Notizie
Reagire alla guerra: sostegno ai rifugiati, sicurezza energetica e alimentare
Settimana 21-26/3. Sostegno agli Stati membri per l’accoglienza ai rifugiati. Misure per l’acquisto e stoccaggio di gas per i 27 paesi Ue. Proteggere la sicurezza alimentare. Dichiarazione del G7. Pareri del Cese. 29/3/22
Guarda la rassegna dal 21 al 26 marzo
La scorsa settimana si sono intensificate le iniziative e gli incontri di risposta alla guerra in Ucraina e alle relative conseguenze: si è tenuto il Consiglio europeo, il G7 ha assunto una nuova dichiarazione, il Presidente Biden è stato ospite a Bruxelles delle istituzioni dell’Ue, il primo ministro canadese Trudeau ha rilasciato una dichiarazione congiunta con la presidente von der Leyen, la Commissione ha assunto nuovi atti su sostegno ai rifugiati, sicurezza energetica e alimentare, il Parlamento europeo ha affrontato gli stessi temi in alcune risoluzioni assunte durante la sessione plenaria del 23-24 marzo.
Il Consiglio europeo ha rieletto Charles Michel presidente del Consiglio europeo che resterà in carica fino al 30 novembre 2024.
Sostegno agli Stati membri per l’accoglienza ai rifugiati
Facendo seguito alla decisione adottata il 4 marzo, di introdurre una protezione temporanea per le persone in fuga dalla guerra, la Commissione con l’atto assunto in data 23 marzo “accoglienza delle persone in fuga dalla guerra in Ucraina: l'Europa si prepara a rispondere alle esigenze”, aggiunge ulteriori misure per aiutare gli Stati membri atte a garantire per i rifugiati:
- una protezione speciale ai minori;
- l’accesso al sistema scolastico;
- l’accesso all'assistenza sanitaria;
- l’accesso all’occupazione;
- l’accesso all'alloggio e a un’abitazione.
La Commissione ha istituito anche una piattaforma di solidarietà che riunisce gli Stati membri e le agenzie dell'Ue per coordinare il sostegno agli Stati membri che ne hanno bisogno. La piattaforma contribuirà a organizzare i trasferimenti di persone, all'interno dell'Ue, verso gli Stati membri che dispongono di capacità di accoglienza e potrà anche collaborare all'apertura di percorsi verso Paesi terzi che già ospitano comunità ucraine numerose, come il Canada o il Regno Unito.
Le misure finanziarie per il sostegno ai rifugiati integrano la proposta relativa all'azione di coesione a favore dei rifugiati in Europa (Care) adottata l’8 marzo dalla Commissione e assunta dal Parlamento nell’ultima sessione plenaria con la risoluzione legislativa del 24 marzo. La proposta consentirà un uso più flessibile e intercambiabile del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo sociale europeo.
La Commissione ha introdotto anche uno strumento di sostegno tecnico (Tsi), che permette di fornire un sostegno mirato per aiutare gli Stati membri a sviluppare capacità istituzionali per affrontare le nuove circostanze, oggetto di un invito specifico che considera tra gli argomenti anche le misure per l’eliminazione della dipendenza dai combustibili fossili provenienti dalla Russia.
Sicurezza energetica e determinazione con il G7 a conseguire gli obiettivi di Parigi
Il 2 marzo, la Commissione ha assunto la Comunicazione “Sicurezza dell'approvvigionamento e prezzi dell'energia accessibili: opzioni per misure immediate e in vista del prossimo inverno” facendo seguito al programma lanciato con l’iniziativa RePowerEu.
Come primo elemento dell’iniziativa è indicata l’istituzione di una task force per gli acquisti comuni di gas a livello dell’Ue che preparerà il terreno per la creazione di partenariati energetici con i grandi fornitori di Gnl, gas e idrogeno della regione mediterranea, con i partner europei in Africa, ma anche con il Medio oriente e gli Stati uniti d’america, contribuendo a promuovere la costituzione di riserve in vista dell’inverno.
