Rubrica: Europa e Agenda 2030
Politiche di bilancio negli Stati membri e aiuti di Stato per il Green Deal
Settimana 6-12 marzo. La Commissione adotta orientamenti per le politiche di bilancio; crisi energetica: tutelare con misure mirate i vulnerabili. Aiuti di Stato per obiettivo zero emissioni. Diplomazia climatica.
Orientamenti di politica di bilancio 2024
L’8 marzo, la Commissione europea ha presentato gli orientamenti di politica di bilancio 2024. La finalità degli orientamenti è dare un indirizzo ai preparativi degli Stati membri in merito ai rispettivi programmi di stabilità e convergenza. Gli orientamenti saranno seguiti in primavera da raccomandazioni di bilancio specifiche per Paese (Rsp) per il 2024 e saranno aggiornati secondo le necessità nel quadro del pacchetto di primavera del semestre europeo.
La Commissione evidenzia come l'incertezza che circonda le prospettive economiche europee rimanga elevata. Nei dati che vengono riportati, la crescita del Pil reale nell'Ue dovrebbe attestarsi allo 0,8% nel 2023, insieme a un'inflazione del 6,4%. Nel 2024 la crescita del Pil dell'Ue dovrebbe raggiungere l'1,6%, mentre l'inflazione dovrebbe scendere al 2,8%. La concomitanza di una crescita economica lenta e di un'inflazione elevata nel breve periodo rendono necessario un deciso coordinamento delle politiche di bilancio dell'Ue e della zona euro, basato su orientamenti chiari.
Gli orientamenti della Commissione s’inseriscono in un quadro di transizione della governance macro-economica. Restano sospese per tutto il 2023 le regole del patto di stabilità e crescita. Nel frattempo la Commissione ha pubblicato i suoi orientamenti per una riforma del quadro di governance economica dando seguito a un processo avviato nel 2020, prima ancora dello scoppio della pandemia di Covid-19, che include una revisione delle stesse regole del patto di stabilità e crescita.
Come sintetizza la Commissione, gli orientamenti per la governance macro-economica futura perseguono lo scopo di migliorare la titolarità nazionale, semplificare il quadro e spostarne il fulcro maggiormente sul medio termine, in combinazione con un'applicazione più rigorosa e coerente. Lo spostamento del fulcro maggiormente sul medio termine vuol dire consentire agli Stati di poter effettuare gl’investimenti necessari alla transizione verde e digitale e a rafforzare la resilienza sociale offrendogli un margine di manovra più ampio nella definizione del loro percorso di aggiustamento di bilancio. A tal fine gli Stati membri dovranno adottare dei piani strutturali nazionali di bilancio a medio termine, che includeranno il quadro delle riforme e investimenti.
La Commissione evidenzia la sua intenzione di presentare le correlate proposte legislative a seguito del prossimo Consiglio Ecofin e del Consiglio europeo di marzo 2023.
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Come valutato dalla Commissione, fino all'entrata in funzione di nuove regole di bilancio e in considerazione della specifica situazione economica caratterizzata da un'elevata incertezza, non sarebbe opportuno tornare alla "matrice dei requisiti di aggiustamento" utilizzata nell'ambito del braccio preventivo del patto di stabilità e crescita tra il 2015 e il 2020. Nel contesto, la Commissione invita gli Stati membri a presentare programmi di stabilità e convergenza che includano i piani strutturali e di bilancio a medio termine come già indicato negli orientamenti per la nuova governance economica.
Una sezione degli orientamenti riguarda le misure di risposta alla crisi energetica del 2022 sostenute dai bilanci degli Stati membri. La Commissione riporta il dato che le misure che hanno attenuato l'impatto sociale ed economico dell'improvviso aumento dei prezzi dell'energia, in particolare del gas e dell'elettricità, sulle famiglie e sulle imprese, hanno comportato mediamente un costo netto pari all'1,2% del Pil annuo dell'Ue. In base alle informazioni disponibili, la Commissione riporta la stima che il costo netto delle misure energetiche dovrebbe scendere allo 0,9% del Pil dell'Ue nel 2023.
