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Ey Foundation: giovani italiani i più sostenibili e digitali tra i grandi Paesi Ue
Il nostro Paese avanti a Francia e Germania. Il digitale può aiutare a diffondere consapevolezza, ma occorre fare attenzione a sicurezza e cyberbullismo. Agenda 2030 ancora poco conosciuta. 16/3/23
L’Italia è al primo posto per numero di sostenibili digitali, i giovani che usano strumenti digitali e contemporaneamente adottano comportamenti sostenibili. Seguono Spagna, Polonia, Germania e Francia. Sono i risultati dell’attività di ricerca “DiSi young – la sostenibilità digitale per i giovani”, realizzata dalla Ey Foundation onlus e dalla Fondazione per la sostenibilità digitale, condotta intervistando 800 giovani tra i 16 e i 24 anni nei cinque Paesi europei.
Dalla ricerca emerge come la digitalizzazione costituisca un “vettore di comportamenti orientati alla sostenibilità”. A mostrare una maggiore sensibilità per la sostenibilità digitale sono soprattutto le donne e i giovani con un più alto titolo di studio.
Il digitale, tra opportunità e rischi. La maggior parte delle persone italiane intervistate ritiene che la tecnologia sia un’opportunità per tutti, ma che presenti anche alcuni rischi. L’opinione cambia se ci riferisce solo ai social network: per il 35% sono un’opportunità da sfruttare, mentre per il 16% non sono un ambiente sicuro per i giovani, idea condivisa da circa una persona su tre in Germania e in Francia. Tra le principali minacce individuate nei cinque Paesi c’è il cyberbullismo. Tuttavia, il 41% dei giovani italiani si dichiara molto o abbastanza d’accordo con l’idea che insultare una persona sui social network sia meno grave rispetto alla vita reale, percentuale che sale al 55% in Polonia.
Conoscenze sulle sostenibilità da colmare. Il 27% degli italiani intervistati afferma di sapere poco o nulla del concetto di sostenibilità, percentuale che sale al 38% per le conoscenze sull’Agenda 2030 delle Nazioni unite. Tra i cinque Paesi è la Francia a presentare i dati peggiori: il 62% e il 76% conoscono poco o per nulla rispettivamente i concetti di sostenibilità e dell’Agenda 2030. C’è un dato incoraggiante: nei cinque Paesi sette giovani su dieci hanno dichiarato di voler approfondire il tema.
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La ricerca evidenzia anche una generale consapevolezza sul problema dei cambiamenti climatici: in Italia il 71% li ritiene una priorità che deve essere affrontata, una percentuale simile in Spagna (69%) e in Francia (62%) che scende al 56% in Polonia e al 42% in Germania. A considerarli un falso mito è il 6% dei giovani italiani intervistati.
Il ruolo del digitale per lo sviluppo sostenibile. Dalla prenotazione dei biglietti dei mezzi pubblici, alla compravendita di vestiti e oggetti di seconda mano, dalle app che aiutano a fare la raccolta differenziata a quelle che permettono di contrastare gli sprechi: sono solo alcuni degli esempi di modi in cui il digitale può incentivare pratiche sostenibili.
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In Italia la maggior dei giovani (69%) concorda sul contributo positivo della tecnologia per migliorare la società, favorire lo sviluppo economico e salvaguardare l’ambiente. A ritenere che possa costituire un ostacolo per lo sviluppo sostenibile è il 39%.
Secondo il 57% degli italiani, sono le istituzioni ad essere responsabili della scarsa adozione delle tecnologie per la salvaguardia dell’ambiente e la sostenibilità economica e sociale. Situazione diversa in Francia e Germania, dove il 48% e il 39% ritiene i cittadini maggiormente responsabili.
di Maddalena Binda
Fonte copertina: photolight2, da 123rf.com