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In Italia, solo il 16,2% delle laureate ha una laurea Stem (discipline scientifiche), contro il 37,3% degli uomini, nonostante un +5% delle iscrizioni femminili. Rimane al di sotto della media europea la padronanza di competenze digitali e finanziarie. Nell’Ue il 17% circa degli specialisti Ict (Information and communications technology) e un laureato Stem su tre è donna.

Approfondimenti

La partecipazione dei giovani nelle politiche per il clima e futuro dell’Europa

di Luigi Di Marco, curatore della rubrica ASviS "Europa e Agenda 2030"

Patto europeo per il clima, legge europea per il clima, patto dei sindaci, Conferenza sul futuro dell’Europa, 2022 anno europeo dei giovani. Ecco quali sono le politiche Ue per il clima e come sono coinvolti i giovani.

22 settembre 2021

Le politiche europee avviate nel 2019, con il rinnovo del Parlamento europeo e la nomina alla presidenza di Ursula von der Leyen alla Commissione europea, hanno determinato un nuovo slancio delle politiche climatiche e il riconoscimento formale del ruolo esercitato dai giovani nel determinare l’agenda politica europea. 

Significativo è anche il fatto che il fondo europeo per la ripresa economica dalla crisi Covid-19 sia stato denominato NextGenerationEu, non solo simbolicamente ma anche nell’indicazione degli obiettivi e dei contenuti (sintesi in nostra rubrica Europa del 15.02.21).

Il rinnovato impegno per gli obiettivi climatico-ambientali viene dichiarato quale principio del Green Deal europeo come il compito che definisce la nostra generazione. Ancora il più recente pacchetto “pronti per il 55” dichiara che gli obiettivi climatici sono stati determinati dagli appelli dei giovani, in particolare dei teenager, a compiere azioni decisive e senza ulteriori rinvii per proteggere l’ambiente e il clima, oltre che dalla scienza.

Lo stesso Parlamento europeo adottando il 28.11.2019 la risoluzione sulla dichiarazione d'emergenza climatica e ambientale e la risoluzione sulla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici 2019 - Cop 25 di Madrid plaude al movimento dei giovani contro i cambiamenti climatici e sottolinea l'importanza di impegnarsi in un dialogo significativo con i giovani e di promuoverne la partecipazione all'elaborazione delle politiche a tutti i livelli. La dichiarazione d’emergenza del Parlamento europeo veniva già anticipata nel corso del 2019 anche in Italia da diverse Regioni e città con il riconoscimento formale della spinta del movimento Friday’s for Future, sull'esempio del Parlamento del Regno Unito del 1 maggio dello stesso anno.

Con il programma del Green deal europeo è stata lanciata l’iniziativa partecipativa della società civile “Patto europeo per il clima” in cui si dichiara che il patto intende invitare i giovani a continuare a portare le questioni relative al clima e all’ambiente in cima all’agenda globale.

Lo stesso piano d’azione europeo per la democrazia, adottato dalla Commissione il 3.12.20 (vedi paragrafo 2 della nostra rubrica Europa del 7.12.20), promuove il sostegno a iniziative di democrazia partecipativa e deliberativa, nell’ambito anche del patto europeo per il clima, evidenziando come fondamentale il coinvolgimento dei giovani in collegamento anche alla strategia europea per i giovani 2019-2027.

Oltre al patto europeo per il clima, altri istituti partecipativi sono già inclusi nella legge europea per il clima, e in iniziative volontarie già avviate nel corso degli anni come il Patto dei Sindaci per il clima e l’energia. La stessa Conferenza sul futuro dell’Europa avviata a maggio 2021 intende promuovere il ruolo dei giovani considerando la loro partecipazione come essenziale per garantire un impatto duraturo dei risultati della conferenza. Tra gli argomenti di discussione specifici è individuato in prima posizione il tema “cambiamento climatico e ambiente”. 

Nel perseguimento di obiettivi di efficacia ed effettività rispetto agli scopi per cui sono stati concepiti, sarebbe opportuno che questi diversi istituti di partecipazione entrassero tra loro in una dinamica di scambio e dialogo, che fossero evitate ripetizioni o inutili frammentazioni di sforzi organizzativi e partecipativi, e prima di tutto che fossero conosciuti dai giovani e dai cittadini. E che fossero resi comunque operativi in particolare laddove esiste anche un obbligo normativo come nel caso del dialogo multilivello sul clima e sull’energia già istituito dal regolamento (UE) 2018/1999 e confermato dalla legge europea sul clima.