L’orientamento della Commissione agli Stati membri indica di eliminare gradualmente le misure di sostegno energetico, iniziando da quelle meno mirate: qualora fosse necessaria una proroga delle misure di sostegno a causa di nuove pressioni nel settore dell'energia, gli Stati membri dovrebbero far sì che le loro misure siano molto più mirate rispetto al passato, evitando di fornire un sostegno generalizzato e tutelando solo coloro che ne hanno bisogno, ossia le famiglie e le imprese vulnerabili.
La Commissione in particolare sottolinea che nel 2022 oltre il 70% degli importi destinati al sostegno energetico corrispondeva a misure che non erano sufficientemente dirette alle famiglie e alle imprese più vulnerabili, e che inoltre due terzi delle misure hanno distorto il segnale di prezzo e potrebbero aver ridotto gli incentivi a contenere il consumo di energia e ad aumentare l'efficienza energetica.
Nel contesto ribadisce che la soluzione duratura alla crisi energetica consiste nel ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili, attuando dunque con tempestività delle riforme e degli investimenti per aumentare l'efficienza energetica, diversificare l'approvvigionamento energetico e accelerare lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili, come delineato nel quadro del dispositivo per la ripresa e la resilienza, da rafforzate con le misure di RePowerEu.
Nuove norme sugli aiuti di Stato per il piano industriale del Green Deal
La Commissione europea ha adottato il 9 marzo anche un nuovo quadro temporaneo di crisi e transizione per promuovere misure di sostegno in settori fondamentali per la transizione verso un'economia a zero emissioni nette, in linea con il piano industriale del Green Deal, attraverso nuove norme per gli aiuti di Stato.
Con il nuovo quadro di riferimento per gli aiuti di Stato è stata approvata una modifica del regolamento generale di esenzione per categoria al fine di concedere agli Stati membri una maggiore flessibilità nella progettazione e nell'attuazione diretta di misure di aiuto, senza che occorra l'approvazione preliminare della Commissione.
Il nuovo quadro temporaneo di crisi e transizione concede la possibilità per gli Stati membri di sostenere ulteriormente le misure necessarie per la transizione verso un'industria a zero emissioni nette, riguardando in particolare i regimi destinati ad accelerare la diffusione delle energie rinnovabili, lo stoccaggio dell'energia, i regimi per la decarbonizzazione dei processi di produzione industriale, in un quadro temporale determinato entro il 31 dicembre 2025.
Le misure prevedono semplificazioni anche per la concessione di aiuti a progetti di piccole dimensioni e a tecnologie meno mature, come l'idrogeno rinnovabile. Gli Stati membri possono fornire aiuti fino a una determinata percentuale dei costi e degli importi nominali, a seconda dell'ubicazione dell'investimento e delle dimensioni del beneficiario. In particolare, le piccole e medie imprese (Pmi) e le imprese situate in regioni svantaggiate potranno beneficiare di un sostegno maggiore, tenendo conto degli obiettivi delle politiche di coesione.
Le altre misure previste dal quadro temporaneo di crisi (quali il sostegno alla liquidità sotto forma di garanzie statali e prestiti agevolati, aiuti destinati a compensare i prezzi elevati dell'energia, misure volte a sostenere la riduzione della domanda di energia elettrica), maggiormente collegate alla situazione immediata di crisi, restano applicabili fino al 31 dicembre 2023.
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Alcune novità dal Consiglio dell’Unione europea
Il Consiglio ha approvato il 9 marzo le conclusioni "Rafforzare la diplomazia climatica ed energetica dell'Ue in un decennio critico", in cui sottolinea la determinazione dell'Ue a dialogare e collaborare con i partner di tutto il mondo per attuare l'accordo di Parigi, limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, aiutare i Paesi più vulnerabili ad adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici e aumentare i finanziamenti collettivi per il clima.
L'obiettivo delle conclusioni è di orientare le attività diplomatiche congiunte dell'Ue nel 2023, nel percorso verso la Cop 28 della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici in programma negli Emirati arabi uniti verso fine anno.
La Presidenza del Consiglio dell’Ue e i negoziatori del Parlamento europeo hanno concluso il 7 marzo un accordo sull'Anno europeo delle competenze, per il periodo dal 9 maggio 2023 all'8 maggio 2024.
I temi evidenziati sono il perseguimento dell'obiettivo generale di promuovere una mentalità di riqualificazione e aggiornamento professionale, aumentare la competitività delle imprese europee, creare posti di lavoro di qualità e colmare la carenze di competenze.
di Luigi Di Marco