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La disuguaglianza digitale è una questione da risolvere al più presto, dato che tre miliardi di persone nel mondo rimangono offline. Nel 2021 l’Italia aumenta la copertura della rete Gigabit alle famiglie, posizionandosi in linea con l'obiettivo prefissato, mentre nel 2020 ha fatto progressi insufficienti per quanto riguarda la spesa in ricerca e sviluppo.

Notizie

Il Consiglio europeo ribadisce il suo impegno a favore dell'Agenda 2030

Settimana 20-26/3. Riunione del Consiglio europeo: competitività dell’Ue, cooperazione Ue-Onu. Vertice sociale trilaterale: centralità delle competenze. Commissione: diritto alla riparazione e contrasto al greenwashing.

Guarda la rassegna dal 20 al 26 marzo

 

Riunione del Consiglio europeo

Il 23 marzo si è riunito il Consiglio europeo. L’atto adottato con le conclusioni dell’incontro tratta nella parte iniziale la situazione dell’Ucraina. Ribadendo la posizione di condanna nei confronti della Russia e il supporto all’Ucraina a livello politico, economico, militare, finanziario e umanitario, il Consiglio europeo condanna anche il sostegno militare che l'Iran e la Bielorussia continuano a fornire alla guerra di aggressione della Russia, ed esorta tutti i Paesi a non fornire sostegno materiale o di altro tipo a tale guerra di aggressione.

I temi centrali trattati hanno riguardato economia, competitività, industria ed energia. Il Consiglio   intende garantire per l’Ue la propria competitività rafforzando resilienza e produttività, agevolando i finanziamenti, puntando a un'energia a prezzi accessibili, riducendo le proprie dipendenze strategiche, investendo nelle competenze del futuro e rendendo la sua base economica, industriale e tecnologica adatta alle transizioni verde e digitale, senza lasciare indietro nessuno.

Sulla base della comunicazione della Commissione dal titolo "Competitività a lungo termine dell'Ue: prospettive oltre il 2030", il Consiglio europeo chiede di portare avanti i lavori nei settori:

  1. normativo - semplificando il contesto normativo generale per renderlo favorevole alla crescita, riducendo oneri amministrativi e accelerando le procedure di autorizzazione;
  2. investimenti – approfondendo l'unione dei mercati dei capitali, rimuovendo gli ostacoli al finanziamento transfrontaliero, mobilitando capitali privati per investimenti e agevolando l'accesso agli stessi, con particolare attenzione alle Pmi;
  3. ricerca e innovazione – incentivare l'innovazione, aumentare gli investimenti al fine di raggiungere l'obiettivo di una spesa pubblica e privata pari al 3 % del Pil; agevolare l'immissione sul mercato di prodotti e servizi innovativi, anche ricorrendo a spazi di sperimentazione normativa;
  4. digitalizzazione – liberare il valore dei dati in Europa garantendone al contempo la riservatezza e la sicurezza; promuovere l'adozione di strumenti digitali in tutta l'economia e incrementare il sostegno alle imprese e alle amministrazioni affinché restino all'avanguardia nei settori dell'intelligenza artificiale, della computazione quantistica, della microelettronica, del 6G, del web 4.0 e della cibersicurezza;
  5. competenze – sviluppare competenze e associarle a posti di lavoro attrattivi e di qualità, aumentando la partecipazione delle donne e dei giovani, promuovendo l'istruzione e la formazione professionale al fine di rispondere alle sfide poste dalle carenze di manodopera e dalla trasformazione dei posti di lavoro, anche nel contesto delle sfide demografiche;
  6. circolarità – promuovere la transizione verso un'economia più circolare perseguendo in parallelo obiettivi di sostenibilità, riduzione dei costi di produzione per l'industria e delle dipendenze relative ai materiali primari, anche cogliendo le opportunità offerte dalla bioeconomia.

Il Consiglio europeo invita a portare avanti i lavori sulle nuove proposte normative europee appena presentate relative a industria a zero emissioni nette, materie prime critiche e revisione dell’assetto del mercato interno dell’energia elettrica, con l'obiettivo di garantirne l'adozione entro la fine del 2023. Prende atto del quadro temporaneo di crisi e della relativa transizione per gli aiuti di Stato.

Inoltre, approva espressamente le conclusioni del Consiglio Ue del 14 marzo 2023 sul riesame della governance economica, le priorità strategiche indicate nell'analisi annuale della crescita sostenibile invitando gli Stati membri a tenerne conto nei programmi nazionali di riforma e nei programmi di stabilità e convergenza, incluso il progetto di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro.

Negli stessi giorni si è tenuta la Conferenza dell’Onu sull’acqua. Nelle conclusioni adottate, il Consiglio europeo plaude alla conferenza delle Nazioni Unite sull'acqua del 2023 e al relativo programma d'azione per l'acqua. Riconosce la necessità di un'azione rafforzata dell'Ue e globale in materia di acqua e sottolinea l'importanza di un approccio strategico dell'Ue alla sicurezza idrica.

Il Consiglio ha svolto nella stessa data anche una sessione di lavoro con il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres. Il resoconto pubblicato sottolinea l'importanza della cooperazione Ue-Onu per affrontare le pressanti sfide globali del nostro tempo.

