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L’Italia e il Goal 14: dal 2015 il benessere di mari e oceani è in serio pericolo
Cresce il sovrasfruttamento degli stock ittici, che raggiunge l’83% rispetto a una media europea del 42%. Attuata la “Strategia plastica” per disinquinare i mari. ASviS: ora attuare le misure della Strategia per l’ambiente marino.[VIDEO] 25/10/19
Il Goal 14 (Vita sott’acqua) in sintesi
Il Rapporto ASviS 2019 mostra un andamento altalenante rispetto al Goal 14: si registra, infatti, un miglioramento fino al 2015 seguito da un significativo peggioramento della situazione nel 2016 e nel 2017 causato dal sovrasfruttamento delle risorse ittiche.
Riguardo alla problematica legata all’inquinamento dei mari, in Italia negli ultimi 12 mesi, sono state approvate la Direttiva Ue 2019/904 per la riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente e la Direttiva Ue 2019/883 che ha l’obiettivo di “proteggere l’ambiente marino dagli effetti negativi degli scarichi dei rifiuti delle navi che utilizzano porti situati nel territorio dell’Unione e di garantire nel contempo il buon funzionamento del traffico marittimo migliorando la disponibilità e l’uso di adeguati impianti portuali di raccolta dei rifiuti e il conferimento degli stessi presso tali impianti”. Quest’ultima è stata recepita in Italia dal ministero dell’Ambiente nel Ddl Ac 1939 “Promozione del recupero dei rifiuti in mare e per l’economica circolare”.
Per gli ecosistemi marini, l’ASviS propone che il Governo attui le misure esistenti e quelle nuove comunicate con la Direttiva Quadro europea sulla Strategia per l’ambiente marino. Va portata in approvazione al più presto la Legge “Salvamare” relativa al recupero dei rifiuti in mare e all’economia circolare, valutando nel frattempo misure anche più decisive. In sede Ue, sarà necessario proporre che in ogni accordo di libero scambio siano previste clausole sociali e ambientali allineate agli obiettivi internazionali in tema di biodiversità e protezione degli ecosistemi e all’Agenda 2030.
Guarda la video intervista a Gianfranco Bologna, Coordinatore del Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 14
L’indicatore composito per l’Italia
L’indicatore composito elaborato dall’ASviS per il Goal 14 mostra un andamento altalenante: migliora dal 2010 al 2015, grazie alla crescita significativa dell’indicatore relativo alle aree marine protette, per poi peggiorare sensibilmente nel 2016 e nel 2017, a causa dell’aumento dell’attività di pesca e del sovrasfruttamento degli stock ittici, il cui dato si attesta all’83,3% rispetto a una media europea del 42%.
Le regioni italiane e il Goal 14
Per questo Goal non è stato possibile fare una valutazione della situazione regionale a causa della mancanza dei dati in merito.
Il resoconto degli ultimi 12 mesi
Tra le novità degli ultimi 12 mesi attinenti al disinquinamento dei mari, va segnalata in primo luogo l’attuazione della “Strategia plastica” dell’Ue orientata alla prevenzione dall’inquinamento delle acque marine. In attuazione della “Strategia plastica”, è stata approvata la Direttiva Ue 2019/904 del Parlamento e del Consiglio del 5 giugno 2019 per la riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente. In particolare, l’art.5 prevede che dal 3 luglio 2021 non potranno essere più commercializzati alcuni prodotti di plastica monouso quali piatti, posate e cannucce. Altre azioni sono orientate a favorire il riciclo della plastica, con l’introduzione di specifiche obbligatorie di produzione, di marcatura con informazioni utili al corretto smaltimento, con la responsabilità estesa del produttore, la definizione di target per la raccolta differenziata, la sensibilizzazione dei cittadini.
