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Food Price Index: nelle variazioni dei prezzi alimentari pesa il cambiamento climatico
Nonostante ad agosto sia in calo di 2,7 punti rispetto al mese precedente, l'indice Fao è rimasto dieci punti superiore al valore che aveva nel 2021. Anche gli effetti della guerra condizionano il mercato. 29/9/22
Il Food price index pubblicato a settembre dalla Fao rileva che i prezzi di cinque materie prime - cereali, olio vegetale, latticini, carne e zucchero – sono scesi anche ad agosto, confermando la tendenza al ribasso degli ultimi cinque mesi. In particolare, l’indice ha raggiunto una media di 138 punti ad agosto, confermando il trend in discesa. L'indice, introdotto nel 1996 come strumento di monitoraggio di sviluppo nei mercati globali delle materie prime agricole, consiste nella media ponderata di cinque indici di prezzi relativi a 23 gruppi di materie prime.
Rispetto agli anni passati, questa media rimane ancora molto alta: nel 2021 si è attestatq sui 125,7, nel 2020 è stata di 98,1, nel 2019 di 95,1. Andando più indietro nel tempo è possibile notare che l’indice è aumentato con il passare degli anni, passando da un valore di 64 nel 2004, fino ad arrivare a 117 nel 2008, per poi scendere nel 2009 e tornare ad aumentare negli anni successivi fino a toccare una media di 131 nel 2011. Da allora l’indice è diminuito negli anni, prima di ritornare a salire nel 2020.
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Gli effetti di clima e guerra su cereali e olio. L’ indice relativo ai prezzi dei cereali ha registrato una media di 145,2 punti ad agosto, in calo dell’1,4% rispetto a luglio, ma comunque 11,4% al di sopra del valore rispetto ad agosto 2021, dove registrava una media di 131,2. Confrontando la media dei prezzi dei cereali del 2022 con quella degli anni passati, emerge un deciso aumento. Nel 2020 la media era di 103,1, nel 2019 era pari a 96,6, nel 2016 era di 88,3. Per trovare prezzi dei cereali così alti occorre tornare al 2011. Nel mese di agosto, i prezzi internazionali del grano sono diminuiti del 5,1%, segnando un calo per il terzo mese consecutivo, effetto delle migliori prospettive di produzione di Canada e Stati Uniti d'America e dalla ripresa delle esportazioni dai porti del Mar Nero in Ucraina dopo cinque mesi di stop. Tuttavia, rileva l’Indice, i prezzi globali del grano sono rimasti del 10,6% al di sopra rispetto all'agosto dello scorso anno. Un altro fattore che ha inciso sui prezzi è stata la disponibilità stagionale dei raccolti in corso nell’emisfero settentrionale. Sono cresciuti, anche se di poco, i prezzi internazionali dei cereali grezzi (+0,2%) e del mais (+1. 5%). Al contrario, i prezzi globali dell'orzo e del sorgo (cereale millenario di origine africana) sono diminuiti rispettivamente del 3,8% e del 3,4%. Il prezzo del riso è rimasto stabile, dato che i lievi cali delle quotazioni delle varietà Indica hanno compensato i lievi aumenti di prezzo in altri segmenti del mercato del riso.
L’olio vegetale ha registrato una media di 163,3 punti ad agosto, in calo di 3,3% su base mensile, spingendo il valore dell'indice leggermente al di sotto rispetto all'anno precedente. Anche in questo caso, il raffronto con i prezzi degli anni passati dimostra un deciso aumento. Basti pensare che nel 2019 la media si fermava a 83,2, mentre nel 2020 è salita a 99,4. Nel 2004 era di 69,6. Il continuo calo dei prezzi è stato trainato dai prezzi più bassi dell’olio di palma, di girasole e di colza, che hanno compensato le quotazioni più elevate dell'olio di soia. I prezzi dell'olio di palma sono diminuiti per il quinto mese consecutivo ad agosto, spinti dall'aumento delle disponibilità all'esportazione dell'Indonesia, grazie anche alla riduzione delle tasse sull’export e all'aumento stagionale della produzione di tutto il Sud-est asiatico. Contemporaneamente, i valori mondiali dell'olio di girasole sono diminuiti a causa della debole domanda di importazione globale che ha coinciso con la graduale ripresa delle spedizioni dai porti marittimi dell'Ucraina.
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Boom dei prezzi di formaggio. L' Indice Fao relativo ai prezzi dei prodotti lattiero-caseari ha registrato nel mese di agosto una media di 143,5 punti, in calo del 2,0% rispetto a luglio, segnando una riduzione per il secondo mese consecutivo, ma ancora 27,3 punti al di sopra del valore di un anno fa, quando la media era di 119,1. Nel 2020 era di 101,8. Per trovare valori simili al 2022 è necessario tornare al 2013, quando la media era di 140,9.
Ad agosto, le quotazioni internazionali del burro e del latte in polvere sono diminuite, principalmente a causa della più debole domanda di fornitura da parte dei principali importatori, dato che le scorte sono state sufficienti a soddisfare i fabbisogni. Al contrario, evidenzia l’Indice, i prezzi mondiali del formaggio sono aumentati per il decimo mese consecutivo, riflettendo il costante aumento delle importazioni globali e le solide vendite nei singoli Paesi.
Prezzi altalenanti per la carne. I prezzi della carne registrano ad agosto una media di 122,7 punti , in calo di 1,8 punti rispetto a luglio, ma superiore di 9,3 punti al di sopra del valore di un anno fa, quando segnava una media di 107,7. I prezzi della carne non sono mai stati così alti, basti pensare che nel 2020 la media era di 95,5 mentre nel 2016 era di 91. Valori molto distanti da quelli misurati nel 2004, quando la media dei prezzi della carne era pari a 67,6. Ad agosto, rileva l’Indice, le quotazioni internazionali di carne di pollame sono diminuite, spinte da minore importazione da parte dei principali Paesi importatori e dalla elevata disponibilità delle esportazioni globali. Diminuiscono anche i prezzi della carne bovina, frutto di un modesto aumento delle forniture australiane, di una debole domanda interna dei Paesi esportatori, ma più in generale dall'aumento delle forniture per l'esportazione. Al contrario, le quotazioni dei prezzi della carne suina sono aumentate a causa della continua, e bassa, offerta di suini pronti alla macellazione, mentre i prezzi della carne ovina hanno registrato una moderata ripresa, a causa dell'aumento della domanda di importazione di alcuni Paesi europei.
Lo zucchero, assieme all’olio vegetale, è il prodotto che registra il calo più alto, con una media di 110,4 punti, con una diminuzione di 2,4 punti rispetto a luglio. È il quarto mese consecutivo di prezzi in discesa. Il calo di agosto è stato innescato principalmente da un aumento del tetto massimo all'esportazione di zucchero in India e da i prezzi dell'etanolo in Brasile. Tuttavia, la minore produzione prevista di zucchero in Brasile nella prima metà di agosto, a causa delle avverse condizioni meteorologiche, hanno impedito cali più sostanziali dei prezzi dello zucchero. Inoltre, il rafforzamento del real brasiliano nei confronti del dollaro statunitense ha contribuito a contenere il calo dei prezzi mondiali dello zucchero, espresso in dollari statunitensi. Il clima caldo e secco nell’Unione europea, con potenziale riduzione delle produzioni, ha impedito un ulteriore calo dei prezzi.
di Tommaso Tautonico
Foto di coprtina: Klaus Beyer da Pixabay