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Notizie

Covid-19: gli europei chiedono certezze su efficacia e sicurezza del vaccino

Ricerca della Commissione: la maggioranza dei cittadini ritiene il vaccino l’unico modo per sconfiggere la pandemia, ma si aspetta più informazioni da parte delle autorità. Intervistati divisi sul modo in cui l’Ue ha risposto al virus. 27/01/21

La Commissione europea ha pubblicato i risultati di una ricerca statistica condotta a dicembre su un campione di quasi 25mila persone sul vaccino anti Covid-19 nei 27 Stati membri dell’Unione europea[1]. Ciò che risulta dal dossier è che quasi tre europei su dieci vorrebbero vaccinarsi nel 2021 (il 29%), un quarto vorrebbe farlo il prima possibile (il 23%) e meno di un quinto è disposto a farlo più tardi (il 18%) o mai (il 17%).

La maggior parte degli intervistati vorrebbe vaccinarsi soltanto in caso di assenza di effetti collaterali comprovati (il 44%) e a patto che ci sia maggior chiarezza su come i vaccini vengono sviluppati, testati e autorizzati (il 36%). La maggioranza della popolazione europea (il 57%) - gli italiani sono il 60% - infatti, afferma di voler ottenere maggiori informazioni sulla sicurezza e sull’efficacia del vaccino da parte delle autorità di controllo e dall’Unione europea prima di sottoporsi alla vaccinazione.

In 24 Stati membri su 27, tra cui l’Italia, guidati da Bulgaria (il 76%), Lettonia e Ungheria (in entrambi il 72%), gli intervistati concordano sul fatto che le autorità pubbliche non siano sufficientemente trasparenti sui vaccini e in 19 Paesi credono che il vaccino sia stato approvato in tempi troppo brevi per essere sicuro. Nonostante questo, in 22 Stati, tra cui l’italia (il 60%), guidati da Danimarca (il 73%), Irlanda e Spagna (in entrambi il 71%), gli intervistati credono che il vaccino sia l’unico modo per porre fine alla pandemia. Inoltre, il 76% della popolazione europea ritiene che sia giusto vaccinare prima alcune categorie specifiche e concorda sull’efficacia dei vaccini contro le malattie gravi del passato.

Mentre in Europa del Nord la paura di ammalarsi di Covid-19 non è molto diffusa, le persone intervistate nell’Europa meridionale e in Irlanda, ma anche in Italia (il 67% della popolazione), Spagna, Portogallo, Grecia e Malta, hanno dichiarato di temere una possibile infezione. Quasi nove persone su dieci a Malta (l’87%) e più di tre quarti della popolazione in Irlanda, Cipro e Portogallo (il 77%) e Lussemburgo (il 76%), inoltre, concordano sul fatto che l’Unione europea svolge un ruolo chiave nel garantire l’accesso ai vaccini contro il Covid-19 nei loro Paesi, mentre in Europa centrale questa convinzione è meno diffusa: in Repubblica Ceca (il 49%), in Polonia (il 55%), in Ungheria (il 55%) e in Slovacchia (il 54%).

Per quanto riguarda le misure messe in campo dall’Unione europea per fronteggiare la pandemia, gli intervistati sono divisi tra il 45% di persone non soddisfatte e il 44% soddisfatte; anche in Italia la popolazione è divisa tra il 47% di soddisfatti, il 47% di insoddisfatti e il 6% di indecisi. La maggioranza dei cittadini europei (il 55%), tra cui gli italiani (il 54%), infine, per informarsi sul vaccino e sul Covid-19 si affida principalmente a professionisti sanitari, medici, infermieri e farmacisti e in secondo luogo alle autorità sanitarie nazionali (il 43%).

Consulta la ricerca 

[1] Il campione appartiene a una fascia d’età compresa tra i 16 e i 54 anni in dieci Paesi, mentre in 17 Paesi la fascia d’età di riferimento è 16-64 anni.

 

di Viola Brancatella

mercoledì 27 gennaio 2021

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