I processi partecipativi già avviati da diversi anni, quali il Patto dei Sindaci, che nella sua prima versione lanciata nel 2008 ha riscosso un grande seguito di adesioni soprattutto in Italia fin dall’inizio, meritano poi delle valutazioni analitiche sui risultati raggiunti in termini di reale coinvolgimento della società civile e di effettiva conoscenza da parte dei cittadini e dei giovani dell’adesione delle proprie comunità all’iniziativa e al suo significato. Ciò al fine di riformarne le modalità organizzative per poterli rendere effettivi ed efficaci, nonché sinergici con le iniziative introdotte successivamente.

 

Dialogo multilivello sul clima e l’energia

Il regolamento (UE) 2021/1119 del Parlamento e del Consiglio (legge europea sul clima) prescrive misure partecipative per il pubblico,  all’art. 9 rinviando al patto europeo per il clima e al successivo art.13 sul dialogo multilivello sul clima e sull’energia indicando: ogni Stato membro istituisce un dialogo multilivello sul clima e sull’energia ai sensi delle norme nazionali, in cui le autorità locali, le organizzazioni della società civile, la comunità imprenditoriale, gli investitori e altri portatori di interessi pertinenti nonché il pubblico siano in grado di partecipare attivamente e discutere il conseguimento dell’obiettivo della neutralità climatica dell’Unione […] e i vari scenari previsti per le politiche in materia di energia e di clima, anche sul lungo termine, e di riesaminare i progressi compiuti. I piani nazionali integrati per l’energia e il clima possono essere discussi nel quadro di tale dialogo.

 

Il Patto europeo per il clima

La COM(2020) 788 final del 9 dicembre definisce i contenuti attuativi del patto europeo per il clima quale iniziativa partecipativa centrale del Green deal europeo.

La Commissione pone nelle premesse l’accento sulla necessità di velocizzare i nostri sforzi nel riparare il modo in cui interagiamo con la natura, evidenziando che il Green deal europeo non è solo una risposta che è stata data dalla politica Ue alla scienza, ma una richiesta per un’azione più forte e decisa da parte dei cittadini

Le soluzioni innovative individuate dal Green deal europeo richiedono di fatto un grande impegno partecipativo da parte dei cittadini e della società civile al fine di poter essere progettate in modo socialmente giusto ed equo, e quale condizione imprescindibile per il suo successo. Per questo motivo è stato lanciato il patto europeo per il clima, quale sfida partecipativa senza precedenti, per assicurare che ciascuno dia il suo contributo per un’Europa più verde e supporti il conseguimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

L’attuazione del patto non parte da zero ma si propone di lavorare insieme a numerose iniziative, reti e movimenti esistenti. Ed in proposito vengono richiamati specificamente i giovani attivisti, le comunità locali che hanno aderito al patto dei sindaci, la piattaforma degli stakeholder per l’economia circolare, la piattaforma multi-stakeholder per gli SDGs.

L’obiettivo principale dichiarato dal patto per il clima è diffondere consapevolezza e supportare l’azione.

La Commissione istituisce un segretariato per supportare l’attuazione del patto. A sostegno dell’azione per la diffusione della consapevolezza prevede l’istituzione di ambasciatori per il clima con un accreditamento specifico attraverso il sito web del patto. S’impegna a mettere a disposizione strumenti per l’alfabetizzazione sulle tematiche, iniziative e misure per contrastare la disinformazione.

Il sito web del Patto è stato successivamente istituito. Sono consultabili le diverse iniziative avviate e l’elenco degli ambasciatori accreditati per ciascun Paese, tra cui l’Italia per cui risultano 71 ambasciatori su 501 totali al 19.09.2021.

L’azione sul campo sarà incoraggiata facilitando gli scambi sempre attraverso la piattaforma online dove i partecipanti dichiareranno i loro impegni e iniziative: i partecipanti al patto potranno esprimere interesse per il lavoro degli altri e connettersi con loro per generare ulteriore azione e slancio in uno spirito di comunità. Ed in questo contesto il patto intende invitare i giovani a continuare a portare le questioni relative al clima e all’ambiente in cima all’agenda globale.

