Approfondimenti
Le lezioni apprese dalla pandemia: spunti per una sanità nuova
di Carla Collicelli, senior expert ASviS per le Relazioni istituzionali, Cnr-Ethics, Consulta scientifica Cortile dei Gentili
Governance e finanziamenti per il rilancio del Ssn, ma anche proposte su settori specifici. E poi etica, comunicazione e partecipazione. Un volume di 38 esperti per riflettere su come rinnovare il sistema della salute in Italia.
5 luglio 2023
È stato appena reso disponibile dalle edizioni Cnr il volume collettaneo dal titolo “Dopo la pandemia. Appunti per una nuova sanità”, a cura di Cinzia Caporale, Carla Collicelli e Ludovica Durst, Etica della ricerca, bioetica, biodiritto e biopolitica, II, 2022, Edizioni Consiglio nazionale delle ricerche.
Il volume, nato con l’intento di raccogliere riflessioni e proposte su come ci si debba muovere per dare vita ad assetti rinnovati del sistema della salute del Paese Italia a seguito dell’evento pandemico, affronta, grazie al contributo di 38 esperti di massimo livello, e a 21 capitoli tematici, gli effetti dello shock trasversale e pervasivo provocato dalla pandemia da Covid-19, offrendo una prospettiva inter- e transdisciplinare.
Il testo è suddiviso in tre parti: la prima dedicata a governance, finanziamento e sostenibilità per il rilancio del Servizio sanitario nazionale, con contributi di Carla Collicelli, Stefano Zamagni, Elio Borgonovi, Federico Spandonaro, Massimo Campedelli, Livio Garattini e Giuseppe Remuzzi, Lorenzo Terranova e Maria Pia Garavaglia; la seconda dedicata ad alcuni ambiti di particolare rilievo rispetto alle diverse condizioni patologiche, con contributi di Enrico Desideri, Francesco De Lorenzo, Fabrizio Starace, Luisa Bartorelli, Elena Mancini e Silvia Dechlich; e la terza dedicata a etica, comunicazione e partecipazione dei cittadini, con contributi di Sandro Spinsanti, Ludovica Durst, Andrea Grignolio, Mario Morcellini, Antonio Gaudioso, Tonino Aceti e Michele Contel.
Molti sono gli spunti innovativi che emergono da una lettura attenta del volume rispetto a un evento che ha stravolto i tradizionali parametri di riferimento della sanità italiana, ponendo sfide inattese al sistema e producendo una cesura nelle linee di tendenza precedenti, ma tutti i contributi concordano sul fatto che la pandemia abbia acutizzato le criticità precedenti, e sollevato perplessità, dubbi ed una vivace discussione sulla necessità di rivedere gli assetti del settore.
Più in particolare, la pandemia ha messo il sistema della salute di fronte al tema delle interconnessioni tra salute e benessere globale e ambientale, e ha richiamato l’attenzione sui rischi di un modello di sviluppo incurante degli equilibri globali del pianeta dal punto di vista degli ecosistemi, sia naturali sia sociali ed economici. Evidente è da questo punto di vista la necessità di rivedere i parametri dello sviluppo relativi al tema energetico e a quello climatico, ma anche alle questioni delle disuguaglianze sociali ed economiche a livello mondiale e nei singoli territori, in un’ottica di giustizia redistributiva da applicare sia sul presente sia anche, e soprattutto, rispetto al benessere delle future generazioni. Tema questo sul quale il riconoscimento e la presa di consapevolezza da parte di molti soggetti istituzionali, globali e locali, è stata particolarmente forte nell’ultimo periodo. Per cui i segnali di allarme ripetutamente avanzati nel corso del tempo da molti esperti delle scienze ambientali, di quelle mediche, nonché di quelle sociali ed economiche, rispetto alla crisi in corso sono stati finalmente presi sul serio, come emerge dai contenuti posti alla base del Programma Next Generation Ee prodotto dalla Commissione europea e su cui tutti i Paesi Ue stanno organizzando interventi straordinari di rilancio e resilienza.
Per quanto riguarda gli aspetti di governance, finanziamento e sostenibilità, l’auspicio è che non si abbandonino i pilastri costituzionali incarnati dal Servizio sanitario nazionale, che garantiscono il diritto alla tutela della salute per tutti i cittadini e per le persone presenti in Italia, ovvero universalismo, uguaglianza di accesso ai servizi ed equità, evitando facili illusioni semplificatorie rispetto alla prevalenza degli interventi edilizi e tecnologici su quelli organizzativi e di sistema e non dimenticando i limiti delle risorse disponibili. Il che significa: valorizzazione della prevenzione comunitaria e di quella basata su un’efficiente rimozione dei rischi, revisione del processo di frammentazione tra regioni e superamento degli eccessi di burocrazia. Gli ingenti investimenti messi in campo con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) rischiano di far passare in secondo piano il tema dei costi a carico delle famiglie, già pesanti e iniqui prima della pandemia, e ora crescenti per le conseguenze sociosanitarie di lungo periodo della pandemia stessa. Una sorta di “emianopsia” (restringimento della capacità visiva) che inibisce le possibilità di una visione allargata e integrata che tenga conto del peso del cosiddetto quarto pilastro del sistema, quello del welfare familiare. Da qui la necessità di una governance del welfare intermediato, che coinvolga tutti gli attori del privato sociale e le famiglie.
