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Aumentano gli omicidi di attivisti per i diritti umani, giornalisti o sindacalisti: tra gennaio e ottobre 2018, in 41 Paesi ne sono stati uccisi 397. Peggiora sensibilmente la situazione italiana, dovuta soprattutto a un aumento del sovraffollamento delle carceri (114 detenuti per 100 posti disponibili nel 2017). A livello regionale, la maggior parte delle variazioni negative si registrano nel Nord e nel Centro Italia, mentre nel Sud questa tendenza è invertita.

Notizie

Morti per terrorismo: nel 2016 si è raggiunto l’apice rispetto al 1988 nell'Ocse

Secondo il Global terrorism index, nel mondo è diminuito il numero di morti per attacchi terroristici, ma è aumentato il numero dei Paesi nei quali avvengono.

L’Istituto per l’economia e la pace ha recentemente pubblicato la quinta edizione del rapporto sul Global terrorism index (Gti) che utilizza i dati del Global terrorism database, in cui sono stati registrati 170mila attacchi terroristici.

Il rapporto Gti del 2017 evidenzia una svolta nella lotta contro l'estremismo islamico radicale: l’indice mostra un declino globale del numero di morti da attacchi terroristici a 25.673 persone, che rappresenta un miglioramento del 22% rispetto al 2014. Il terrorismo è diminuito significativamente soprattutto negli epicentri di Siria, Pakistan, Afghanistan e Nigeria, che sono quattro dei cinque Paesi più colpiti dal terrorismo.

Il più grande miglioramento si è verificato in Nigeria, dove le morti per terrorismo attribuite al gruppo terroristico Boko Haram sono diminuite dell'80% nel 2016. D’altra parte, però, è aumentato il numero di morti per terrorismo attribuite all'Isis, con un aumento del 49% nel 2016. La maggior parte di queste morti si è verificata in Iraq.

Anche se è diminuito il numero assoluto di morti per terrorismo, è aumentato il numero dei Paesi nei quali si verificano gli attacchi: da 65 Paesi nel 2015 a 77 nel 2016.

Le principali sconfitte sul campo di battaglia dell’Isis in Iraq e Siria nei 18 mesi precedenti al giugno 2017 hanno segnato l'inizio della fine delle ambizioni territoriali e della forza militare del gruppo nel lungo termine. Inoltre, il declino di Boko Haram in seguito agli interventi della Multinational Joint Task Force ha contribuito a una diminuzione dell'80% del numero di morti causati dal gruppo nel 2016. Di conseguenza, ci sono stati miglioramenti sostanziali nella classifica Gti in Nigeria, Camerun, Niger e Ciad.

Per i Paesi dell’Ocse, le statistiche non sono così positive. L'anno 2016 è stato l’anno in cui sono morte più persone a seguito di un attacco terroristico nei Paesi dell'Ocse dal 1988, escludendo gli attacchi dell'11 settembre. Dal 2014, il 75% di queste morti è stato diretto o ispirato dall'Isis.

Dal punto di vista economico, l'impatto globale del terrorismo nel 2016 è stato leggermente inferiore rispetto al 2015, sebbene costi ancora all'economia globale 84 miliardi di dollari. Anche se questo è un numero significativo di per sé, è importante notare che l'impatto economico del terrorismo è inferiore rispetto ad altre principali forme di violenza. Questo importo rappresenta solo l'1% dell'impatto economico globale della violenza, che ha raggiunto 14,3mila miliardi di dollari nel 2016. Bisogna tener presente, però, che le cifre relative al terrorismo non tengono conto degli impatti indiretti sulle imprese, sugli investimenti e sui costi associati alla sicurezza per contrastare il terrorismo. Sebbene quindi si possa considerare limitato l'impatto economico del terrorismo, è ancora fondamentale svolgere azioni di contenimento dato il suo potenziale di diffusione che comporta anche importanti conseguenze a livello sociale.

Leggi qui il rapporto completo.

di Giulia D’Agata

venerdì 24 novembre 2017

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