La Commissione propone in sei punti i valori condivisi del patto:

  1. scienza, responsabilità e impegno;
  2. trasparenza;
  3. no greenwashing;
  4. ambizione e urgenza;
  5. azione su misura per i contesti locali;
  6. diversità e inclusione.

La Commissione invita infine le autorità locali, regionali e nazionali a organizzare regolari occasioni di dibattito e incontri con la cittadinanza, sui temi climatici e ambientali, sullo sviluppo di strategie di giusta transizione, per l’aumento degli investimenti nella protezione delle loro comunità dagli impatti climatici, a considerare i numerosi vantaggi che la riduzione delle emissioni porta localmente in termini di qualità dell’aria, mobilità pulita ed energia a prezzi accessibili.

All’invito alle istituzioni si aggiungono anche gli inviti motivati a tutti i livelli della società civile, business e finanza, partner sociali, scuola e università, giovani specificamente nell’utilizzo del patto per guidare il cambiamento sistemico e intergenerazionale per la società nel suo insieme. E i singoli cittadini, precisando che tutti possono contribuire: nessuna azione è troppo piccola per fare la differenza.

Nell’ambito del Patto è stata lanciata il 29.6.21 la specifica iniziativa sfida climatica per i giovani.

 

Le proposte del Comitato economico e sociale europeo (Cese) per un coinvolgimento strutturato dei giovani a favore del clima e della sostenibilità

Di particolare interesse e per alcuni aspetti di maggior incisività rispetto alle misure programmate dalla Commissione e previste dalla legge europea sul clima, sono le proposte del Cese adottate nel parere d’iniziativa del 18.9.2020, dove in particolare viene proposto un coinvolgimento strutturato dei giovani, quale misura collaterale e indipendente dal patto europeo per il clima e degli altri istituti di partecipazione. Partendo dalla considerazione che l’aspetto intergenerazionale delle politiche e dei meccanismi di attuazione in materia di clima e di sviluppo sostenibile deve rispecchiarsi in un forte e significativo coinvolgimento dei giovani in tutte le fasi dei processi decisionali dell’Unione europea, dall’elaborazione di proposte e iniziative legislative fino all’attuazione, al monitoraggio e al follow-up, il Cese propone:

  • che i giovani siano messi in condizione di partecipare al processo decisionale a livello dell’UE in un modo strutturato e formale che vada al di là della mera consultazione e di riunioni organizzate ad hoc;
  • che siano istituite tavole rotonde dei giovani sul clima e la sostenibilità, e di ospitarle in collaborazione con la Commissione europea e il Parlamento europeo;
  • inclusione di un delegato dei giovani nella delegazione ufficiale dell’UE che parteciperà alle riunioni della Conferenza delle parti della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc Cop);
  • impegnarsi a dare maggiore risalto alle voci dei giovani e delle organizzazioni giovanili inserendole in maniera meditata nei pareri relativi a clima e sostenibilità, cercando proattivamente i contributi dei rappresentanti dei giovani e invitandoli costantemente, come oratori, agli eventi del Cese;
  • chiedere che le medesime opportunità di farsi sentire siano concesse ai rappresentanti dei giovani anche in seno ad altre istituzioni dell’Ue quali la Commissione e il Parlamento.

La proposta del Cese non parla di una trasposizione nel quadro nazionale da parte degli Stati membri della stessa iniziativa a livello delle istituzioni dell’Ue, nondimeno il modello può ispirare azioni partecipative strutturate dei giovani a livello decisionale anche nazionale e sub-nazionale.

 

Azione locale: dal patto dei sindaci a 100 città carbon neutral al 2030

Al 19.9.2021, i firmatari del patto dei Sindaci risultano complessivamente 10.723 di cui 4.889 sindaci italiani, coprendo una popolazione di 53,2 milioni di abitanti (dunque quasi il 90% della nostra popolazione residente), 105 enti di coordinamento e 33 enti sostenitori. Nella nuova versione del Patto lanciata nel 2015 in linea con gli impegni dell’Ue nell’accordo di Parigi, i Sindaci hanno assunto la determinazione ad agire senza tener conto degli impegni delle altre parti, a riconoscere ai cittadini un ruolo attivo e a trasformarli, in quanto consumatori fondamentali di energia, in "prosumer" (prosumatori) e soggetti attivi in un sistema energetico che gestisca la domanda, e a invitare i soggetti interessati quali settore privato, istituzioni finanziarie, società civile, comunità scientifica e accademica a mobilitarsi e condividere l'esperienza, il know-how, le tecnologie e le risorse finanziarie che integrano e rafforzano gli sforzi compiuti a livello locale, aumentare gradualmente le attività per lo sviluppo delle capacità, favorire l'innovazione e rilanciare gli investimenti e a diventare protagonisti attivi della transizione energetica e sostenerci attraverso la partecipazione nell'azione delle comunità.

