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Il corpo femminile tra vecchi stereotipi e nuove sensibilità
L’opinione pubblica resta divisa sulla percezione dei canoni estetici e dei concorsi di bellezza; tra i giovani cresce la consapevolezza e l’attenzione verso modelli più inclusivi. A dirlo è la ricerca Radar Swg. 29/9/25
Il 15 settembre 2025 si è svolta l’86esima edizione di Miss Italia. L’evento è passato pressoché in sordina perché il più famoso concorso di bellezza a livello nazionale non viene più trasmesso sulle reti televisive generaliste ormai da diversi anni, ma la visione del corpo femminile continua a far discutere.
Da un recente sondaggio condotto da Radar Swg proprio nella settimana precedente Miss Italia, ciò che è emerge è che, da un lato, c’è una crescente apertura verso modelli più inclusivi e consapevoli, dall’altro persiste invece ancora il peso di stereotipi radicati. La percezione di una differenza di trattamento tra corpi maschili e femminili rimane evidente: gran parte degli italiani e delle italiane riconosce che il corpo della donna sia ancora maggiormente esposto e oggettificato, anche se inizia a emergere la sensazione che il divario si stia gradualmente riducendo. Secondo più del 50% degli intervistati, infatti, i canoni di bellezza del corpo si stanno evolvendo, ma con una resistenza dei vecchi modelli. Solo per 1 su 5 c’è più consapevolezza e inclusione.

Rispetto al trattamento che i media riservano al corpo femminile e a quello maschile, ben 8 intervistati su 10 notano una differenza, ma circa un terzo del campione degli intervistati ritiene che il divario si stia riducendo.

Ma a dividere ancora una volta l’opinione pubblica, sono i concorsi di bellezza: per il 42% non danno origine a comportamenti di oggettificazione, ma per il 36% rischiano di normalizzare atteggiamenti problematici. Tra i più giovani prevale nettamente quest’ultima percezione, segno di una sensibilità diversa che guarda con occhio critico a certi format tradizionali, anche a fronte dei recenti scandali legati alla pubblicazione non consensuale di immagini intime e sessualizzanti di molte donne.

Gli antichi stereotipi persistono se si osservano i criteri con cui vengono raccontati socialmente e culturalmente i corpi: una netta maggioranza associa infatti alla donna soprattutto la dimensione della seduzione e dell’eleganza, mentre all’uomo quella della prestanza fisica e del potere. Un binomio che conferma come certi i modelli siano ancora fortemente radicati nell’opinione pubblica.

Copertina: Unsplash
