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Stato ambiente in Italia, bene energia green, maglia nera alla cementificazione
Trasmessa al Parlamento il 6 luglio, la Relazione del Mattm evidenzia punti di forza, le rinnovabili, e criticità, tra cui la qualità dell'aria o la raccolta differenziata.
“Siamo gli unici tra i 'grandi' in Europa a non avere il nucleare, abbiamo un'alta efficienza energetica e rappresentiamo un'avanguardia a livello mondiale sulle rinnovabili”, così commenta il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti la Relazione sullo stato dell'ambiente 2016 trasmessa al Parlamento il 6 luglio. “L'Italia che emerge da questa disamina è un Paese saldamente incardinato nel sistema di tutele ambientali definito dall’Unione europea, che è probabilmente il più attento e completo del mondo”. A otto anni dall'ultima pubblicazione nel 2009, la relazione si pone come un aggiornamento sui principali indicatori ambientali ma anche uno strumento per poter studiare e approfondire le conoscenze in materia.
Se per un verso dunque il Paese registra delle eccellenze e dei punti di forza, non mancano numerosi aspetti su cui si devono ancora concentrare energie e risorse. Sebbene negli ultimi 40 anni siano state attuate politiche ambientali e legate al clima, portando un collettivo benessere ai cittadini, sui rifiuti pesano ancora ritardi significativi, collocandoci sotto gli standard Ue sulla raccolta differenziata, fermandoci al 47,5% invece di arrivare almeno al 65%. E ancora: nelle discariche arriva ben il 40% dei rifiuti, percentuale in alcune città addirittura doppia. Altra nota dolente, la qualità dell'aria nelle aree urbane, pesantemente compromessa dalle emissioni dei trasporti e dei consumi civili. Bollino rosso anche per la cementificazione annuale che ci pone in testa alla classifica europea di ettari sacrificati ogni anno.
Ecco perché, insiste il ministro, “le città sono il banco di ogni politica di sostenibilità, producendo il 70% dei gas serra. E' qui che si sperimentano stili di vita individuali, ad esempio car e bike sharing o la raccolta dei rifiuti, che possono avere una significativa incidenza sulle emissioni e sulla qualità dell’aria”.
di Elis Viettone