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Aumentano gli omicidi di attivisti per i diritti umani, giornalisti o sindacalisti: tra gennaio e ottobre 2018, in 41 Paesi ne sono stati uccisi 397. Peggiora sensibilmente la situazione italiana, dovuta soprattutto a un aumento del sovraffollamento delle carceri (114 detenuti per 100 posti disponibili nel 2017). A livello regionale, la maggior parte delle variazioni negative si registrano nel Nord e nel Centro Italia, mentre nel Sud questa tendenza è invertita.

Notizie

Democrazie: in crescita, ma fake news e discorsi d’odio le mettono a rischio

Alla vigilia della Giornata dei diritti umani che si celebra oggi, un rapporto ne analizza lo stato di salute. Con notizie confortanti: la “terza ondata inversa di democratizzazione” non avverrà. Ma è necessario vigilare. 10/12/19

“Questa forma di governo sta affrontando gravi sfide in tutto il mondo” afferma Kevin Casas-Zamora, Segretario generale dell’Istituto internazionale per la democrazia e l’assistenza elettorale (Idea), organizzazione non governativa specializzata nello studio dei processi democratici. “Il progresso che ha infuso la notevole espansione della democrazia nella seconda metà del 20° secolo è quasi scomparso, ma c’è ancora speranza”. Il Rapporto internazionale elaborato da Idea, The Global State of Democracy 2019: Addressing the Ills, Reviving the Promise (“Lo stato complessivo della democrazia, come curarne i mali e far rivivere le sue promesse”)  che verrà presentato a New York il 12 dicembre, ma che è stato diffuso in anticipo, anche in considerazione della Giornata mondiale dei diritti umani che si celebra oggi, offre una panoramica sull’attuale sviluppo di questa forma di governo, sia a livello globale che regionale. Il documento analizza le tendenze democratiche e le principali sfide da affrontare, basandosi sui dati degli indici dello stato della democrazia globale (GSoD) per 158 Paesi dal 1975, mirando a strutturare strategie, programmi e interventi politici a sostegno di questa forma di governo. Oltre a elementi democratici fondanti come elezioni libere, magistrature indipendenti e istituzioni rappresentative, l’analisi comprende fattori come la partecipazione della società civile, i diritti sociali, l'uguaglianza, l'utilizzo delle fake news, la corruzione e altri ancora, per un totale di 28 elementi basati su 97 indicatori.

“Questa forma di governo sta affrontando gravi sfide in tutto il mondo” afferma Kevin Casas-Zamora, Segretario generale dell’Istituto internazionale per la democrazia e l’assistenza elettorale (Idea), organizzazione non governativa specializzata nello studio dei processi democratici. “Il progresso che ha infuso la notevole espansione della democrazia nella seconda metà del 20° secolo è quasi scomparso, ma c’è ancora speranza”. Il Rapporto internazionale elaborato da Idea, The Global State of Democracy 2019: Addressing the Ills, Reviving the Promise (“Lo stato complessivo della democrazia, come curarne i mali e far rivivere le sue promesse”)  che verrà presentato a New York il 12 dicembre, ma che è stato diffuso in anticipo, anche in considerazione della Giornata mondiale dei diritti umani che si celebra oggi, offre una panoramica sull’attuale sviluppo di questa forma di governo, sia a livello globale che regionale. Il documento analizza le tendenze democratiche e le principali sfide da affrontare, basandosi sui dati degli indici dello stato della democrazia globale (GSoD) per 158 Paesi dal 1975, mirando a strutturare strategie, programmi e interventi politici a sostegno di questa forma di governo. Oltre a elementi democratici fondanti come elezioni libere, magistrature indipendenti e istituzioni rappresentative, l’analisi comprende fattori come la partecipazione della società civile, i diritti sociali, l'uguaglianza, l'utilizzo delle fake news, la corruzione e altri ancora, per un totale di 28 elementi basati su 97 indicatori.

1975 contro il 20% nel 2018). 

“La più grande espansione democratica si è verificata tra il 1985 e il 1995” precisa il Rapporto, “quando 39 Paesi sono diventati democrazie a tutti gli effetti”. Di questi, oltre un quarto (28%) ottenne l'indipendenza dopo la fine della guerra fredda e il crollo del blocco sovietico. Dalla metà degli anni ‘90 il ritmo dell'espansione democratica ha rallentato, ma è proseguito ininterrottamente fino al 2006. Da allora, il numero di democrazie è in continuo aumento (da 90 nel 2008 a 97 nel 2018).

Questi dati non supportano pertanto l'ipotesi di una “terza ondata inversa di democratizzazione” (ovvero un calo significativo e sostenuto del numero di democrazie) portata avanti da alcuni studiosi negli ultimi anni. La maggioranza (72%) delle democrazie di oggi è stata istituita dopo il 1975 come parte della terza ondata di democratizzazione. Di queste, più di tre quarti sono state istituite prima del 2000 (denominate "prime democrazie della terza ondata"), mentre meno di un quarto dopo il 2000 ("nuove democrazie di terza ondata”).

Scarica il Rapporto completo

 

di Flavio Natale

martedì 10 dicembre 2019

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