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ENERGIA PULITA E ACCESSIBILE

Assicurare a tutti l'accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni

Nel 2021, la quota di energia primaria da fonti rinnovabili a livello mondiale è arrivata al 13,5%, mentre la quota di produzione mondiale di energia elettrica rinnovabile al 25%. In Italia, al 2020, la media nazionale delle fonti rinnovabili sui consumi lordi finali ha raggiunto il 19%. La produzione elettrica rinnovabile registrata nel 2021 si è attestata al 36% (ma dovrà superare l'80% entro il 2030).

Approfondimenti

La sostenibilità ambientale nella scuola tra il dire e il “si può fare”

di Andrea Delmonego, docente formalmente in pensione (ma non nello spirito)

Attraverso progetti innovativi, è possibile costruire una scuola pubblica inclusiva, partecipativa e interdisciplinare, dove l’educazione ambientale è integrata nei programmi didattici e supportata da esperienze pratiche.

6 marzo 2025

Sono un convinto promotore di un percorso formativo nelle scuola che ponga grande attenzione alla persona in una visione il più possibile olistica e non vincolata a schemi precostituiti e che dia ampio spazio all'educazione ambientale come messaggio di consapevolezza che la speranza di salvezza per la nostra sopravvivenza sul pianeta Terra, che si riprenderà benissimo anche senza di noi, sarà riposta nelle future generazioni.

Una scuola pubblica, quindi, accessibile a tutti e con spazi di partecipazione al percorso formativo delle diverse componenti. Studenti, docenti e genitori con spazi fisici e operativi ben definiti sotto l’aspetto quantitativo ma soprattutto qualitativo.

Una scuola che non perda mai di vista il piacere dell’apprendimento sia per chi lo propone che per chi lo riceve.

Una scuola a tempo pieno, promotrice del fare, con una forte interazione tra la teoria e la pratica, in tutti i livelli di apprendimento prevedendo attività didattiche anche pomeridiane, in collaborazione con realtà formative qualificate esterne alla scuola stessa come associazioni, fattorie didattiche, enti museali, soprattutto per coprire una parte del periodo estivo ed essere di supporto alle famiglie.

Una scuola che consenta e riconosca la possibilità ai docenti interessati o in fase di pensionamento, se disponibili, di poter collaborare mettendosi a disposizione nel dare supporto didattico e formativo ai giovani colleghi ancora inesperti che ottengono docenze su materie affini spesso in condizioni di precariato.

Una scuola come luogo di promozione di sostenibilità ambientale, economica e sociale, sia come ambiente fisico attento al benessere di tutti coloro che la frequentano, sia come luogo privilegiato di educazione alla sostenibilità ambientale pensata e progettata trasversalmente alle diverse discipline col contributo anche della educazione civica, perseguendo gli Obiettivi della Agenda 2030 promossa dalle Nazioni Unite, nessuno escluso.

La prospettiva di ogni scuola dovrebbe essere quella di arrivare ad individuare un percorso formativo di educazione ambientale interdisciplinare quindi non delegato alle sole discipline scientifiche, possibilmente sostenuto da una procedura di certificazione ambientale già collaudata e sostenuta adeguatamente sia in ambito formativo, col sostegno ai docenti e agli studenti referenti attraverso dei formatori qualificati, sia in termini economici riconoscendo il notevole risparmio economico che un percorso di sostenibilità ambientale garantisce.

Per raggiungere questo obiettivo è bene che la scuola organizzi una rete interna riconoscendo un docente coordinatore per la sostenibilità ambientale, referente di una rete di docenti e studenti collaboratori nominati in tutte le classi.

Importantissimo che le ore di impegno aggiuntivo vengano riconosciute nel computo dell’orario cattedra settimanali in modo da non gravare ulteriormente sul già gravoso impegno didattico quotidiano dei docenti e per consentire di curare i rapporti con altre realtà virtuose operative sul territorio.

Queste riflessioni sono maturate grazie ad una esperienza diretta di educazione ambientale in senso ampio che ho promosso nelle scuole dove ho insegnato e che vorrei portare alla vostra conoscenza. 

Interessante, coinvolgente, istruttiva, partecipativa, sperimentale, divertente, accattivante, creativa, stressante, deprimente, deludente, sconfortante, stimolante, combattiva, equilibrata, serena. Questi sono alcune sensazioni che riconosco di aver provato nel corso della mia personale e significativa esperienza di promozione della sostenibilità ambientale nella scuola.

Già nelle brevi esperienze di precariato ricordo il fervente desiderio giovanile di dare spazio all’educazione ambientale laddove la didattica quotidiana dell’insegnamento di scienze lo consentiva. Piccoli progetti con le mie classi a visitare il territorio facendo osservare le molteplici espressioni della natura ai giovani alunni, disegnandole, raccontandole, classificandole, contestualizzandole, grazie anche alle mie esperienze di volontariato locale ed internazionale ed a quella professionale di dottore forestale. 

E’ cresciuto così il desiderio di promuovere nella scuola e non solo nelle mie classi, un percorso di consapevolezza ambientale il più possibile pratico ed operativo, che migrasse dalle buone pratiche quotidiane, alle collaborazioni con Enti e realtà associative del territorio senza dimenticare che l’obiettivo educativo e formativo aveva la priorità sia nei confronti degli studenti che dei colleghi docenti, dei genitori, del personale amministrativo, della Dirigenza e dei Rappresentanti istituzionali.

 Mancava però ancora qualcosa che impediva di dare “anima e core” alle varie proposte e azioni organizzate. Il pensiero di Sara Ongaro, antropologa, fu lo spunto che mi diede il     per il gran concerto sulla sostenibilità promosso nella scuola e che cita:

 “E’ davvero una questione di felicità: nessun cambiamento fatto per il senso del dovere o per salvarsi l’anima può resistere nel tempo e può contagiare veramente gli altri.  Succede solo se ci piace quello che stiamo sperimentando, se scopriamo qualcosa di nuovo che, chiusi dentro il vecchio comportamento, nemmeno immaginavamo”. 

