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Pilastro europeo dei diritti sociali: pubblicato il piano d’azione
Settimana 1-7 marzo. Il piano d’azione della Commissione europea sulle tre priorità: lavoro, educazione, contrasto alla povertà. Integrazione con le misure dei Pnrr. Convergenza politiche di bilancio, proroga flessibilità e Pnrr. 8/03/2021
Il piano d’azione per attuare il Pilastro europeo dei diritti sociali
L’atteso piano d’azione del pilastro europeo dei diritti sociali è stato adottato dalla Commissione europea nella seduta del 4 marzo con la Com(2021) 102 final.
É un atto di assoluta rilevanza, quadro di riferimento per diverse azioni del mandato 2019-2024 della Commissione europea, centrale per le politiche sociali nell’attuale critica fase storica tra pandemia e risposte attese nei piani di ripresa e resilienza, nonché riferimento attuativo per diversi SDGs.
Il pilastro composto di 20 punti è stato già adottato nel 2017, e rilanciato dalla nuova commissione nel gennaio 2020 con la Com(2020) 14 “Un’Europa sociale forte per giuste transazioni” che rinviava appunto al 1° trimestre del 2021 per l’adozione di un Piano attuativo.
Il Piano è stato elaborato anche in esito a un processo di consultazione pubblica, i cui risultati vengono riassunti nel Swd(2021) 46 che accompagna il piano d’azione.
Il quadro degli SDGs e la risposta al Covid-19 restano a riferimento di diversi dei punti sviluppati nel piano d’azione. Ricordiamo che lo stesso regolamento del dispositvo di ripresa a e resilienza indica la centralità dei 20 punti del pilastro come obiettivi da perseguire e termini di verifica per l’adeguatezza e la coerenza delle misure adottate dai Pnrr.
Dunque i contenuti del piano d’azione rappresentano a tutti gli effetti un nuovo riferimento anche per la predisposizione e l’attuazione del nostro Pnrr.
La scelta strategica del Piano proposto dalla Commissione identifica tre target da conseguire entro il 2030, a cui si collegano diverse iniziative già adottate dalla Commissione nel corso dell’ultimo anno, e nuove vengono messe in programma con lo stesso piano d’azione.
Primo target: almeno il 78% della popolazione compresa tra i 20 e i 64 anni deve avere un’occupazione entro il 2030
La Commissione indica che a fine 2019 la percentuale degli occupati era al 73% con una sensibile differenziazione di genere: 78,3% uomini e 66,6% donne. La situazione con il Covid è chiaramente peggiorata, per cui il target dovrà recuperare i danni occupazionali determinati dalla crisi, anche attraverso le seguenti misure:
- ridurre al minimo alla metà il divario di genere nei livelli d’occupazione;
- accrescere la disponibilità per tutti di servizi di educazione e cura per la prima infanzia;
- ridurre la percentuale dei giovani tra i 15 e i 29 anni, né occupati, né in istruzione o formazione (i cosiddetti Neet) dal 12,6% (al 2019) al 9%.
Per sostenere una ripresa ricca di posti di lavoro negli Stati membri a seguito della crisi Covid-19, la Commissione presenta insieme a questo piano d'azione una raccomandazione della Commissione per un sostegno attivo efficace all'occupazione (Ease), che fornisce orientamenti sulla combinazione di misure politiche e disponibili finanziamenti per promuovere la creazione di posti di lavoro e le transizioni da lavoro a lavoro verso settori in espansione, in particolare digitale e verde.
La Commissione inoltre evidenzia che assicurare che i posti di lavoro paghino un salario adeguato è essenziale per garantire condizioni di vita e di lavoro adeguate ai lavoratori e alle loro famiglie, nonché per costruire economie eque e resilienti e sostenere una crescita inclusiva.
Secondo target: almeno il 60% della popolazione adulta deve partecipare a un corso di formazione ogni anno
La Commissione indica che, nel contesto della ripresa e delle doppie transizioni verde e digitale, aumentare la partecipazione degli adulti alla formazione fino al 60% è fondamentale per migliorare l'occupabilità, stimolare l'innovazione, garantire l'equità sociale e colmare il divario di competenze digitali. L’incremento richiesto è decisivo, considerato che la Commissione riferisce che nel 2016 solo il 37% degli adulti partecipava ogni anno ad attività di apprendimento. Per gli adulti scarsamente qualificati questo tasso ha raggiunto solo il 18%.