I leader degli Stati membri, hanno espresso il loro sostegno alle proposte del segretario generale sull'"agenda comune" e interesse al vertice sul futuro programmato per il 2024. Nel contesto, hanno sottolineato la necessità di modernizzare le Nazioni Unite e di introdurre riforme della governance globale.

Di fronte alla triplice crisi planetaria dei cambiamenti climatici, dell'inquinamento e della perdita di biodiversità, i leader e il segretario generale hanno rimarcato l'urgenza di rafforzare la risposta globale accelerando la decarbonizzazione e promuovendo soluzioni basate sulla natura.

Il Consiglio europeo ha ribadito il suo impegno a favore dell'Agenda 2030 e dei suoi obiettivi di sviluppo sostenibile.


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Vertice sociale trilaterale - competenze al centro

Il 22 marzo si è tenuto il vertice sociale trilaterale. Nei messaggi principali riportati nel comunicato stampa e dalle dichiarazioni dei convenuti – il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, la presidente della Commissione von der Leyen, il primo ministro della Svezia Ulf Kristersson (presidente di turno del Consiglio dell’Ue), la segretaria generale della Confederazione europea dei sindacati (Ces) Esther Lynch, il presidente di BusinessEurope Fredrik Persson -, emerge con centralità il tema delle competenze, chiave determinante per rafforzare competitività, occupazione di qualità, determinazione nel perseguimento della transizione alla neutralità climatica.

Estratti dalle dichiarazioni:

Charles Michel: una forza lavoro qualificata deve diventare il motore della competitività europea. L'Anno europeo delle competenze è un'opportunità per dare allo sviluppo delle competenze la rilevanza che merita.

Ursula von der Leyen: le competenze sono un pilastro essenziale del nostro piano. L'Anno europeo delle competenze porrà l'accento sullo sviluppo delle competenze e il coinvolgimento delle parti sociali è essenziale per il buon esito dell’iniziativa.

Ulf Kristersson: parti sociali responsabili e un dialogo sociale efficace possono contribuire in tal senso assorbendo gli shock nel mercato del lavoro e sostenendo la riqualificazione e il miglioramento del livello delle competenze, facilitando così la transizione su mercati del lavoro in evoluzione.

Esther Lynch: la produttività delle imprese europee è ostacolata innanzitutto dal fatto che gli investimenti pubblici sono molto indietro rispetto a quanto è necessario e che gli investimenti privati in percentuale del Pil rappresentano attualmente la metà dei livelli del 2000. D'altro canto, il 50-60% della forza lavoro non possiede le competenze richieste dalle nostre industrie e non ha nemmeno la possibilità di accedere a formazioni per acquisirle.

Frederic Persson: i leader europei devono urgentemente migliorare le condizioni di investimento nell'Unione europea per rafforzare la competitività delle imprese europee. L'Anno europeo delle competenze costituisce un'eccellente opportunità per affrontare la carenza di competenze e migliorare la risposta dei sistemi di formazione alle mutevoli esigenze del mercato del lavoro.


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Novità dalla Commissione europea: proposte di direttive su diritto alla riparazione e contrasto al greenwashing 

Nel quadro del nuovo piano per l’economia circolare e del pacchetto d’iniziative adottato lo scorso 30 marzo 2022, la Commissione ha presentato due proposte di direttive:

La proposta di direttiva sul diritto alla riparazione è finalizzata a garantire che un numero maggiore di prodotti sia riparato e che i consumatori dispongano di opzioni più facili e meno costose per riparare prodotti tecnicamente riparabili quando la garanzia legale è scaduta o quando il bene non è più funzionante a causa dell’usura. In tal modo i consumatori potranno risparmiare soldi e si ridurranno i rifiuti.

Le misure prevedono, oltre a obblighi di riparazione a carico dei produttori, le seguenti misure:

  • istituzione di una piattaforma online in ogni Stato membro per trovare rivenditori e riparatori di beni ricondizionati e per mettere in vendita prodotti usati recuperabili da imprese che si occupano di riparazione,
  • Istituzione di un formulario europeo d’informazioni sulle condizioni e sui prezzi di riparazione;
  • definizione di uno standard europeo di qualità minima delle riparazioni.

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La proposta di direttiva dichiarazioni verdi (Green Claims) riporta i seguenti dati giustificativi:

  • il 53% delle dichiarazioni verdi dei prodotti e servizi riporta informazioni vaghe, non fondate o ingannevoli;
  • il 40% delle dichiarazioni verdi non è supportato da nessuna evidenza;
  • la fiducia dei consumatori nelle dichiarazioni verdi è molto bassa.

Le misure che saranno introdotte con la proposta di direttiva faranno in modo di soddisfare sia l’esigenza dei consumatori di avere informazioni affidabili per fare scelte consapevoli, che dei produttori di competere in condizioni di parità e di aumentare la credibilità del proprio business.

Le misure proposte sono essenzialmente:

  • criteri comuni sul modo in cui le aziende devono comprovare le dichiarazioni ambientali;
  • requisiti chiari per affrontare le sfide della proliferazione e della credibilità delle etichette ambientali;
  • sistema solido di verifica indipendente e sostegno alle Pmi.

 

di Luigi Di Marco

 

 

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martedì 28 marzo 2023

Aderenti

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