La prima preoccupazione fu di individuare quali fossero le iniziative più valide da proporre a tutta la popolazione scolastica e non solo alle singole classi, attenti a non cadere nella banalità e inutilità di proposte che affrontassero il tema con argomenti troppo specializzati, teorici e distanti dalle pratiche di vita quotidiana e quindi dal possibile interessamento e coinvolgimento degli studenti, dei colleghi e del personale della scuola.

Dal convegno mondiale sull’educazione ambientale tenutosi a Torino nell’ottobre 2005, cogliemmo il suggerimento di porre particolare attenzione nel puntare sul coinvolgimento emotivo, sia in coloro che collaboravano al progetto che in coloro che si voleva fossero i destinatari delle iniziative in modo da promuovere non solo una ecologia dell’ambiente ma soprattutto una ecologia della mente.

Ci si rese subito conto come la scuola fosse, proprio, uno straordinario laboratorio didattico per promuovere sostenibilità ambientale. Bisognava solo trovare la chiave per mettere in moto un processo virtuoso e comunicare la sostenibilità economica ed ambientale in modo che venisse percepita più come un piacere che come un dovere!

 

Una scuola per la sostenibilità ambientale creativa

Il percorso intrapreso è rappresentato dall’albero della Sostenibilità che dalle radici trae nutrimento dalla informazione scientifica, dalla comunicazione efficace, dalla consapevolezza ambientale, dal piacere di agire, dalla partecipazione e cittadinanza attiva, dal coinvolgimento emotivo, dalla creatività, ed infine dall’amore per il pianeta.

La linfa che proviene dalle radici poi nutre le diverse azioni rappresentate dalle ramificazioni. Il ramo delle buone pratiche ambientali curate dai referenti ambientali di scuola e dalle collaborazioni esterne; il ramo della formazione con le mostre tematiche e la giornata ambientale; il ramo della comunicazione con la importante dichiarazione Emas ed il giornalino scolastico, quello della certificazione ambientale diversificata nei vari progetti, nei monitoraggi ambientali nell’istituto scolastico e la loro compensazione nel sud del mondo.

In agguato si vede l’omino pronto a tagliare l’albero con la motosega alimentata dalla scarsa informazione, dalla disinformazione e poca consapevolezza, dal mancato sostegno ai percorsi virtuosi da parte dell’Amministrazione, dallo stress burocratico e amministrativo.

 

Ogni anno viene nominato uno studente ed un docente referente ambientale in ogni classe con il compito di promuovere buone pratiche quotidiane (spegnere le luci, aprire le finestre, controllare la differenziazione dei rifiuti) ed essere la rete informativa d’Istituto. Gli studenti referenti ambientali avranno riconosciuto il credito formativo ed un piccolo premio a fine anno.

Si è indagato sugli spazi scolastici all’interno dei quali si passano diverse ore della giornata, sulle abitudini e comportamenti consolidati che si ritengono essere garanzia di benessere ambientale ma che, talvolta, sono fonte di disagio e malesseri anche profondi.

Abbiamo rilevato tutti i consumi di scuola (luce, acqua, riscaldamento, carta) e studiato azioni per la loro riduzione. Si è poi  calcolato quanta anidride carbonica viene immessa in atmosfera e quanti alberi servono per compensare questo impatto. Lo stesso per l’impatto dei viaggi d’istruzione attraverso un efficace calcolatore ambientale.

Ci siamo gemellati con un progetto in Ecuador dove sosteniamo la salvaguardia di una foresta pluviale bellissima (www.otonga.org) per compensare il ciclo della CO2.

Partecipiamo, con uno stand, alla fiera “Fa la cosa giusta” di Trento sul consumo sostenibile; festeggiamo la giornata dell’albero, della Terra, di M’illumino di meno e, a maggio, organizziamo la Giornata ambientale di scuola dove tutta la scuola partecipa a diverse iniziative ambientali collegate al territorio collaborando con ASviS, WWF Italia e con la Rete delle scuole sostenibili europee.

Negli ultimi anni si è fatto un grosso lavoro di analisi sui programmi delle diverse discipline insegnate nella scuola per individuare dove poter dare spazio alla sostenibilità ambientale,  senza aggiungere argomenti  ma, caratterizzando, collegando, informando, valorizzando   ciò che già viene svolto nelle classi.

Vengono anche offerti, ai docenti interessati, i cosiddetti “progetti in attesa di adozione” quali il progetto “Diventiamo custodi di un albero”, “Rappresenta il paesaggio che è in te”, “Ripensiamo l’area verde della scuola”, “Watt o Led” che ha calcolato la convenienza economica e ambientale nella sostituzione dei corpi illuminanti da neon a led ed i tempi di recupero dell’investimento, E-mining school per il riciclo della apparecchiature elettroniche, “ Una mela al giorno …” che vede, una classe, incaricata di  distribuire  mele all’intervallo per promuovere una corretta alimentazione.

Il tutto ci ha portato anche ad ottenere la impegnativa certificazione europea Emas e, nel maggio 2017, ottenere il primo premio nazionale promosso da Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale del governo) per la Dichiarazione ambientale degli Enti pubblici più originale ed efficace sotto l'aspetto comunicativo. Per questo i ragazzi hanno realizzato dei video molto carini ed hanno cantato l'inno: "ma Emas si, ma Emas no!" davanti ad un pubblico molto formale ma, poi, piuttosto divertito!

 


Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti. 

Aderenti

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