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Dall’emergenza energetica alla Cop 27 sul clima: nuove proposte
Settimana 17-23 ottobre. Commissione: le proposte per contenere il prezzo del gas e il piano d’azione per la digitalizzazione del sistema energetico. Parlamento: raccomandazioni in vista della Cop 27 per il clima in Egitto.
La scorsa settimana, il dibattito e gli atti adottati dalle istituzioni europee si sono nuovamente concentrati sul tema emergente dell’energia.
La Commissione europea ha adottato il 18 ottobre le attese nuove proposte determinanti per contenere il prezzo del gas attraverso un price-cap e altre soluzioni integrative alle misure assunte a più riprese negli scorsi mesi nel quadro del RePowerEu.
In pari data la Commissione ha adottato anche un piano per la digitalizzazione del sistema energetico.
Il Consiglio europeo riprende le stesse tematiche dell’emergenza energetica nelle conclusioni del 20 ottobre investendo il Consiglio dell’Ue e la Commissione ad assumere con urgenza decisioni concrete.
Il Parlamento europeo si collega allo stesso tema emergenziale sull’energia nel quadro ampio delle raccomandazioni per la posizione dell’Ue in occasione della prossima Cop 27 sui cambiamenti climatici che si terrà a dicembre a Sharm El-Sheik.
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Rispondere all’emergenza attraverso la preparazione, gli acquisti comuni, la sicurezza energetica dell’Ue
Con la Comunicazione sull’emergenza energetica – preparare, acquistare e proteggere l'Ue insieme, la Commissione presenta nuove misure essenziali sintetizzabili in tre punti:
- aggregare la domanda dell'Ue per l’acquisto in comune di gas, al fine di negoziare prezzi migliori e ridurre il rischio che gli Stati membri si facciano concorrenza fra loro sul mercato mondiale, garantendo nel contempo la sicurezza dell’approvvigionamento;
- avviare la creazione di un nuovo valore di riferimento per il prezzo del Gnl (gas naturale liquefatto) entro marzo 2023; e, a breve termine, proporre un meccanismo di correzione dei prezzi per stabilire un limite di prezzo dinamico per le operazioni sulla borsa del gas Ttf (Title transfer facility - mercato virtuale per lo scambio del gas naturale) e una fascia o corridoio temporaneo dei prezzi per evitare impennate estreme nei mercati dei derivati;
- nuove regole di solidarietà fra Stati membri in caso di carenze di approvvigionamento, che estendono l'obbligo di solidarietà agli Stati membri privi di collegamenti diretti mediante gasdotti e coinvolgono anche quelli dotati di impianti di Gnl; e una proposta volta a creare un meccanismo di allocazione del gas per gli Stati membri colpiti da un’emergenza nell'approvvigionamento di gas a livello regionale o dell’Unione.
La Commissione valuta che le suddette misure saranno utili a migliorare la stabilità dei mercati europei del gas nel prossimo inverno e negli anni successivi.
Nel contesto, la Commissione prospetta un uso flessibile e mirato dei fondi della politica di coesione per far fronte all'impatto dell'attuale crisi energetica sui cittadini e sulle imprese, utilizzando fino al 10% della dotazione nazionale totale per il periodo 2014-2020, per un valore di quasi 40 miliardi di euro.
Le misure innovative riguardano l’introduzione di un nuovo meccanismo temporaneo per limitare l'eccessiva volatilità ed evitare impennate estreme dei prezzi nei mercati dei derivati energetici.
In concomitanza, la Commissione mette in evidenza che l’Agenzia europea per la cooperazione dei regolatori dell’energia (Acer) e l'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma) stanno rafforzando la loro cooperazione attraverso una task force congiunta per potenziare le loro capacità di monitorare e individuare eventuali manipolazioni e abusi nei mercati europei a pronti e dei derivati dell'energia, come misura precauzionale per proteggere la stabilità del mercato.
La Commissione insiste ancora nell’evidenziare l’importanza della riduzione della domanda, come misura essenziale già in essere. Dai dati riportati, ad agosto e settembre, la domanda di gas si è già ridotta in Ue del 15% rispetto alla media dell’ultimo quinquennio.
Come riporta la presidente von der Leyen nel suo discorso sul pacchetto di misure adottato, le precedenti misure per la riduzione della dipendenza dal gas russo hanno portato in pochi mesi a risultati tangibili oltre alla stessa riduzione della domanda, quali l’immagazzinamento delle scorte di gas, ora assicurate al 92%, al taglio di circa i due terzi del gas importato dalla Russia via gasdotto, fino a ridurre la dipendenza dalle importazioni al 9%. Concludendo in sintesi che se la tendenza attuale che vediamo persiste, diversificando il gas russo, e continuando la nostra azione - anche quella di risparmio -, avremo ricevuto almeno 65 miliardi di metri cubi di gas da altri fornitori e avremo risparmiato 50 miliardi di metri cubi di gas fino alla fine dell’anno.