Ha concluso il suo iter legislativo anche la Direttiva Ue 2019/883 del Parlamento e del Consiglio del 17 aprile 2019 relativa agli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi. L’obiettivo della Direttiva è di “proteggere l’ambiente marino dagli effetti negativi degli scarichi dei rifiuti delle navi che utilizzano porti situati nel territorio dell’Unione e di garantire nel contempo il buon funzionamento del traffico marittimo migliorando la disponibilità e l’uso di adeguati impianti portuali di raccolta dei rifiuti e il conferimento degli stessi presso tali impianti”. I contenuti della Direttiva vengono recepiti nel Ddl Ac 1939 presentato il 26 giugno 2019 dal ministro dell’Ambiente “Promozione del recupero dei rifiuti in mare e per l’economica circolare”, che si pone l’obiettivo di: favorire il recupero dei rifiuti accidentalmente pescati; incentivare campagne volontarie di pulizia del mare; promuovere l’economia circolare, mediante disposizioni volte a consentire la cessazione della qualifica di rifiuto per quelli accidentalmente pescati, ovvero raccolti nell’ambito delle campagne di pulizia del mare.
Il Ddl prevede che il conferimento dei rifiuti accidentalmente pescati all’impianto portuale di raccolta sia gratuito e che i costi di gestione siano coperti con una specifica componente che si aggiunge alla tassa sui rifiuti, rinviando all’Arera il compito di definire la relativa disciplina. Si rinviano poi al Mipaaft e al Mattm l’adozione di un Decreto per definire misure premiali nei confronti del comandante del peschereccio che conferisce i rifiuti, e a ulteriori Decreti Mattm: le modalità attuative per campagne di pulizia del mare; i criteri per promuovere il riciclo della plastica pescata; le modalità per riconoscere agli imprenditori ittici una certificazione ambientale attestante l’impegno per il rispetto dell’ambiente marino e la sostenibilità dell’attività di pesca da essi svolta e per riconoscere la stessa certificazione ambientale anche ai fini dei programmi di etichettatura ecologica.
Le misure proposte sono meritevoli, ma ancora molto limitate, in quanto si resta ancora ben lontani dagli obiettivi del conseguimento del “buon stato ambientale (Ges, Good environmental status)” degli ecosistemi marini al 2020 previsto dalla Strategia Marina Ue e nazionale.
Le proposte dell’ASviS
Per gli ecosistemi marini, l’ASviS propone che il Governo attui le misure esistenti e quelle nuove comunicate con la Direttiva Quadro europea sulla Strategia per l’ambiente marino, garantendo che le risorse umane e materiali impegnate a tal fine siano adeguate e commisurate all’interesse ambientale, economico e sociale che l’ambiente marino riveste per il nostro Paese e per la nostra economia. Va inoltre assicurato l’aggiornamento e la piena attuazione del programma di monitoraggio della Direttiva, in modo che sia realmente efficace a valutare il conseguimento dei traguardi ambientali.
Va portato in approvazione al più presto il Ddl Ac 1939 “Promozione del recupero dei rifiuti in mare e per l’economia circolare” (Legge “Salvamare”), valutando nel frattempo misure anche più decisive anticipando la tabella di marcia della Strategia per la Plastica dell’Ue e la Direttiva 2019/904 del Parlamento e del Consiglio del 5 giugno 2019 per la “riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente”, considerando la crescente preoccupazione che il rilascio di plastiche, microplastiche e nanoplastiche nell’ambiente comporta per la salute umana e degli ecosistemi.
Sempre in sede Ue, sarà necessario proporre che in ogni accordo di libero scambio siano previste clausole sociali e ambientali allineate agli obiettivi internazionali in tema di biodiversità e protezione degli ecosistemi e all’Agenda 2030.
Infine, è importante che l’Italia ratifichi al più presto: a) il Protocollo offshore per la protezione del Mediterraneo contro l’inquinamento derivante dall’esplorazione e dallo sfruttamento della piattaforma continentale, dei fondali e del relativo sottosuolo, adottato nel 1994 nell’ambito della Convenzione di Barcellona; b) il protocollo di Nagoya (firmato il 23 giugno 2011) relativo all’accesso alle risorse genetiche e alla giusta ed equa ripartizione dei benefici derivanti dalla loro utilizzazione (richiamato dai Target 2.5 e 15.6 dell’Agenda 2030).
Leggi l’Analisi del Goal 14 nel Rapporto ASviS 2019 e le proposte dell’Alleanza su Capitale naturale e qualità dell’ambiente
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