La Commissione propone dunque una politica europea di stoccaggio del gas, comune e strategico, da attuare mediante un'azione comune coordinata e la ripartizione degli oneri tra i 27 Stati membri dell’Ue.
A tal fine, in pari data la Commissione ha assunto una proposta legislativa sullo stoccaggio dell'energia intesa a fare sì che le infrastrutture di stoccaggio esistenti siano riempite per almeno il 90 % della capacità entro il 1° novembre di ogni anno. Come indica la Commissione, l’obiettivo potrà essere adeguato nel tempo in caso di mutamenti del contesto economico e geopolitico e della sicurezza dell'approvvigionamento energetico. Data la situazione peculiare, per quest’anno, la Commissione prevede un obiettivo inferiore, pari all'80 %, e un percorso flessibile per garantire una fluida introduzione graduale.
La Commissione mette in chiara evidenza che la solidarietà è fondamentale: lo stoccaggio comune del gas è un'assicurazione che va a vantaggio di tutti e a cui tutti dovrebbero contribuire in modo equo. E prevede pertanto che gli Stati membri privi di risorse di stoccaggio dovrebbero contribuire ai livelli di riempimento delle riserve in altri Stati membri, beneficiando in cambio di una maggiore sicurezza dell'approvvigionamento.
Come già programmato nel quadro dell’iniziativa RePowerEu, in maggio la Commissione proporrà un piano per eliminare gradualmente la dipendenza dell'Europa dai combustibili fossili provenienti dalla Russia, aumentando nel contempo la resilienza del sistema energetico dell’Ue, con l’aumento delle rinnovabili, integrata con una proposta di piano per il risparmio energetico a livello di Unione.
Le stesse posizioni di principio sono state riprese dal Consiglio europeo del 23-24 marzo.
Come ribadito anche nella dichiarazione del G7 del 24 marzo : stiamo prendendo ulteriori misure per ridurre la nostra dipendenza dall'energia russa e lavoreremo insieme a questo scopo, dichiarando ulteriormente che questa crisi rafforza la nostra determinazione a raggiungere gli obiettivi dell'accordo di Parigi e del patto sul clima di Glasgow e a limitare l'aumento delle temperature globali a 1,5°C, accelerando la riduzione della nostra dipendenza dai combustibili fossili e la nostra transizione all'energia pulita.
La dichiarazione congiunta tra Commissione europea e Stati uniti sulla sicurezza energetica del 25 marzo delinea i reciproci impegni di collaborazione in questa direzione. La dichiarazione congiunta tra la presidente von der Leyen e il primo ministro canadese Trudeau, dedica anche un paragrafo alla transizione verde in cui collegano l’impegno alla sicurezza energetica con l’impegno comune ad accelerare la transizione globale verso un futuro verde e neutrale rispetto al carbonio e sottolineiamo l'urgenza di affrontare il cambiamento climatico.
Proteggere la sicurezza alimentare
La Commissione ha assunto anche una comunicazione sul tema “proteggere la sicurezza alimentare e rafforzare la resilienza dei sistemi alimentari”.
La Commissione rassicura nelle premesse che oggi l'approvvigionamento alimentare nell’Ue non è a rischio. L'Unione è ampiamente autosufficiente per i principali prodotti agricoli.
Aggiungendo però che tuttavia l'invasione dell'Ucraina e il forte rialzo dei prezzi delle materie prime a livello mondiale stanno facendo salire i prezzi nei mercati dei prodotti agricoli e ittici e stanno mettendo in luce le vulnerabilità del nostro sistema alimentare: ad esempio, la nostra dipendenza dalle importazioni di energia, di concimi e di mangimi.
Ed evidenziando come la guerra in Ucraina stia cambiando drasticamente le aspettative del mercato, ripercuotendosi sui prezzi di tutte le materie prime, compresi i prodotti agroalimentari principali, registrando che i prezzi nei mercati a termine del frumento sono già aumentati del 70 % dopo l’invasione. Pertanto, evidenzia che se non si pone immediatamente un rischio di disponibilità, si pone comunque un rischio di accessibilità economica dei prodotti alimentari per le persone a basso reddito.
