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Cause e soluzioni del fenomeno migratorio: arriva il progetto Exodus
La migrazione negli ultimi anni ha assunto una connotazione emergenziale, dovuta soprattutto all’incapacità di gestione del fenomeno e alle cause della stessa. Il progetto Exodus mira a offrire una spiegazione completa e fruibile da tutti del fenomeno, individuando possibili soluzioni e mettendo insieme le realtà che si occupano del tema.
Gennaio 2019
In un’economia globale basata sull’illusione della crescita infinita, il nostro mondo, allo stato attuale, si basa su diseguaglianze crescenti: nella distribuzione della ricchezza, del benessere e delle opportunità ma anche nello sfruttamento delle risorse, nell’accesso ai beni di prima necessità e nel rispetto dei diritti umani. Questo sistema, ingiusto e non sostenibile, ha smesso di funzionare, mostrando sempre più i suoi limiti e le sue conseguenze, che stanno assumendo ormai una dimensione catastrofica, anche in quelle zone del mondo che fino ad ora avevano potuto ignorare la portata del cambiamento.
Anche la migrazione, un fenomeno umano storicamente sempre esistito nonché un diritto di tutti gli esseri umani a spostarsi alla ricerca di migliori condizioni di vita, ha negli ultimi anni assunto una connotazione emergenziale. Emergenza data non tanto dai numeri di migranti, espatriati e richiedenti asilo, quanto dall’incapacità dei Paesi di arrivo o di transito di gestire il fenomeno e dalle cause della migrazione. I flussi migratori, infatti, sono sempre più alimentati dalle conseguenze progressive e inarrestabili del modello di sfruttamento incontrollato delle risorse del pianeta a cui si accennava prima: sempre più popolazioni sono costrette ad abbandonare la propria terra per conseguenze dirette del cambiamento climatico, che ha causato disastri naturali o ha reso sterili le terre. Altri scappano da guerre terribili, alimentate quando non direttamente causate, dalla lotta per il controllo dell’acqua, il bene più prezioso. Molti altri, infine, consapevoli del benessere possibile in altre parti del mondo, decidono di tentare di abbandonare la propria condizione di estrema povertà, alimentando le fila dei cosiddetti “migranti economici”. Una figura, quella del migrante economico, sempre più controversa per l’opinione pubblica: il migrante economico è il migrante buono, quello competente che arriva in un Paese più sviluppato di quello di nascita, avendo già delle competenze che può sviluppare ulteriormente e mettere al servizio della nuova comunità di appartenenza; allo stesso tempo è lo stesso migrante che “ruba il lavoro”, una condizione vissuta come intollerabile nella gran parte dei Paesi occidentali, all’interno dei quali le disuguaglianze sono ulteriormente aumentate dopo le più recenti crisi economiche.
In questo contesto, il progetto Exodus mira a offrire una spiegazione completa, chiara e fruibile da tutti del fenomeno migratorio, delle sue cause e delle possibili soluzioni, della disuguaglianza e della diversità. Partendo dalle emozioni suscitate dalle grandiose tele di Safet Zec, pittore bosniaco che ha in prima persona sperimentato la necessità della fuga dal proprio Paese di origine e che ha prodotto molte opere di straordinario impatto sui temi della migrazione, dell’esodo, dell’accoglienza e della carità, l’Oratorio del Caravita, a Roma, che ospiterà le tele, sarà animato da conferenze, workshop, attività di discussione, riflessione e formazione, manifestazioni culturali, concerti e cineforum, allo scopo di avvicinare tutta la cittadinanza alla riflessione e alla conoscenza dei temi sopracitati e all’arte in ogni sua forma.
Perfettamente in linea con il Goal 17, rafforzare la partnership mondiale per il raggiungimento degli Obiettivi globali, il Progetto Exodus affronterà i diversi aspetti degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, partendo dal tema della diversità come chiave interpretativa, e metterà insieme le diverse realtà che a livello locale, nazionale e internazionale si occupano di disuguaglianza, migrazione, sviluppo, tutela dell’ambiente e rispetto dei diritti umani, creando nuove occasioni di riflessione comune e possibilità di fare rete, scambiando buone pratiche e rafforzando collaborazioni virtuose in difesa dei più deboli e degli sfruttati del mondo.
La mostra delle tele di Safet Zec sarà inaugurata il 31 Gennaio 2019 presso l’Oratorio di San Francesco Saverio, conosciuto anche come Oratorio del Caravita, in via del Caravita 7, a Roma, e con essa prenderà l’avvio il Progetto Exodus che svolgerà il suo incarico di formazione e sensibilizzazione per tutti i sei mesi di durata della mostra, con l’obiettivo di continuare poi nell’operato delle realtà che avrà sostenuto e messo in rete tra loro.