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Aumentano gli omicidi di attivisti per i diritti umani, giornalisti o sindacalisti: tra gennaio e ottobre 2018, in 41 Paesi ne sono stati uccisi 397. Peggiora sensibilmente la situazione italiana, dovuta soprattutto a un aumento del sovraffollamento delle carceri (114 detenuti per 100 posti disponibili nel 2017). A livello regionale, la maggior parte delle variazioni negative si registrano nel Nord e nel Centro Italia, mentre nel Sud questa tendenza è invertita.

Notizie

Corruzione: peggiora l’indice di percezione a livello globale, Italia in stallo

Due terzi dei Paesi del mondo sono al di sotto della media. Danimarca e Nuova Zelanda i Paesi più virtuosi, Sud Sudan all’ultimo posto. L’Italia mantiene il punteggio dell’anno scorso, ma perde una posizione in classifica. 4/02/21

“Il progresso nella lotta alla corruzione non è stato significativo e le misure, quando adottate, non si sono rivelate del tutto efficaci”. È quanto affermato dalla presidente di Transparency international Italia, Iole Anna Savini, in occasione della presentazione di giovedì 28 gennaio dei risultati dell’Indice di percezione della corruzione (Cpi) 2020.

L’indice di Transparency international Italia, elaborato a partire da 13 strumenti di analisi e da sondaggi condotti da esperti in materia, mira a valutare l’apparato anticorruzione nel settore pubblico di ciascuno dei 180 Paesi aderenti all’iniziativa. Per ogni Stato viene attribuito un punteggio che va da zero a 100, dove il dato più basso indica un alto livello di corruzione percepita mentre quello più alto rivela il contrario. La metodologia di elaborazione dell’indice viene di anno in anno aggiustata per fornire un dato sempre più attendibile delle diverse realtà locali.

Insieme alla presidente dell’associazione, alla presentazione del Cpi 2020 sono intervenuti Mario Ferrario, vice presidente di Transparency international, Giuseppe Busia, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), Giovanni Tria, ex ministro dell'Economia e delle finanze e, infine, Alessandro Plateroti, editorialista de Il Sole 24 Ore.

Savini, nella sua relazione introduttiva, ha riportato i dati del Cpi riguardanti l’anno appena passato. L’indice riporta un generale peggioramento della percezione della corruzione al livello globale, evidenziando il fatto che due terzi dei Paesi monitorati hanno un punteggio inferiore a 50/100. Il valore che indica la media dei voti attribuiti è 43/100, cioè ben al di sotto della mediana. Danimarca e Nuova Zelanda continuano ad attestarsi tra i Paesi più virtuosi, con un punteggio di 88. In fondo alla classifica, Siria, Somalia e Sud Sudan, con un punteggio, rispettivamente, di 14, 12 e 12.

Il dato riguardante il nostro Paese dimostra che l’Italia non ha effettuato nel 2020 uno sforzo sufficiente per migliorare il suo ranking. Negli ultimi anni si era costituito un trend positivo che ha visto l’Italia guadagnare 11 punti dal 2012 (42) al 2019 (53). Anche se il valore attribuito nel 2020 è rimasto invariato rispetto all’anno precedente (53), il nostro Paese è retrocesso nella classifica mondiale, passando dalla cinquantatreesima alla cinquantaduesima posizione nella graduatoria globale. Savini ha evidenziato il fatto che l’andamento positivo, cominciato nel 2012, potrà essere ripreso in futuro grazie al lavoro dell’Anac e all’applicazione della legge contro la corruzione del 9 gennaio 2019.

Durante la presentazione è stato fatto anche un approfondimento sul rapporto tra crisi pandemica e corruzione, evidenziando il fatto che quest’ultima rappresenta già di per sé un ostacolo all’accesso alla salute. L’emergenza sanitaria globale ha rimarcato quanto il fenomeno corruttivo impedisca un corretto accesso e una gestione adeguata dei servizi sanitari. È stato quindi dimostrato quanto la trasparenza e l’adozione di misure di contrasto alla corruzione siano necessarie per affrontare efficacemente la diffusione del virus. Tra l’altro, l’analisi ha dimostrato che i Paesi a cui è stato attribuito un valore del Cpi elevato hanno sofferto poche violazioni delle norme nell’implementazione delle politiche necessarie per rispondere alle esigenze dettate dalla crisi pandemica.

Infine sono state elencate le raccomandazioni esposte nel Rapporto pubblicato da Transparency international, in cui si raccomanda di predisporre finanziamenti adeguati alle autorità anti-corruzione, di implementare la trasparenza negli appalti pubblici, di promuovere spazi di dialogo democratico per evidenziare le responsabilità dei governi e di garantire l’accesso pubblico alle informazioni più rilevanti.

Scarica il Rapporto

di Milos Skakal

giovedì 4 febbraio 2021

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