Nel 2019, il 10,2% dei giovani ha lasciato l'istruzione e la formazione, in particolare nell’istruzione secondaria inferiore, e non è più stato coinvolto in attività di istruzione e formazione. Questi dati peggiorano a causa della crisi. Occorre pertanto intensificare gli sforzi per ridurre l’abbandono scolastico, migliorare i livelli di rendimento nell'istruzione e nella formazione di base e aumentare la partecipazione degli adulti alla formazione.
La Commissione richiama le iniziative già adottate nel 2020, e segnatamente l’Agenda europea per le competenze, il piano d’azione per l’educazione digitale e il target almeno 80% delle persone tra i 16-74 anni devono avere competenze digitali di base, quale precondizione per partecipare al mercato del lavoro e alla vita sociale in un’Europa sempre più digitalizzata.
Terzo target: il numero delle persone a rischio povertà deve essere contenuto entro i 15 milioni di persone al 2030
La Commissione indica il dato di partenza di 91 milioni di persone a rischio povertà nel 2019 in Ue. Il target 15 milioni deve recuperare l’incremento negativo ulteriore determinato dal Covid.
Particolare attenzione è dedicata dalla Commissione alla situazione dei bambini in povertà: l'attenzione ai bambini consentirà non solo di fornire loro l'accesso a nuove opportunità, ma contribuirà anche a spezzare il ciclo intergenerazionale della povertà, prevenendo che diventino adulti a rischio di povertà o esclusione sociale e producendo così effetti sistemici a lungo termine.
Tra le misure delineate nel piano ci sono una strategia per i diritti dei bambini da adottare nel 1° quadrimestre 2021 e una raccomandazione agli Stati membri per l’istituzione di una garanzia per l’infanzia, al fine di assicurare che i bambini a rischio di povertà ed esclusione sociale abbiano accesso effettivo a servizi chiave come l'assistenza sanitaria e l’istruzione. A queste si aggiungono una raccomandazione del Consiglio per un reddito minimo da adottare nel 2022 per supportare e meglio indirizzare le iniziative già intraprese dagli Stati membri, e il lancio di una piattaforma per i senzatetto per sostenere gli Stati membri e le città nella condivisione delle migliori pratiche e nell'identificazione di approcci efficienti e innovativi.
Nel 2022 la Commissione presenterà un rapporto sull’accesso ai servizi essenziali.
Altri aspetti inclusi nel piano riguardano: la salute e sicurezza sul lavoro; la prossima strategia Ue in programma; richiami alla Strategia per la parità di genere e le iniziative intraprese con le altre misure identificate con “un’unione nell’eguaglianza”, già adottate nel 2020 in relazione a Lgbtiq, Rom, razzismo, inclusione degli immigrati; infine, l’appena adottata strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030.
Un capitolo a parte è dedicato al tema diritto alla salute richiamando i già adottati atti strategici un’unione della salute e il piano d’azione per la lotta contro il cancro.
La Commissione indica, nell’ambito del piano d’azione, diverse misure finanziarie dell’Ue utili al perseguimento di questi obiettivi. Tra queste ovviamente il più sostanzioso e articolato è il dispositivo di ripresa e resilienza su cui la Commissione s’impegna entro fine 2021 ad adottare l’atto subdelegato per definire una metodologia con cui gli Stati membri dovranno rendicontare la spesa sociale nei Pnrr, come richiesto dal Regolamento Ue del 10 marzo 2021.
Presenterà inoltre nel 2022, come novità, una guida per migliorare l'uso da parte degli Stati membri di valutazioni d'impatto distributive ex ante nella definizione del bilancio e nella pianificazione delle riforme.
Nella previsione dell’estensione dell’ambito di applicazione della tassonomia europea per gl’investimenti sostenibili, la Commissione prevede la possibilità per la finanza privata di contribuire con ulteriori risorse al conseguimento del quadro del pilastro dei diritti sociali.
Il sistema di monitoraggio è integrato nel quadro del semestre europeo, ricordando che lo stesso già dal 2018 ha integrato i 20 punti del pilastro dei diritti sociali, rafforzato poi dal 2019 con l’integrazione degli SDGs dell’Agenda 2030. Nei prossimi anni il semestre europeo sarà inoltre integrato con il monitoraggio dei risultati del dispositivo di ripresa e resilienza.
Il quadro delle azioni del piano non tralascia argomenti chiave quali la partecipazione e il confronto sociale per l’attuazione dello stesso pilastro, con un impegno a presentare nel 2022 un’iniziativa per supportare il dialogo sociale a livello di Ue e di singoli Stati membri.
Infine, il ruolo dell’Ue come leader globale: la Commissione lavora per la creazione di condizioni di parità a livello mondiale, in cui i vantaggi competitivi non vadano a scapito dei più vulnerabili. Il pilastro è uno strumento guida per le nostre relazioni bilaterali con i partner esterni, compresi i partner del vicinato e dell'allargamento, che definisce l'elevato livello di standard sociali per cui si batte l'UE.