La Commissione riferisce che il 9 marzo scorso ha pertanto attivato il nuovo meccanismo europeo di preparazione e risposta alle crisi della sicurezza dell'approvvigionamento alimentare (Efscm) adottato con la Com(2021) 689 del 12.11.2021 "Piano di emergenza per garantire l'approvvigionamento alimentare e la sicurezza alimentare in tempi di crisi".
Focalizzando la necessità di ridurre la dipendenza dalle importazioni dai concimi minerali prodotti con combustibili fossili, la Commissione invita gli Stati membri a rivedere urgentemente i rispettivi piani strategici della Pac al fine di sostenere gli agricoltori nell'adozione di pratiche che ottimizzino l'efficienza dei concimi in modo da ridurne l’uso, dando priorità agli investimenti che riducono la dipendenza da gas e combustibili e da fattori di produzione incluso anche i pesticidi.
Oltre alla riduzione nell’utilizzo di nutrienti quali fosfato e potassa evidenziando la forte dipendenza dalle importazioni, in quanto la maggior parte delle riserve si trova in paesi terzi, tra i quali Russia, Cina, Marocco e Bielorussia.
Evidenzia ulteriormente la necessità di una riduzione della dipendenza dalle importazioni di mangimi quale parte del più ampio programma di trasformazione del sistema alimentare dell'Ue, che comprende il passaggio a regimi alimentari maggiormente basati sui vegetali per garantire un sistema alimentare più resiliente e autonomo.
Richiama in proposito anche la Dichiarazione di Versailles in cui il Consiglio europeo ha chiesto di aumentare la produzione di proteine di origine vegetale nell’Ue.
E precisa, inoltre, che nel periodo di crisi attuale occorre evitare che aumenti il consumo di colture alimentari e foraggere per produrre biocarburanti.
La Commissione ribadisce in più passaggi della sua comunicazione come fondamentale mantenere la rotta verso un sistema di produzione alimentare sostenibile anche nel far fronte all’attuale situazione di crisi e alla necessità di garantire la resilienza alimentare, in coerenza con la strategia “farm to fork”. Nel contesto valuta comunque opportuno consentire agli Stati membri di derogare ad alcuni obblighi di inverdimento nel 2022 per mettere in produzione altri terreni agricoli.
Indica quali prime misure di sostegno finanziario straordinario un pacchetto di 500 milioni di euro gli agricoltori più colpiti, e l’utilizzo del Fondo di aiuti europei agli indigenti (Fead), volti a distribuire prodotti alimentari e/o assistenza materiale di base agli indigenti. Invita gli Stati membri ad assicurare l'efficacia e la copertura dei sistemi di protezione sociale e l'accesso delle persone bisognose ai servizi essenziali.
Il Parlamento europeo ha affrontato gli stessi argomenti durante l’ultima sessione plenaria adottando la risoluzione del 24 marzo 2022 sulla necessità di un piano d'azione urgente dell'UE per garantire la sicurezza alimentare all'interno e all'esterno dell'Unione europea alla luce dell'invasione dell'Ucraina da parte russa, rilevando anche alcuni aspetti non ancora focalizzati dalla Commissione e avanzando specifiche proposte.
In particolare il Parlamento ritiene che l'Ue, insieme ad altri organismi internazionali, non debba tollerare prezzi gonfiati artificialmente e debba intervenire per prevenire comportamenti speculativi che mettono a repentaglio la sicurezza alimentare o l'accesso ai prodotti alimentari per i paesi e le popolazioni vulnerabili, monitorando i mercati che incidono sul sistema alimentare, compresi i mercati a termine, al fine di garantire la piena trasparenza e condividendo dati e informazioni affidabili sugli sviluppi del mercato alimentare globale.
Ribadendo che non sarà possibile tornare allo status-quo precedente alla guerra, chiede che le catene di approvvigionamento siano ricostruite e che il commercio sia perseguito in modo da garantire l'indipendenza dalle forniture russe. E invita pertanto la Commissione a elaborare un piano d'azione dettagliato per garantire il corretto funzionamento delle nostre catene di approvvigionamento alimentare dell'Ue e garantire la sicurezza alimentare all'interno dell'Ue nel lungo termine.
