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Aumentano gli omicidi di attivisti per i diritti umani, giornalisti o sindacalisti: tra gennaio e ottobre 2018, in 41 Paesi ne sono stati uccisi 397. Peggiora sensibilmente la situazione italiana, dovuta soprattutto a un aumento del sovraffollamento delle carceri (114 detenuti per 100 posti disponibili nel 2017). A livello regionale, la maggior parte delle variazioni negative si registrano nel Nord e nel Centro Italia, mentre nel Sud questa tendenza è invertita.

Notizie

Global Terrorism Index: meno morti per terrorismo, ma aumentano i Paesi colpiti

L’indice valuta l’impatto su 163 Paesi in base a quattro indicatori: il numero totale di atti terroristici, dei morti, dei feriti e dei danni causati. L’indebolimento di Boko Haram e dell’Isis ha influito positivamente ma cresce l’esposizione dell’area Ocse.

Il Rapporto “Global Terrorism Index 2016”, pubblicato dal centro di ricerca Institute for Economics and Peace, fornisce una fotografia del terrorismo a livello mondiale attraverso analisi e dati che consentono di realizzare un confronto storico-geografico e scoprire l’impatto che il fenomeno ha avuto negli ultimi anni. Per elaborare l’indice sono stati confrontati 163 Paesi e utilizzati quattro indicatori annuali: il numero totale di atti terroristici, quello dei morti, dei feriti e dei danni provocati.

Meno morti per terrorismo. Un dato incoraggiante per il futuro del pianeta, che nel 2015 ha visto per la prima volta dal 2010 una riduzione del numero di morti del 10% rispetto al 2014, l’anno peggiore per terrorismo. Il miglioramento dell’andamento deriva anche dall’indebolimento di Boko Haram e dello Stato Islamico, due tra i gruppi terroristici più violenti degli ultimi anni. Tuttavia, il dato è comunque alto, con oltre 29 mila morti, e il 2015 rimane il secondo anno più violento dal 2000.

 

Aumentano i Paesi colpiti. Nonostante il numero di attentati sia diminuito, il 2015 ha rappresentato l’anno record per numero di Paesi coinvolti in attacchi terroristici dal 2000. Questo significa che il terrorismo si è esteso a livello geografico colpendo anche Paesi che in passato non erano interessati dal fenomeno. I Paesi con il più alto livello di terrorismo sono, in una scala da uno a dieci, Iraq (9,96), Afghanistan (9,44), Nigeria (9,31), Pakistan (8,61) e Siria (8,58). I Paesi Ocse maggiormente colpiti sono Turchia (6,73), al quattordicesimo posto nella scala mondiale, e Francia (5,60) al ventinovesimo. L’Italia è al sessantanovesimo posto con un indice del 2,36.

Cresce il terrorismo nei Paesi Ocse. Tra i Paesi che hanno registrato un aumento del fenomeno ci sono quelli Ocse, in particolar modo la Francia. Il 2015 è stato l’anno peggiore dopo il 2001, segnato da un aumento del 650% di morti per terrorismo rispetto al 2014 (da 77 a 577 morti), e il trend del 2016 registrato fino a luglio desta preoccupazioni. Sono ben 21 di 34 i Paesi Ocse che sono stati interessati dal fenomeno nel 2015. Tra gli attentati peggiori, quello di Parigi di novembre (130 morti) e di Ankara di ottobre (102 morti). L’Isis è il gruppo terroristico maggiormente coinvolto negli attentati dell’area Ocse: nel 2015 sono stati responsabili di 313 morti, con un aumento importante rispetto ai 18 dell’anno precedente.

Il terrorismo pesa sull’economia globale. Sebbene nel 2015 l’impatto del terrorismo sull’economia globale sia diminuito del 15% rispetto all’anno precedente, il costo rimane comunque molto alto, raggiungendo quasi i 90 miliardi di dollari. Inoltre, gli attacchi terroristici hanno spesso un impatto sulle economie nazionali nel lungo periodo.


La categoria più colpita è quella dei cittadini. La maggior parte degli attacchi terroristici colpiscono civili e proprietà private (43%), seguono gli attentati diretti alle forze di polizia (16%), militari (13%), governi (7%), aziende (7%), istituzioni religiose (4%) e altro (10%). Dal 2000 c’è stato un aumento del 550% nel numero di morti di civili a causa del terrorismo.

 

 

di Flavia Belladonna

lunedì 28 novembre 2016

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