Le relative tematiche sono state sviluppate nelle recenti comunicazioni della Commissione sul multilateralismo e il commercio mondiale presentate anche nella nostra rubrica del 22 febbraio.
Sollecitando l’impegno degli Stati membri a promuovere gli standard dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) su lavoro dignitoso e inclusione sociale e l’attuazione dell’Agenda 2030 nelle relazioni internazionali, la Commissione s’impegna nel secondo quadrimestre del 2021 a presentare una comunicazione sul lavoro dignitoso in tutto il mondo per fornire una panoramica completa degli strumenti pertinenti per una strategia dell'Ue che integri la dimensione sociale nell'azione internazionale.
Politiche di bilancio degli Stati membri a un anno dall’insorgere della pandemia
La Commissione ha adottato, con la Com(2021) 105 final, delle indicazioni fondamentali su come coordinare la politica di bilancio a livello dell'Ue, con l’obiettivo di un approccio concertato per affrontare la pandemia, sostenere l'economia, supportare la ripresa sostenibile e mantenere la sostenibilità di bilancio a medio termine.
Le considerazioni sono importanti per l’elaborazione da parte degli Stati membri dei prossimi esercizi di bilancio, integrando con queste gli obiettivi che devono essere perseguiti nell’ambito dei Pnrr: gli Stati membri dovrebbero presentare programmi di stabilità e convergenza che tengano conto delle raccomandazioni specifiche per paese 2020, della strategia annuale di crescita sostenibile, della raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro e degli orientamenti politici inclusi nella presente comunicazione. I piani di ripresa e resilienza degli Stati membri dovrebbero essere pienamente in linea con detti orientamenti strategici.
La Commissione prevede di mantenere le flessibilità di bilancio concesse con la sospensione del patto di stabilità nel marzo 2020 in risposta alla pandemia, fintanto che sarà necessario: il ritiro prematuro del sostegno fiscale potrebbe frenare la ripresa ed aggravare le conseguenze della pandemia in tutta l’UE.
É necessario però un impegno di coordinamento degli Stati membri tra le misure straordinarie concesse con il dispositivo di ripresa e resilienza e le altre scelte di bilancio, considerando che lo stesso rappresenta un'opportunità unica per migliorare le posizioni di bilancio sottostante senza soffocare la crescita.
La conduzione delle politiche di bilancio nel prossimo periodo dovrebbe dunque basarsi su una serie di considerazioni fondamentali indicate dalla Commissione: in primo luogo, rimane essenziale il coordinamento delle politiche di bilancio nel contesto della presentazione da parte degli Stati membri dei programmi di stabilità e convergenza e dei piani di ripresa e resilienza. In secondo luogo, la politica di bilancio dovrebbe rimanere agile e adeguarsi all'evolvere della situazione, ove giustificato. In terzo luogo, occorre evitare un ritiro prematuro del sostegno di bilancio […] In quarto luogo, una volta diminuiti i rischi per la salute, le misure di bilancio dovrebbero gradualmente orientarsi verso misure più mirate che promuovano una ripresa resiliente e sostenibile. In quinto luogo, le politiche di bilancio dovrebbero tenere conto dell'impatto dei Pnrr. Infine, le politiche di bilancio dovrebbero tenere conto della forza della ripresa e di considerazioni relative alla sostenibilità delle finanze pubbliche.
In quest’ambito la Commissione evidenzia anche come fondamentale includere misure e riforme volte a rafforzare la riscossione e l'applicazione delle imposte, ad ampliare la base imponibile e ad avviare trasferimenti della pressione fiscale favorevoli alla crescita, che tra l'altro riducano l'onere sul lavoro e sostengano gli obiettivi climatici e ambientali.
Man mano che l'economia e i singoli settori si avviano verso la fase di ripresa, gli Stati membri dovrebbero aumentare gli incentivi all'occupazione per i lavoratori, mentre misure di sostegno mirate dovrebbero aiutare le imprese redditizie ma ancora vulnerabili a riavviare l'attività e ad adeguare il loro modello aziendale. Le politiche dovrebbero passare dalla protezione delle relazioni esistenti tra lavoratori e imprese, all'aumento delle opportunità di lavoro per i disoccupati e le persone inattive e al sostegno alla transizione da regimi di disoccupazione o di lavoro a tempo parziale indotti dalla crisi verso altre opportunità occupazionali in settori rispondenti ai bisogni futuri, identificati come integrati e coerenti nelle transizioni verde e digitale.
di Luigi Di Marco
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