Il Parlamento sottolinea che gli aspetti di sostenibilità del sistema alimentare non vengono messi in discussione e che l’autonomia strategica dell’Ue deve essere conforme agli obiettivi del Green Deal, salvo la valutazione che alla luce delle attuali condizioni di mercato, non sia possibile realizzare l'ambizione di ridurre del 10 % le superfici di produzione.
Sottolinea inoltre che tutti gli alimenti e i mangimi importati devono rispettare le norme dell’Ue in materia di sostenibilità e sicurezza alimentare, compresi i livelli massimi di residui di pesticidi e antimicrobici; denuncia tutte le proposte di sfruttare la crisi attuale per indebolire tali requisiti e impegni.
Riprendendo la posizione del Consiglio europeo espressa a Versailles sopra citata, il Parlamento invita la Commissione a proporre una strategia europea globale in materia di proteine al fine di aumentare la produzione europea di proteine e ridurre la dipendenza dell'Ue dai paesi terzi a tale riguardo.
Il Parlamento focalizza il tema della riduzione degli sprechi alimentari invitando in particolare gli Stati membri a mettere a punto e attuare programmi per la prevenzione degli sprechi alimentari e a esaminare la possibilità di legiferare sulle pratiche che creano sprechi alimentari, ricordando che le filiere alimentari corte riducono il rischio di generare sprechi alimentari.
Anche il G7 nella citata dichiarazione esprime una sua posizione sulla sicurezza alimentare coerente con le posizioni dell’Ue, esprimendo la propria determinazione a monitorare la situazione da vicino e a fare ciò che è necessario per prevenire e rispondere alla crisi globale della sicurezza alimentare in evoluzione. Faremo un uso coerente di tutti gli strumenti e meccanismi di finanziamento per affrontare la sicurezza alimentare, e costruire la resilienza nel settore agricolo in linea con gli obiettivi climatici e ambientali.
Sessione plenaria del Comitato economico e sociale europeo
Il Cese si è riunito in sessione plenaria il 23-24 marzo adottando una serie di pareri (vedi elenco suddiviso per Goal di pertinenza nella rassegna).
D’importanza strategica e trasversale tra le diverse politiche in atto a livello dell’Ue e alla luce dell’attuale crisi energetica, è il parere su “quali sono le condizioni necessarie per l'accettabilità sociale della transizione energetica e verso un'economia a basso consumo di carbonio?” in cui in particolare chiede che i processi di decarbonizzazione promuovano la giustizia distributiva, che i processi di transizione siano indipendenti, che le informazioni a supporto delle scelte siano di alta qualità e accessibili, che sia garantita la libertà e la diversità della partecipazione, la chiarezza delle modalità, la rendicontabilità e la presa in considerazione della partecipazione alle decisioni.
Sottolinea che la transizione verso una società a basse emissioni di carbonio deve porre il concetto di transizione giusta al centro della riflessione e dell'azione. La transizione giusta deve essere qualcosa di più di un insieme di obiettivi politici, in quanto costituisce la base per l'accettazione sociale della transizione energetica.
In particolare, alla luce della situazione di crisi energetica attuale, il Cese chiede un riesame del pacchetto "Pronti per il 55 %" per migliorare la capacità di far fronte alla volatilità dei prezzi dell’energia ed evitare effetti negativi sugli utenti finali.
Esprimendo il proprio parere sul piano d'azione rinnovato dell'Ue contro il traffico di migranti 2021-2025 presentato dalla Commissione europea lo scorso settembre 2021, il Cese comprende che la salvaguardia delle frontiere esterne è una priorità per l'Unione europea, ma sottolinea che tali frontiere devono sempre essere protette nel rispetto dei diritti umani e dell'inviolabilità del diritto internazionale pubblico, proteggendo sempre le persone ed evitando la criminalizzazione della solidarietà. In ogni caso, la lotta contro il traffico di migranti non può mai essere diretta contro i migranti stessi o contro gli aiuti umanitari e l'assistenza loro forniti.
di Luigi Di Marco