%, in linea col dato europeo e con i nuovi obiettivi (del 65% al 2025 e del 70% al 2030).

Nello specifico, i tassi di riciclo dei rifiuti d’imballaggio hanno raggiunto livelli più che soddisfacenti: carta (81%), vetro (76%), plastica (45%), legno (63%), alluminio (80%), acciaio (79%). In crescita anche la raccolta di oli minerali usati, quasi vicina al 100%, e di oli vegetali esausti (+81% rispetto al 2009).

Ancora non soddisfacente invece la raccolta nel settore organico, passato da 3,3 mln di tonnellate del 2008 a oltre 6,6 nel 2017, risultati importanti, che però necessitano di una strutturazione capillare del settore sul territorio nazionale.  

Ritardi significativi si attestano invece per la raccolta dei Raee (veicoli fuori uso), al 42%, lontano dall’obiettivo del 65% al 2019, per la raccolta delle pile (sempre al 42%) e per il reimpiego e riciclo dei veicoli fuori uso, cresciuto di un solo punto percentuale in dieci anni (dall’82% all’83%).

Lo sviluppo del riciclo, però, passa anche dalla produzione delle cosiddette “materie prime seconde”, ovvero quei materiali ottenuti tramite il riciclo o gli scarti delle materie prime. All’interno del Report, uno studio svolto da Ecocerved quantifica i rifiuti effettivamente trasformati nel nostro Paese e permette di valutare il contributo del settore all’economia circolare. I risultati sono molto buoni: si è infatti registrata una maggiore produzione dei materiali provenienti dal riciclo, con 12 mln di tonnellate di materie prime seconde per l’industria nazionale.

Un altro aspetto interessante in termini di economia circolare emerge dai dati: i riciclatori (circa 1.200 imprese in tutto il Paese) trattano quantità più alte di rifiuti (18 mln di tonnellate di rifiuti di carta, vetro, plastica, legno, gomma e organico, 15% in più rispetto al 2014), ma alla fine del percorso di riciclaggio resta una quantità di rifiuti di 2,6 mln di tonnellate, simile alla quota del 2014, dimostrando una prestazione più efficiente, favorita anche da una maggiore attenzione nella raccolta e selezione.

Il nuovo pacchetto di direttive europee per i rifiuti e l’economia circolare contiene ambiziosi target di riciclo”, conclude Andrea Fluttero, presidente di Fise Unicircular, che aggiunge: “Perché si raggiungano va affrontato il tema dell’eco-progettazione, deve essere certa la cessazione della qualifica di rifiuto dopo adeguato trattamento, e va assicurato maggiore sbocco ai materiali recuperati attraverso un ‘pacchetto di misure’ finalizzate a promuovere lo sviluppo dei mercati del riutilizzo e dei prodotti realizzati con materiali riciclati”.

 

di Flavio Natale

 

giovedì 12 dicembre 2019

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