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Nel 2021 l’aiuto allo sviluppo (Aps) è aumentato del 4,4% in rispetto al 2020, per via degli aiuti ai Paesi ricchi hanno fornito ai Paesi fragili per fronteggiare il Covid-19. Anche in Italia nel 2021 l’Aps è cresciuto dallo 0,22% allo 0,28%, ma si tratta in parte di “aiuto gonfiato” ovvero di risorse spese nei Paesi donatori e si è ancora molto lontani dall’obiettivo dello 0,70% del Reddito nazionale lordo (Rnl).

Notizie

Alta sostenibilità: dopo il G20, cosa aspettarsi dalla Cop26 di Glasgow?

Si sta configurando un conflitto commerciale tra Cina, Europa e Stati Uniti. Se ne è discusso su Radio radicale nella rubrica ASviS condotta da Manieri e Viettone, ospiti Donati, Federico, Muroni. [VIDEO2/11/21

Mentre a Roma si chiudevano le porte del G20 a Glasgow si apriva, il 31 ottobre, quella che è forse la più importante Cop sul clima di sempre. Dopo il rinvio dello scorso anno, causa Covid, i Paesi infatti sono chiamati quest’anno a completare le regole (il “rulebook”) che formano l’Accordo di Parigi e a presentare nuovi NDCs, cioè nuovi obblighi di riduzione delle emissioni climalteranti che siano finalmente in linea con l’Accordo di Parigi. Ma cosa emerge dal G20 e cosa aspettarci dalla Cop26? Di questo si è discusso durante l’ultima puntata della rubrica ASviS “Alta sostenibilità”, andata in onda su Radio Radicale il primo novembre e condotta da Valeria Manieri ed Elis Viettone. Ospiti: Anna Donati (Kyoto club e portavoce dell'Alleanza mobilità dolce), Toni Federico (coordinatore del Gruppo di lavoro ASviS sui Goal 7, Energia pulita e accessibile, e Goal 13, Lotta al cambiamento climatico) e Rossella Muroni (deputata, presidente del gruppo “Facciamo eco” e vicepresidente della commissione Ambiente della Camera dei deputati).

Rossella Muroni, deputata, capogruppo di “Facciamo-Eco” e vicepresidente commissione Ambiente della Camera

“La Cop26 parte con grandi aspettative ma anche grandi preoccupazioni”, ha dichiarato in apertura Muroni, “i ‘grandi’ della Terra del G20 sembrano aver imparato a memoria gli obiettivi, purtroppo continuano a non dirci i tempi dell’azione e quali strumenti utilizzare. Non riesco a comprendere questa idea che bisogna mediare al ribasso sulla crisi climatica: nei giorni scorsi, mentre i leader venivano accolti in una Roma soleggiata, un pezzo del nostro Paese veniva colpito duramente dagli eventi estremi, basti pensare a quanto successo in Sicilia. I segnali sono chiari e molti. Credo che Glasgow sia davvero l’ultima chiamata per agire in modo coerente. Un grande ruolo nel summit dovrebbe giocarlo l’Europa che, però, deve correggere anche alcuni problemi interni. Il tentativo, per esempio, di riconoscere nella tassonomia, cioè nelle attività che possono essere finanziate da fondi pubblici, il nucleare e il gas ci porta lontanissimo dagli obiettivi dichiarati dal G20. Va tenuta alta dunque l’attenzione e serve una continua informazione su questi temi”.

Toni Federico, coordinatore del Gruppo di lavoro ASviS sui Goal 7, Energia pulita e accessibile, e Goal 13, Lotta al cambiamento climatico

Per Federico alle porte c’è una guerra commerciale: “Quello che si sta configurando è un conflitto commerciale tra Stati Uniti, Europa e la Cina, anche se le prime due si stanno riavvicinando. In chiave post Covid, in Europa stiamo cercando di accorciare la filiera commerciale, soprattutto quella con la Cina, attraverso alcuni strumenti come la border tax. Di carbon pricing e di eliminazione dei sussidi dannosi all’ambiente non si è però discusso in questo G20, c’è solo un cenno nel documento finale, quasi come se fossero questioni secondarie. Il punto vero è che Paesi come India e Cina mettono al centro la crescita economica pur riconoscendo la crisi climatica. Quale sarà il quadro economico delle grandi potenze nei prossimi anni? Ecco, credo che dobbiamo concentrarci su questo, e credo che si farà per il clima quello che ognuno riterrà possibile fare, rimanendo però in questa logica”.

Anna Donati, Kyoto Club e portavoce Alleanza mobilita dolce

Donati infine ha ricordato gli impegni che il nostro Paese deve portare avanti: “Le parole importanti dette da Draghi durante la chiusura del G20 vanno però tradotte nel sistema Italia. Il nostro problema è fare affermazioni che non corrispondo alla realtà dei fatti. Per esempio, l’Italia non ha ancora aggiornato il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), fermo al taglio delle emissioni del 40% al 2030 rispetto al 1990, mentre in Europa il target si è alzato al 55%. Sul piano delle politiche energetiche sembra proprio che si voglia fare solo lo stretto necessario e nulla di più, come pure gli impegni del Green deal ci chiedono. Se vogliamo stare davvero nel grado e mezzo di aumento medio della temperatura dobbiamo agire su tutti i fronti, anche sui trasporti che in Italia pesano per il 26% dei gas serra. Abbiamo di fronte una sfida mostruosa, speriamo che a Glasgow ci siano più fatti”.

di Ivan Manzo

 

RIASCOLTA L’ULTIMA PUNTATA – Alta sostenibilità: La Cop26 di Glasgow e i tentativi di un nuovo multilateralismo al G20 di Roma

 

Vai all'archivio delle puntate di Alta sostenibilità, la trasmissione di ASviS a cura di Valeria Manieri, Ruggero Po ed Elis Viettone, in onda il lunedì dalle 12:30 alle 13:00 su Radio Radicale.

martedì 2 novembre 2021

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