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Nel 2021 l’aiuto allo sviluppo (Aps) è aumentato del 4,4% in rispetto al 2020, per via degli aiuti ai Paesi ricchi hanno fornito ai Paesi fragili per fronteggiare il Covid-19. Anche in Italia nel 2021 l’Aps è cresciuto dallo 0,22% allo 0,28%, ma si tratta in parte di “aiuto gonfiato” ovvero di risorse spese nei Paesi donatori e si è ancora molto lontani dall’obiettivo dello 0,70% del Reddito nazionale lordo (Rnl).

Notizie

Alta sostenibilità: in Ucraina sono in gioco i nostri valori di pace e democrazia

L’Ue sta facendo un salto di qualità: solo unita può avere un impatto globale. Se ne è discusso su Radio Radicale nella rubrica ASviS condotta da Manieri e Viettone, ospiti Fioravanti, Menotti, Salone. [VIDEO28/2/22

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La guerra di Putin all’Ucraina ha stravolto gli equilibri mondiali. L’invasione dei russi viola qualsiasi forma di diritto internazionale e rende il contesto geopolitico più incerto. Cosa può succedere ora? Se ne è discusso durante la puntata di Alta sostenibilità andata in onda il 28 febbraio su Radio Radicale e condotta da Valeria Manieri ed Elis Viettone. Ospiti Andrea Fioravanti (caporedattore di Linkiesta.it e Fondazione Antonio Megalizzi), Filippo Salone (coordinatore del Gruppo di Lavoro ASviS sul Goal 16 e responsabile Relazioni esterne di Fondazione Prioritalia), Roberto Menotti (vicedirettore di Aspenia).

Roberto Menotti, editor-in-chief of Aspenia online and deputy editor of Aspenia. Senior advisor per le attività internazionali all’Aspen institute Italia

Come in molti hanno scritto “è un’ora molto buia, soprattutto per chi vive in Ucraina”, ha dichiarato in apertura. “A mio parere c’è un forte collegamento tra conflitti militari e questioni generali di medio e lungo termine. Abbiamo visto delle reazioni in Europa che francamente non mi aspettavo, dal punto di vista costruttivo e della mobilitazione popolare. Ci sono collegamenti molto stretti tra quello che accade in Ucraina e i nostri interessi generali e i nostri valori. C’è purtroppo un momento che può arrivare: quello di difendere i valori, letteralmente, anche con la forza. E questo vale per la vita di noi tutti, e non solo per la politica geoglobale. Pace, giustizia, democrazia e stato di diritto sono elementi di un continuum, è difficile togliere uno di questi tasselli e avere gli altri. Stiamo aiutando un Paese in enorme difficoltà a mantenere almeno la sua capacità di autodeterminarsi democraticamente, e questo non vuol dire il governo ucraino fosse perfetto, tutt’altro, era pieno di difetti ed era il motivo per cui l’Ue era così prudente. Ma questo non ha nulla a che fare con il nostro tentativo di difendere valori generali che sono strettamente connessi, una precondizione per poi raggiungere altri obiettivi come quelli della Carta dell’Onu. Abbiamo di nuovo toccato con mano che a volte gli eventi sfuggono di mano, molti hanno la netta sensazione che quello che Putin volesse fare era qualcosa di diverso, una sorta di operazione lampo. Ricordiamo che la politica è fatta di dinamiche e non di foto statiche, questo vale nel bene e nel male. L’Ue in passato ha trovato difficoltà nel consenso internazionale, e ciò vale anche nelle politiche di sviluppo. Di fronte a una crisi del genere forse stiamo facendo un salto di qualità, comprendendo che separatamente siamo dei ‘pigmei’, uniti una potenza globale con impatto globale. E questo vale soprattutto per la Germania che è un Paese decisivo per l’impiego di risorse finanziarie, che in molte questioni passate si è comportata in modo unilaterale”.

Andrea Fioravanti, caporedattore de Linkiesta.it

Per Fioravanti “l’Ue nel suo destino ha quello di essere messa in discussione, dato che è formata da tanti interessi e Stati membri, ma prima di criticarla dobbiamo conoscerla. Trovo ci sia un aspetto negativo di questa crisi che non è stato molto sottolineato. Nel passaggio dell’informativa di Mario Draghi al Parlamento, è stato menzionato che si ritornerà alle centrali a carbone. Questa è una totale sconfessione del Green Deal europeo. Cioè, nel momento di maggiore crisi vince la realpolitik e si abbandona l’utopia, quella di raggiungere un obiettivo, anche dell’Onu, come la sostenibilità ambientale. Il problema dell’attacco russo non è legato solo alla Nato, siamo sicuri non sia perché c’è l’intenzione dell’Ucraina di entrare nell’Ue? L’Ucraina non è ancora nell’Unione perché servono dei requisiti, come rispettare lo stato di diritto ed evitare livelli di corruzione. Secondo me la grande paura di Putin è il modello economico e il modello di vita, c’è una grande parte dell’Ucraina, soprattutto quella occidentale, che vuole avvicinarsi a Bruxelles e allontanarsi sempre più da Mosca. Assistiamo da giorni a una guerra fisica, ma è da sei anni che è iniziata quella sui social network. Questa guerra, comunque, continuerà. Parliamo sempre di Russia come potenza mondiale economica e militare, ma se andiamo a vedere i dati si tratta di un Paese sostanzialmente povero su base procapite: se fosse in Europa sarebbe il 28esimo Paese per ricchezza, meno di Bulgaria e Romania”.

Filippo Salone, coordinatore del Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 16, Pace, giustizia e istituzioni solide

Infine Salone, autore di un intervento sul tema sul sito di Futura network, ha ricordato che “la guerra è la cosa più insostenibile che esista, come sostiene anche Papa Francesco nella sua Enciclica Fratelli Tutti. Una distruzione consapevole e con colpa. Ci sono una ventina di teatri di guerra nel mondo in questo momento con cui dobbiamo fare i conti. Questa la percepiamo in maniera più grave e drammatica perché è alle porte dell’Europa. Come fare i conti con la guerra? Bisogna sicuramente partire dalla capacità di negoziato, anche dell’Onu, che è il soggetto numero uno preposto a costruire la pace laddove ci sono situazioni di conflitto. La pace si basa sul raggiungimento di un equilibrio tra nazioni che hanno un interesse politico, c’è sempre un interesse politico. Le controversie internazionali devono essere risolute con altri strumenti, e per questo è positivo che oggi ci sia stato tra Russia e Ucraina un primo sviluppo negoziale. C’è poi l’altra notizia sul Consiglio di sicurezza dell’Onu, che auspicavamo potesse riunirsi in forma permanente, che ha deciso con 11 voti a favore, uno contrario (Russia) e tre astenuti di convocare una rara sessione speciale di emergenza dell’Assemblea generale. Si tratta di una riunione straordinaria avvenuta solamente sette volte nella storia, l’ultima nel 1982. C’è ancora spazio per gli strumenti negoziali, e vanno usati tutti”.

 

di Ivan Manzo

 

 

RIASCOLTA L’ULTIMA PUNTATA – Alta sostenibilità - Pace, giustizia e istituzioni solide. L’invasione russa in Ucraina, vista dall’ Ue

 

Vai all'archivio delle puntate di Alta sostenibilità, la trasmissione di ASviS a cura di Valeria Manieri, Ruggero Po ed Elis Viettone, in onda il lunedì dalle 12:30 alle 13:00 su Radio Radicale.

lunedì 28 febbraio 2022

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