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Notizie

L’espansione del mercato della droga e il drammatico impatto della pandemia

Uso di droghe nel mondo in aumento, dice il World drug report dell’Unodc. Consumo più diffuso nei Paesi sviluppati, ma sono i poveri a subirne le conseguenze maggiori. Crisi economica fattore di accelerazione. 14/7/20

Il mercato della droga non conosce crisi e la pandemia con le sue implicazioni socio-economiche rischia di aggravare uno dei problemi più annosi a livello globale nei suoi vari aspetti (produzione, spaccio, consumo) e le sue profonde ricadute sulla salute pubblica. Anche quest’anno, in occasione della giornata mondiale per la lotta al narcotraffico del 25 giugno, l’Agenzia delle Nazioni unite sulle droghe e il crimine (Unodc) ha pubblicato il rapporto mondiale sulla droga, che fornisce una panoramica globale dell’offerta e della domanda di oppioidi, cocaina, cannabis, stimolanti tipo anfetamine e nuove sostanze psicoattive (Nps), nonché il loro impatto sulla salute. Il World drug report 2020 analizza anche l'impatto del Covid-19 sui mercati delle droghe e, sebbene i suoi effetti non siano ancora del tutto noti, rivela che i blocchi e le altre restrizioni legate alla pandemia hanno già causato meno disponibilità di droghe sulle strade, portando a un aumento dei prezzi e a una minore purezza delle sostanze.

Il Rapporto ha fornito una serie di dati piuttosto allarmanti: oltre 35 milioni di persone nel mondo soffrono di disturbi legati al consumo di droga e complessivamente nel 2018 circa 269 milioni di persone hanno fatto uso di sostanze stupefacenti, con un balzo del 30% rispetto al 2009. L'uso di droghe in tutto il mondo è in aumento, in termini sia di numeri complessivi sia di percentuale della popolazione mondiale. L’incremento è davvero massiccio se si guarda ai dati di dieci anni fa. Nel 2009, i 210 milioni di utenti stimati rappresentavano il 4,8% della popolazione globale di età compresa tra 15 e 64 anni, rispetto ai 269 milioni di utenti stimati nel 2018, ovvero il 5,3% della popolazione. Gli adolescenti e i giovani rappresentano la quota maggiore di coloro che fanno uso di droghe, oltre ad essere chiaramente quelli più vulnerabili.

L’incremento della ricchezza è legato all'aumento del consumo di stupefacenti, ma sono i più poveri a subirne le conseguenze maggiori. A livello mondiale, il consumo di droga è più diffuso nei Paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. Droghe come la cocaina sono ancora più saldamente associate alle parti più ricche del mondo. Tuttavia, l’aumento della disoccupazione e la riduzione delle opportunità causate dalla pandemia possono avere ripercussioni significative in particolare sui più poveri, rendendoli più vulnerabili al consumo di droga e anche al traffico e alla coltivazione di droga come mezzo di sostentamento, afferma il report. “Gruppi vulnerabili ed emarginati, giovani, donne e poveri pagano il costo più alto per la problematica della droga nel mondo”, ha dichiarato il direttore esecutivo dell’Unodc Ghada Waly.

Esaminando ulteriori effetti della pandemia, il Rapporto afferma che se i governi reagiranno allo stesso modo della crisi economica del 2008, quando hanno ridotto i budget relativi alla prevenzione dell'uso di droghe, i servizi di cura e di assistenza per le tossicodipendenze potrebbero essere duramente colpiti. Pesanti ripercussioni anche sulle operazioni di contrasto ai reati di spaccio e alle iniziative di cooperazione internazionale.

 

Le tendenze nel consumo di droghe

La cannabis è la sostanza più usata, gli oppioidi i più dannosi. Si stima che 192 milioni di persone abbiano consumato cannabis nel 2018, rendendola la droga più utilizzata a livello globale. In confronto, 58 milioni di persone hanno usato oppioidi nel 2018. Hanno rappresentato il 66% delle 167mila morti correlate all’uso di droghe nel 2017. Nell’ultimo decennio il numero totale di decessi dovuti al consumo di oppioidi è aumentato del 71%, con un amento del 92% tra le donne rispetto al 63% tra gli uomini. Ma sono coloro che fanno uso di droga iniettandola (circa 11 milioni di persone nel mondo) a correre i rischi più alti: 1,4 milioni di persone hanno contratto l'Hiv e 5,5 milioni l'epatite C, mentre 1,2 milioni di persone ha contratto entrambe le patologie. Il Rapporto nota anche che l’uso di cocaina e metanfetamina è in aumento nei mercati di riferimento. Circa 19 milioni di persone hanno consumato cocaina nel 2018 e 27 milioni di persone le anfetamine. La metanfetamina è la droga più utilizzata nel Sud-est asiatico.

 

Un mercato che non conosce crisi

L'emergenza di sostanze fuori dal controllo internazionale si stabilizza, ma i nuovi oppioidi potenzialmente dannosi sono in aumento. Il documento rileva che i mercati della droga stanno diventando sempre più complessi. Sostanze a base vegetale come cannabis, cocaina ed eroina sono state miscelate in centinaia di droghe sintetiche e vi è stato anche un rapido aumento dell'uso dei farmaci non a fini medici. Le droghe sintetiche stanno sostituendo gli oppiacei in Asia centrale e nei Paesi della Federazione Russa, mentre il mercato della metanfetamina cresce in Afghanistan e Iraq.

L'offerta di farmaci a base vegetale è ancora ad alti livelli, nonostante alcune diminuzioni. Anche le quantità di oppiacei sequestrate (704 tonnellate) nel 2018 sono diminuite notevolmente rispetto all'anno precedente. La coltivazione di coca continua a un livello molto elevato (244.200 ettari). L'area coltivata a coca è rimasta stabile dal 2017 al 2018. Tuttavia, la produzione globale stimata di cocaina ha raggiunto ancora una volta il massimo storico (1.723 tonnellate) e i sequestri globali sono aumentati marginalmente (1.131 tonnellate). Le quantità di metanfetamina sequestrata, l'Ats (stimolante di tipo anfetaminico) con il più grande mercato a livello globale, hanno raggiunto un nuovo record, con 228 tonnellate sottratte nel 2018.

Il World drug report affronta anche una serie di altre questioni relative alle politiche in materia di droga, che fanno tutte parte del dibattito internazionale ma su cui scarseggiano prove approfondite. Si ricorda che Canada, Uruguay e 11 giurisdizioni negli Stati Uniti consentono la produzione e la vendita di prodotti a base di cannabis per uso non medico. Nella maggior parte di tali Stati, l'uso di cannabis è aumentato dalla sua legalizzazione. L'offerta di farmaci a base vegetale è ancora ad alto livello, nonostante alcune diminuzioni.

Infine, si rileva che gli oppioidi farmaceutici per la gestione del dolore e le cure palliative sono disponibili principalmente nei Paesi ad alto reddito. I Paesi in via di sviluppo soffrono ancora di una carenza critica di terapie per la gestione del dolore e le cure palliative. Nel 2018 oltre il 90% di tutti gli oppioidi farmaceutici disponibili per il consumo medico erano nei Paesi ad alto reddito.

Scarica il Rapporto

 

di Andrea De Tommasi

martedì 14 luglio 2020

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