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Notizie

Resilienza 2.0: consentire all'Ue di prosperare tra turbolenze e incertezze

La Commissione adotta la relazione di previsione strategica 2025: scegliere un futuro preferibile e adottare un approccio trasformativo, proattivo e lungimirante, in sintonia con le persone e i territori.

Consulta la rassegna dal 28 luglio al 14 settembre

martedì 16 settembre 2025
Tempo di lettura: min

La Commissione europea ha adottato il 9 settembre la relazione di previsione strategica (Strategic foresight) 2025 intitolata Resilienza 2.0: consentire all'Ue di prosperare tra turbolenze e incertezze. Si tratta della prima relazione di previsione strategica nel quadro del nuovo mandato legislativo europeo 2024-2029, riattivando un’attività di periodicità annuale avviata dal 2020.

Con lo scopo di stimolare la riflessione a lungo termine individuando le priorità politiche utili al perseguimento di un futuro preferibile, la previsione valuta i rischi definiti dalle dinamiche di sette specifici mega-trend, ovvero le forze trainanti a lungo termine che sono osservabili ora e molto probabilmente avranno un'influenza significativa sul futuro. I mega-trend identificati nella nuova relazione di previsione strategica sono: cambiamenti dell’ordine internazionale, cambiamenti del paradigma della sicurezza, accelerazione dei cambiamenti climatici e del degrado ambientale, accelerazione dei cambiamenti tecnologici, sbilanciamenti demografici, allargamento delle diseguaglianze, minacce alla democrazia.

La Commissione europea introduce un’idea evoluta di resilienza (“Resilienza 2.0”) affinché l’Ue sia in grado di rispondere ai nuovi rischi globali. Imprimendo un approccio trasformativo, proattivo e lungimirante nelle scelte politiche, Resilienza 2.0 dovrebbe rappresentare uno strumento di vantaggio decisivo nella nuova realtà geopolitica, necessità cruciale per il futuro dell’Ue, specificamente concentrato sulla capacità di anticipare, prevenire, resistere e rispondere alle minacce. Questo approccio viene dichiarato dalla Commissione europea come strettamente legato al concetto di “preparazione” introdotto dal rapporto Niinistö e già traslato in azioni politiche dell'Ue nella strategia europea per la preparazione alle emergenze.

La previsione strategica individua otto aree chiave d’azione:

  1. Sviluppare una coerente visione globale per l’Ue, basata sui valori fondamentali e i propri obiettivi. L'Ue deve essere più chiara su ciò che rappresenta e più assertiva nel difendere il suo modello distintivo, confrontandosi con l'arena globale per rafforzare il sistema delle regole internazionali. La sua posizione deve essere costruita con progetti in sintonia con le persone e i territori dell’Europa, sulla base dei loro interessi e valori.

  2. Amplificare la sicurezza interna ed esterna, sviluppando un approccio lungimirante e tecnologicamente avanzato, sfruttando le sinergie civili-militari, sfruttando le economie di scala delle azioni e degli acquisti comuni tra Stati membri, cooperando anche con la Nato evitando frammentazione di sforzi di fronte alle minacce per la sicurezza.

  3. Sfruttare il potere della tecnologia e della ricerca: capitalizzando il potere trasformativo enorme dell’AI attraverso la guida dei valori dell'Ue, concentrandosi nel perseguimento della prosperità e del benessere dei cittadini, prevenendo e mitigando sistematicamente i rischi negli usi impropri, il malfunzionamento o il disallineamento dei modelli di AI più avanzati rispetto ai propri obiettivi. L’Ue deve adottare un sistema di governance tecnologica che eviti frammentazione e che sappia sfruttare sinergie e prevenire trade-off.

  4. Rafforzare la resilienza economica a lungo termine e prepararsi agli sconvolgimenti del mercato del lavoro: garantire una crescita economica sostenibile e inclusiva, elaborando valutazioni settoriali complete rispetto agli effetti dei diversi megratrend, in particolare quelli vitali per l’autonomia strategica dell’Ue, adottando misure coerenti per rafforzare le catene di approvvigionamento, le risorse (incluse le competenze), le capacità, garantendo al contempo la coesione economica, sociale e territoriale dell’Unione.

  5. Supportare un benessere sostenibile e inclusivo: attraverso un’economia sociale di mercato e la giusta transizione verso un’economia pulita. Adottare politiche fiscali che spostino le tasse dal lavoro su beni con esternalità negative. Perseguire la definizione di un nuovo contratto sociale che ricostruisca fiducia per tutti gli europei, adottare un quadro di misure per la sostenibilità e il benessere (specificamente richiamando lo studio del Jrc pubblicato a inizio 2025) contribuendo al dibattito internazionale lanciato con il Patto del futuro su indicatori oltre il Pil.

  6. Ripensare l’istruzione e il lavoro, alla luce delle nuove tecnologie, dei cambiamenti e delle trasformazioni future, integrando l'apprendimento permanente come norma sociale. Garantire ambienti per l’infanzia protetti e stimolanti, allineare i programmi di studio alle future esigenze e creare percorsi flessibili tra istruzione, formazione e occupazione. Promuovere adattabilità e creatività, preparando i cittadini anche per molteplici transizioni nel corso della loro vita.

  7. Rafforzare le fondamenta della democrazia come bene comune. Contrastare la polarizzazione, la manipolazione delle informazioni e la disinformazione amplificata dai social media e dagli algoritmi di AI. Sviluppare strategie di comunicazione Istituzionale chiare ed efficaci. Continuare a perseguire sforzi per attuare processi di democrazia deliberativa e definire quadri strategici per la resilienza democratica in tutta l’Europa e nei territori, supportando la coesione sociale e la costruzione di comunità.
  8. Anticipare la trasformazione demografica e rafforzare l’equità intergenerazionale. Sviluppare un quadro di equità intergenerazionale, volto a garantire che le decisioni prese oggi non danneggino le generazioni future e che contribuisca ad aumentare la solidarietà e l'impegno tra persone di età diverse, sfruttando la trasformazione demografica come un'opportunità piuttosto che come una forza destabilizzante. Il processo decisionale politico deve essere ripensato per garantire sostegno a valori e obiettivi che consentano agli europei di prosperare nel lungo termine.

Il Commissario europeo per l’equità intergenerazionale Glenn Micallef, nel suo discorso di presentazione della relazione di previsione strategica, ha rimarcato il collegamento tra l’ottava area d’azione con l’imminente avvio delle attività del panel dei cittadini che contribuirà alla co-creazione della prima strategia europea per l’equità intergenerazionale: non vedo l'ora di ricevere le raccomandazioni dei cittadini che confluiranno nella strategia di equità intergenerazionale che presenterò al collegio (dei Commissari europei) l'anno prossimo.

Consulta la rassegna dal 28 luglio al 14 settembre

 

Copertina: Unsplash

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