Più ambiziosa per il livello locale è l’iniziativa lanciata in ultimo con il Green deal europeo nel programma di ricerca orizzonte Europa con l’obiettivo di impegnare almeno 100 città dell’Ue verso la neutralità climatica al 2030. Una parte sostanziale dell’iniziativa, come delineato dal documento predisposto dagli esperti incaricati dalla Commissione europea, è il coinvolgimento dei cittadini e dei portatori d’interesse. Sulla base di un calcolo percentuale della popolazione europea, indicativamente 15 delle 100 città obiettivo della missione dovrebbero essere italiane.

La partecipazione è anche condizione essenziale delle altre missioni di ricerca del Green deal relative a: a) suolo sano e cibo; b) oceani, mare e acqua; c) adattamento ai cambiamenti climatici.

 

I giovani e la Conferenza sul futuro dell’Europa. 2022 anno europeo dei giovani.

La Conferenza sul futuro dell’Europa è un’iniziativa partecipativa di ampio respiro avviata lo scorso 9 maggio 2021 (vedi secondo paragrafo della nostra rubrica Europa del 10.5.21).  Lo scopo dichiarato dall’organizzazione congiunta tra Parlamento, Commissione e Consiglio dell’Ue, è di sviluppare un processo “dal basso verso l’alto”, incentrato sui cittadini, che consenta agli europei di esprimere la loro opinione su ciò che si aspettano dall’Unione europea, conferendogli un ruolo più incisivo nella definizione delle future politiche e ambizioni dell’Unione. In particolare, è promosso l’impegno dei giovani, considerando la loro partecipazione come essenziale per garantire un impatto duraturo dei risultati della conferenza

I cittadini possono condividere le loro idee e inviare contributi online attraverso la piattaforma digitale multilingue futureu.europa.eu/?locale=it .

Nella piattaforma troviamo preselezionati dei temi chiave: cambiamenti climatici e ambiente; salute; un’economia più forte ed equa; giustizia sociale e occupazione; l’UE nel mondo; valori e diritti, Stato di diritto, sicurezza; trasformazione digitale; democrazia europea; migrazione; istruzione, cultura, giovani e sport.

Questi temi sono integrati da una “casella aperta” per altri temi trasversali (“altre idee”), ove i cittadini sono liberi di sollevare qualsiasi questione di loro interesse.

Cittadini e organizzazioni della società civile sono invitati a realizzare conferenze ed eventi di dibattito sui temi della conferenza e a promuoverli e divulgarli sulla piattaforma web della conferenza.

Le principali idee e raccomandazioni scaturite dalla piattaforma serviranno da spunto per i comitati europei di cittadini e le sessioni plenarie, in cui le stesse saranno dibattute per giungere alle conclusioni della Conferenza, la cui chiusura è prevista per la primavera 2022.

Sulla Conferenza e sui giovani si è espressa la presidente Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell’Unione più di recente pronunciato il 15.9.2021 al Parlamento di Strasburgo, in cui ha incitato la partecipazione dei giovani con le parole: se vogliamo plasmare la nostra Unione a loro immagine, i giovani devono poter plasmare il futuro dell'Europa. La nostra Unione deve avere un'anima e una visione in cui i giovani possano credere indicando che saranno i giovani a dover condurre i dibattiti della Conferenza sul futuro dell’Europa poiché a essere in gioco è il loro futuro e questa deve essere la loro Conferenza.

E ha rimarcato ancora in conclusione di discorso presentando l’ospite d’onore Beatrice Vio medaglia d’oro alle Paralimpiadi, definendola fonte d’ispirazione assieme a tutti i giovani che cambiano la nostra percezione di ciò che è possibile. Poiché è riuscita a raggiungere il suo scopo rimanendo fedele alla sua convinzione secondo cui “se sembra impossibile, allora si può fare”. 

Durante il discorso Ursula von der Leyen ha annunciato il 2022 anno europeo dei giovani.

 


Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti. 

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