Per quanto riguarda gli importanti sottosistemi del comparto della salute affrontati nella seconda parte del volume, vengono fornite riflessioni e spunti propositivi interessanti rispetto ai settori delle malattie croniche, dell’oncologia, della salute mentale e delle patologie rare. Riguardo alle cronicità, va studiata la realizzazione di modelli di partnership multidisciplinare e di reti strutturate tra specialisti, anche grazie alle tecniche di telemedicina, alla formazione online degli operatori e del middle-management ed al monitoraggio periodico dei risultati clinici e organizzativi.
Per quanto riguarda l’oncologia, vengono avanzate proposte rispetto al ruolo ministeriale di guida e di garanzia rispetto alle politiche sanitarie e di presidio dell’equità complessiva del sistema, soprattutto nei confronti dei soggetti vulnerabili, attraverso in particolare il rafforzamento delle reti per patologia, che assicurano la presa in carico del paziente mettendo in relazione professionisti, strutture e servizi di tipologia e livelli diversi, e grazie al rispetto di precisi standard qualitativi strutturali e tecnologici dell’assistenza ospedaliera.
Nel campo della salute mentale, le proposte riguardano la necessaria restituzione di dignità e centralità all’area della salute mentale, a partire dalle risorse da immettere in un comparto tradizionalmente asfittico, dagli standard organizzativi da implementare e dalla necessità della programmazione degli interventi psico-sociali di emergenza, evitando interventi one shot ed il diffuso ‘cortotermismo’, e attuando una formazione che rinnovi anche la cultura dei servizi.
Nell’ambito delle demenze, fondamentale deve essere il rapporto tra servizi sanitari dedicati e soggetti istituzionali e sociali del territorio, come peraltro previsto dal Piano nazionale demenze (Pnd) del 2015, attuato solo parzialmente, assieme allo sviluppo di un’adeguata assistenza domiciliare, fondamentale per questo tipo di patologie.
Per le malattie rare l’accento propositivo viene assegnato alla ricerca scientifica, al ruolo delle biobanche, elemento cardine della capacità di fare sistema tra stakeholder, ed a quello delle associazioni dei pazienti.
Infine il tema dei migranti viene affrontato in particolare per quello che attiene al miglioramento della copertura vaccinale, cui sono state destinate peraltro iniziative e risorse da parte del Ministero dell’Interno in collaborazione con il Comitato tecnico-scientifico (Cts) per la gestione pandemica.
Molti sono i temi di rilevanza per l’etica pubblica toccati nella terza parte del volume, dalla frammentazione del diritto alla salute, all’alfabetizzazione scientifica, alla comunicazione, al ruolo degli operatori, alle politiche nei confronti dei giovani. Per quanto riguarda il rapporto medico-paziente, occorre cogliere i segnali emersi nel corso della pandemia in termini di mancati empowerment ed engagement della persona in cura, e di adeguata comunicazione e raccolta del consenso, per abbracciare un orientamento di “nuova etica medica” basato sui principi di beneficità, autodeterminazione e non discriminazione. Un’etica a tre dimensioni, dunque, che deve incidere sulla pratica quotidiana, ricostruire il tessuto di fiducia mancante e dare vita a modifiche sostanziose nella formazione degli operatori sanitari e nella diffusione della cosiddetta medicina narrativa.
Per quanto riguarda le emergenze, la mancata preparazione all’epidemia registrata con il Covid-19 è davvero poco giustificabile visti i tanti messaggi premonitori. È quindi oggi più che mai evidente l’urgenza dell’affidabilità dei dati epidemiologici e dell’alfabetizzazione sanitaria e scientifica. Di particolare importanza la creazione di una rete mondiale di controllo dei dati sulle malattie infettive, che faccia uso adeguato dei Big Data e della telemedicina e che si basi sul lavoro di esperti reclutati in modo multidisciplinare. Per quanto riguarda la comunicazione, questa pesa sempre più sul sistema sociale in termini di ampiezza e varietà dei canali a disposizione, ma soprattutto in termini di disintermediazione e autosostituizone rispetto alle fonti accreditate scientificamente in molti campi del sapere. Il tutto in un contesto crescente di “società della paura” e di distanziamento tra pubblico ed élite istituzionali, su cui la pandemia ha agito come moltiplicatore dei problemi ma anche come segnalatore di percorsi da intraprendere. In questo senso la comunicazione deve tornare a svolgere il ruolo insostituibile di mediazione tra istituzioni e le vie indicate sono quella della comunicazione di processo (vs comunicazione di emergenza) e della valorizzazione del ritorno alle fonti autorevoli e alla mediazione giornalistica.
La partecipazione dei cittadini è fondamentale dal punto di vista etico, e a questo proposito vengono avanzate proposte relative al potenziamento della sanità territoriale e delle infrastrutture tecnologiche, specie Ict e telemedicina, alla semplificazione delle procedure e della comunicazione dei dati, al perseguimento della qualità della vita sia in termini di prevenzione, equità ed appropriatezza, sia di efficacia e di benessere nei luoghi di vita. Evitando quel “federalismo dell’abbandono” e a favore di un federalismo solidale tra le regioni. I giovani hanno sofferto più di altre categorie dell’emergenza pandemica, ed il volume affronta il tema specie dal punto di vista del rapporto con la società degli adulti nel campo dei comportamenti di svago e tempo libero. Alcuni importanti tentativi di riequilibrio sono in corso con il Next Generation Eu e i meccanismi premiali previsti nel Pnrr per i giovani. Ma si rileva una debolezza rispetto al necessario coinvolgimento degli stessi giovani nelle decisioni e nelle azioni.
Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti.