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Approfondimenti

Le imprese dell’Emilia Romagna per i 17 Goals dell'Agenda 2030

di Walter Sancassiani e Loris Manicardi, Focus Lab SB- B Corp certified

Seconda indagine in Emilia Romagna condotta su 80 aziende di varie dimensioni di 13 filiere produttive regionali. La survey ha indagato 10 aspetti su SDGs e imprese. Nonostante il Covid, le imprese hanno accelerato con le pratiche di sostenibilità.

29 aprile 2021

A seguito dell’emergenza Covid, qual è stato il progresso fatto verso i 17 Sustainable Development Goals (SDGs) dell’Agenda 2030 Onu da parte delle imprese dell’Emilia-Romagna? Su quali SDGs sono concentrate le pratiche aziendali? Con quali strumenti di management? Quali nuove priorità?

A queste ed altre domande ha provato a rispondere la seconda indagine regionale promossa da Focus lab, società di advisory B Corp, da 20 anni operativa su progetti di sostenibilità multi-stakeholder.

L’indagine ha visto la partecipazione di 80 aziende delle 9 province, di 13 settori industriali, in crescita rispetto alla prima edizione, e rappresentative per il 55% di grandi imprese, 21% di medie imprese, 24% di piccole: agro-food (19 aziende), meccanico-automotive (15 aziende), servizi energetici e ambientali (9 aziende), costruzioni e ceramico (12 aziende), benessere (6). Sono stati incluse inoltre aziende che possiedono certificazioni di sostenibilità green di prodotto e processo, e appartenenti a reti di imprese su temi di responsabilità sociale d’impresa.

La nuova indagine on-line, che permette un confronto biennale su 150 imprese, è stata articolata su 20 domande ed ha indagato 10 aspetti chiave riguardanti l’applicazione degli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030, di seguito descritti in sintesi.

 

Conoscenza dei 17 SDGs tra le aziende e ai diversi livelli di funzione

Rispetto alla prima indagine emergere che le aziende partecipanti hanno complessivamente una buona conoscenza dell’Agenda 2030. E’ passata dal 23% a quasi il 50% in un anno e solo un 4% dichiara di non conoscerla ancora. Si evidenzia anche che i Cda hanno aumentato la loro conoscenza, così come in generale tutti i livelli di posizione (dirigenti, manager, quadri e operai) dichiarano di conoscere meglio i 17 Goals.

A livello di dimensioni le grandi imprese conoscono di più (49%) rispetto alle Pmi (35%). Si conferma di nuovo che le aziende che possiedono già certificazioni ambientali o sociali, in particolare le B Corp, hanno un livello di conoscenza buona e completa maggiore delle aziende non certificate.

 

Progetti in corso delle imprese per l’Agenda 2030

Complessivamente le 80 aziende realizzano progetti e azioni in linea con tutti i 17 Goals, ma ovviamente sono prevalenti alcune aree specifiche degli SDGs, di seguito in ordine prioritario: Lavoro dignitoso e crescita economica (SDG 8), a pari merito con Produzione e consumo responsabili (SDG 12), Salute dipendenti (SDG 3), Innovazione e infrastrutture (SDG 9), Lotta al cambiamento climatico (SDG 13), Energia pulita e accessibile (SDG 7), e a seguire  Istruzione/formazione (SDG 4), Parità di genere (SDG 5) e Acqua pulita (SDG 6).

Tra i due anni di indagine, appare un incremento di progetti-azioni su quasi tutti gli SDGs, in particolare sull’obiettivo clima (SDG13) mentre emerge un calo rispetto all’obiettivo “Ridurre le disuguaglianze” (SDG 10). Tra i meno “praticati” invece gli SDG 14 (Vita sott’acqua) e 2 (Fame zero) e 16 (Pace).

Il confronto per filiere evidenzia sui 2 anni il maggiore aumento di progetti per l’Agenda 2030 nei settori automotive e Ict. Emerge che il settore chimico, tessile, i servizi energetici-ambientali, alle imprese e il ceramico dichiarano di avere un livello di pratiche superiore alla media, mentre i settori logistica e turismo hanno un impegno minore.  

Le aree SDGs di intervento attuali per singole filiere industriali vedono inevitabili differenze e convergenze: meccanica e benessere sul Goal 8 Lavoro dignitoso e crescita economica, Agro-food, Goal 3 su Salute e consumo e produzioni responsabili, Servizi energetici e ambientali prediligano l’SDG 9 e 12, ceramico l’SGD 6 e 3, chimica 3 e 7.

Rispetto all’anno precedente, si rileva che la realizzazione di azioni per l’Agenda 2030 è in crescita da parte delle piccole e grandi imprese, e che la correlazione tra azione e conoscenza è maggiore dove ci sono più consapevolezza-conoscenze.

 

Strumenti gestionali per realizzare gli SDGs

L’indagine ha ricondotto i 17 SDGs in quattro macro-ambiti gestionali: Governance, Dipendenti, Ambiente e Comunità e tra le azioni e strumenti più diffusi dalle aziende in tutte le filiere emergono in ordine di priorità: efficienza ambientale ed economia circolare (58% con + 30% rispetto al 2019), iniziative di welfare e benessere per i dipendenti (57%), progetti di supporto alla comunità (51% con + 15%).

Sull’uso di nuovi strumenti gestionali la novità maggiormente in crescita riguarda il Bilancio di Sostenibilità con riferimenti SDGs per il 50% delle risposte, con un aumento del 48% rispetto alla prima edizione, cosi come la collaborazione e partecipazione ad altri network di imprese (39% risposte + 41%) e certificazioni green di processo (26% + 52%).

Nelle grandi imprese prevalgono in ordine di rilevanza: 1. Azioni per il benessere dei dipendenti/welfare; 2. Bilanci di sostenibilità; 3. Progetti di efficienza energetica/ambientale. Nelle medie imprese: 1. Benessere dei dipendenti/welfare; 2. Progetti di supporto alla comunità; 3. Efficienza energetica/ambientale. Nelle piccole imprese­: 1. Efficienza energetica/ambientale; 2. Progetti per la comunità; 3. Partecipazione in networks per la sostenibilità.

 

Priorità Obiettivi di sostenibilità d’impresa

Per il futuro le 80 imprese partecipanti individuano come priorità di azione i seguenti SDGs e relativi target: 1. Cambiamenti climatici (SDG 13); 2. Produzioni responsabili e relativi target (SDG 12); 3. Salute e benessere (SDG 3) e Qualità del lavoro (SDG 8).

 

Responsabilità dei vari stakeholders per gli SDGs

Le categorie di stakeholders che oggi stanno agendo maggiormente per il raggiungimento dei 17 SDGs sono percepiti in questi termini di rilevanza: Imprese sugli SDGs 7,8,9 e 12; Pubblica amministrazione (Pa) per gli SDGs 11, 16,3,6; mondo del Volontariato sugli SDGs 1 e 2.

Rispetto a chi dovrebbe fare di più per gli SDGs, le imprese indicano in sequenza le aspettative: la Pa in generale su tutti gli SDGs a parte quelli più di tipo tecnologico e produttivo; il mondo delle imprese, con maggiore impegno sugli SDGs “sociali”, e anche i cittadini e il mondo della formazione/scuole/università.

Emerge uno scarto tra azioni realizzate e aspettative, soprattutto da parte della Pa (-20%), cittadini (-12%) e sindacati (-4%), mentre viene rilevato un impegno oltre alle aspettative da parte del volontariato (+17%).

 

Impatti e opportunità delle varie filiere

Rispetto alla prima indagine, le aziende ritengono che tutte le filiere stiano riducendo in generale i loro impatti rispetto ai 17 Obiettivi di sostenibilità. I settori ritenuti comunque ancora con maggiori impatti sono il settore chimico, automotive, ceramico, costruzioni, agro-food, tessile, logistica. Rispetto invece alle opportunità di innovazione sostenibile offerte dai Goals dell’Agenda 2030 i settori ritenuti più avvantaggiati sono: agro-food, costruzioni, automotive, chimica, servizi energia/ambiente, logistica/trasporti.

 

Opportunità e ostacoli

Le opportunità offerte dall’Agenda 2030 sono considerate in ordine di importanza: 1. Valutare il profilo di sostenibilità (52%); 2. Ispirare nuovi obiettivi di sostenibilità (41%); 3. Maggiore integrazione ESG nelle funzioni (38%); 4. Migliore collaborazione e relazioni con gli stakeholders (37%).

Tra gli ostacoli principali attuali sono considerate: difficoltà gestionali nell’integrare gli SDGs nelle strategie aziendali (49%), mancanza di risorse economiche per nuove azioni (38%), difficoltà a combinare obiettivi aziendali e internazionali (35%), ancora scarsa conoscenza dei 17 SDGs e 169 Target (33% anche se ridotto del 30%).

 

Strumenti gestionali prioritari futuri per gli SDGs

Le aziende indicano come principali priorità: progetti di innovazione ambientale (42%), Bilancio di Sostenibilità (40%) in crescita rispetto all’anno prima, progetti specifici su singoli SDGs (35%) e uso di Kpis, progetti per il benessere dei dipendenti (anche se in calo rispetto a prima), progetti in partnership (27%) e maggiore formazione sugli SDGs in azienda (24%). Per le grandi imprese la priorità è sui bilanci di sostenibilità con riferimenti agli SDGs e progetti di efficienza ambientale. Per le medie, progetti specifici SDGs, benessere dipendenti e comunità. Per le piccole imprese, progetti green, benessere dipendenti e partnership con vari attori sociali.

Sugli aspetti di networking, le 80 aziende segnalano, ancora di più che nella prima indagine, un forte interesse verso attività di confronto e collaborazione per progetti dell’Agenda 2030, con un mix di stakeholders.

 

In sintesi, i risultati segnalano che la pandemia Covid non è stata un ostacolo alla sostenibilità d’impresa. Al contrario, ha accelerato l’impegno verso gli SDGs, in termini di maggiore conoscenze, pratiche trasversali sui 17 Goals, uso di strumenti gestionali più evoluti. Emerge soprattutto come tendenza positiva una maggiore multidimensionalità gestionale su tre direzioni: economia circolare/clima, dimensione sociale interna verso i dipendenti e di collaborazione con il territorio-comunità.

 

Il sondaggio è disponibile su www.sdglab.it e www.focus-lab.it

 


Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti. 

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