Nel pacchetto adottato, è inclusa come parte essenziale la proposta di regolamento per rafforzare la solidarietà attraverso un migliore coordinamento degli acquisti di gas, scambi di gas attraverso le frontiere e benchmark di prezzo affidabili, e anche la proposta di una raccomandazione del Consiglio sulla protezione delle infrastrutture critiche alla luce del sospetto sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2.
Come confermato anche nel programma di lavoro 2023 della Commissione, presentato sempre il 18 ottobre, nel primo quadrimestre è prevista l’adozione di una riforma generale del mercato dell'energia elettrica dell'Ue, che comprenderà il disaccoppiamento dei prezzi dell'energia elettrica e del gas.
Nella stessa sessione è stata presentata anche la prima parte della relazione sullo stato dell'Unione dell’energia 2022.
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Piano d’azione europeo per digitalizzare il settore energetico
Il 18 ottobre la Commissione europea ha anche adottato la comunicazione digitalizzare il sistema energetico - piano d’azione dell’Ue.
Nella prospettiva duplice della transizione verde e della trasformazione digitale (vedi anche nostra rubrica del 5 luglio 2022), e del principio di coerenza tra le stesse, il piano mette al centro l’empowerment dei consumatori: la digitalizzazione porta benefici alle famiglie e alle Pmi sotto forma di servizi innovativi basati sui dati che consentono loro, ad esempio, di gestire meglio le bollette, di conoscere i propri consumi energetici in tempo reale, di condividere l'elettricità prodotta con i vicini o di rivenderla al mercato, o di risparmiare energia (e denaro), che è uno dei modi più economici, sicuri e puliti per affrontare i prezzi elevati e ridurre la nostra dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili dalla Russia. L'inclusione digitale dovrebbe garantire che anche i cittadini più vulnerabili, quelli a basso reddito e quelli che vivono in regioni remote abbiano accesso a prezzi accessibili alle nuove tecnologie e strumenti digitali e che siano messi in condizione di beneficiare della digitalizzazione del sistema energetico.
Il Piano, che definisce la strada per l’adozione di specifiche misure nei prossimi mesi e anni da parte della Commissione, è sintetizzato nelle seguenti principali iniziative:
- misure che aiuteranno i consumatori ad aumentare il controllo che possono esercitare sul consumo energetico e sulle bollette, grazie a nuovi strumenti e servizi digitali, con un quadro di governance per uno spazio comune europeo dei dati sull’energia;
- misure di controllo del consumo energetico del settore delle Tecnologie dell’Informazione e Comunicazione (Tic), anche attraverso un sistema di etichettatura ambientale per i centri dati, un'etichetta energetica per i computer, misure per aumentare la trasparenza relativa al consumo energetico dei servizi di telecomunicazione e un'etichetta di efficienza energetica per le tecnologie blockchain;
- misure di rafforzamento della cibersicurezza delle reti energetiche attraverso una nuova legislazione, compreso un codice di rete per la cibersicurezza dei flussi transfrontalieri di energia elettrica.
La Commissione s’impegna a dare continuità nel sostegno alla ricerca e all’innovazione del settore, e a promuovere la cooperazione con organizzazioni della società civile quali la coalizione digitale verde europea.
La posizione del Parlamento europeo in vista della Cop 27 sul clima di Sharm El-Sheik
In occasione dell’ultima sessione plenaria, il Parlamento europeo ha adottato la risoluzione sulla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici 2022.
Effettuando un’analisi estesa sui diversi argomenti e sulle relative criticità, il Parlamento indica diverse proposte per mantenere una posizione dell’Ue ambiziosa in vista della Cop 27, mantenendo ancora vivo l’auspicio di riuscire a mantenere l’aumento medio della temperatura terrestre entro 1,5°, nonostante il tempo disponibile per determinare il risultato sia sempre più ristretto. Esprime lo stato di allarme per il fatto che le emissioni continuano ad aumentare e che il divario delle emissioni sta crescendo; sottolinea che la limitazione del riscaldamento globale a 1,5ºC richiede riduzioni rapide, profonde e durature.
Parte della risoluzione puntualizza anche sul fatto che la Cop si terrà in Egitto, Paese rispetto al quale il Parlamento ricorda di aver già assunto posizioni in merito alle criticità legate alle ripetute violazioni nel rispetto dei diritti umani. Nel contesto invita l'Unfccc e le autorità egiziane a garantire un accesso equo e la piena partecipazione dei cittadini e delle organizzazioni della società civile alla Cop27.
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Avverte che è necessario affrontare la questione degli interessi acquisiti o dei conflitti d'interesse; esprime preoccupazione, in particolare, per il fatto che alcuni grandi inquinatori abbiano utilizzato la loro presenza alle Cop per compromettere gli obiettivi dell'accordo di Parigi, ed evidenzia necessaria l’adozione di strumenti per proteggere il processo decisionale dell'Unfccc da interessi contrari agli obiettivi dell'accordo di Parigi.
In un passaggio chiave della risoluzione in merito al livello dell’ambizione climatica dell’Ue, rammenta che una recente sentenza della Corte costituzionale di uno Stato membro ha stabilito che la protezione del clima non è una questione di discrezionalità politica e che le disposizioni della Costituzione in materia di protezione dell'ambiente impongono allo Stato il dovere costituzionale di conseguire la neutralità climatica.
Rammaricandosi del fatto che l'obiettivo globale di adattamento rimane indefinito, sottolinea dunque la necessità di intensificare gli sforzi per tradurre l'obiettivo globale in materia di adattamento in risultati misurabili che dovrebbero, tra l'altro, fornire una comprensione approfondita dei rischi climatici e di catastrofi e delle esigenze e dei costi di adattamento associati a più livelli, aumentare la disponibilità di dati coerenti e comparabili, determinare e migliorare la fornitura e l'accessibilità dei mezzi di attuazione.
Invita pertanto l'Ue e gli Stati membri a intensificare gli interventi di adattamento tramite piani di adattamento obbligatori, valutazioni della vulnerabilità climatica e stress test climatici a livello locale, regionale e nazionale, e tramite il sostegno ad approcci guidati a livello locale e il coinvolgimento delle autorità e della società civile locali.
Sulla finanza sostenibile, evidenzia la criticità degli aiuti ai Paesi in via di sviluppo ed evidenzia la necessità d’individuare fonti di finanziamento per il clima che non aumentino il debito dei Paesi in condizione di vulnerabilità.
In particolare, osserva con preoccupazione che i costi e le esigenze di adattamento sono in aumento e che sono da cinque a dieci volte superiori agli attuali flussi internazionali di finanziamenti pubblici per l'adattamento, il che comporta un aumento della carenza di finanziamenti per l'adattamento; rileva le difficoltà intrinseche nel dirigere i finanziamenti privati verso l’adattamento.
Inoltre, chiede che la politica in materia di sviluppo e clima affronti le disuguaglianze, le sfide preesistenti in materia di debito e la povertà, che sono acuite dall'impatto negativo dei cambiamenti climatici, e rilancia la proposta d’integrare negli impegni climatici dei diversi Paesi misure per la tutela dei diritti umani.
Il Parlamento pone in evidenza la contraddittorietà rispetto agli impegni assunti a Parigi degli stessi Paesi Ue, osservando che le sovvenzioni ai combustibili fossili nell'Ue ammontano ancora a circa 55-58 miliardi di euro all’anno, corrispondenti a circa un terzo di tutte le sovvenzioni all'energia nell’Unione. Puntualizza che attualmente 15 Stati membri sovvenzionano i combustibili fossili in misura superiore alle energie rinnovabili.
Tra le misure d’azione strategiche indica necessaria una concentrazione di sforzi sulla riduzione delle emissioni di metano, un potente gas a effetto serra che è 28 volte più potente della CO2 in termini di impatto climatico in un arco temporale di 100 anni, e 80 volte più potente in un arco temporale di 20 anni; sottolinea, a tale riguardo, che un'azione più incisiva per la riduzione delle emissioni di metano è una delle misure più efficaci in termini di costi per ridurre le emissioni di gas a effetto serra nel breve termine.
Altri aspetti affrontati dalla risoluzione riguardano ancora la politica energetica, il ruolo delle attività produttive, l’importanza fondamentale della coesione sociale e della transizione giusta.
Il Parlamento insiste sul ruolo delle persone, convinto della necessità di creare le condizioni affinché i consumatori diventino più consapevoli e più incentivati a optare per forme di energia più sostenibili, nonché ad assumere un atteggiamento più attivo; invita la Commissione a valutare la capacità di rete necessaria per l'integrazione delle energie rinnovabili e delle soluzioni di riscaldamento elettrico e a individuare gli ostacoli che ancora si frappongono all'agevolazione dello sviluppo dell'autoconsumo di energia rinnovabile e delle comunità produttrici/consumatrici di energia rinnovabile, in particolare per le famiglie a basso reddito o vulnerabili.
di Luigi Di Marco