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Goalkeepers report: la pandemia ha stimolato l’innovazione, ora serve ripresa equa
Gli impatti del Covid-19 su povertà, disuguaglianza, istruzione e assistenza sanitaria nel rapporto annuale della Fondazione Bill e Melinda Gates. Necessari investimenti a lungo termine in salute e ricerca. 3/11/21
“La pandemia ha messo a dura prova il nostro ottimismo. Ma non l’ha distrutto”. Con queste parole Bill e Melinda Gates introducono l’edizione 2021 del Goalkeepers report “Innovation & inequity”, pubblicato nelle scorse settimane dalla Fondazione che porta il loro nome. Dopo anni di progressi, evidenzia il Rapporto, “la prima ondata di pandemia ha devastato famiglie, sistemi sanitari ed economie”. Il Covid-19 ha generato 31 milioni di nuovi poveri e gli impatti della pandemia dureranno ancora per molto tempo. Sebbene gli uomini abbiano il 70% di probabilità in più di morire a causa del virus, evidenzia il Rapporto, le donne continuano a essere colpite maggiormente dagli impatti economici e sociali del Covid-19.
Le varianti minacciano i progressi raggiunti negli ultimi mesi, continua il Rapporto, ma alcune economie iniziano a riprendersi, in maniera disomogenea anche all’interno degli stessi Paesi. Ad esempio, si prevede che il 90% delle economie avanzate riacquisti i livelli di reddito pro capite pre-pandemia, mentre solo un terzo delle economie a basso e medio reddito dovrebbe fare lo stesso. Gli sforzi per ridurre la povertà procedono a rilento e si prevede che quasi 700 milioni di persone, soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito, rimarranno al 2030 in condizioni di povertà. Nel campo dell’istruzione, prima della pandemia, nove bambini su dieci nei Paesi a basso reddito non erano in grado di leggere e comprendere un testo di base, rispetto a un bambino su dieci nei Paesi ad alto reddito. Crescenti disparità educative sono state riscontrate anche nei Paesi più ricchi. Negli Stati Uniti, ad esempio, la perdita di apprendimento tra gli studenti afro e latino-americani della elementary school è stata, in media, doppia rispetto a quella degli studenti americani bianchi e asiatici. La perdita di apprendimento tra gli alunni di terza elementare delle scuole nei Paesi più poveri è stata il triplo di quella dei loro coetanei nelle scuole dei Paesi ricchi. In ambito sanitario, i tassi di vaccinazione infantile sono scesi ai livelli del 2005.
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Resilienza. La pandemia, sottolinea il Rapporto, è stata l’occasione per accelerare lo sviluppo e stimolare l’innovazione, dimostrando che un cambiamento radicale nel modo con cui vengono affrontate le crisi è possibile. In tutto il mondo, Paesi, individui e organizzazioni hanno intensificato gli sforzi per innovare, adattare e costruire sistemi resilienti. In Africa, dove si registra il 90% dei casi di malaria, la pandemia avrebbe potuto annullare dieci anni di progressi, rischiando di provocare altri 200 mila morti. Queste proiezioni hanno spronato molti Paesi ad agire, garantendo che la distribuzione degli strumenti di prevenzione e dei farmaci antimalarici non si fermasse. Il Benin, dove la malaria è la principale causa di morte, ha creato un nuovo sistema di distribuzione digitalizzato per zanzariere trattate con insetticida, portando 7,6 milioni di reti nelle case di tutto il Paese in appena 20 giorni. La biologa chimica ungherese Katalin Karikó, ha contribuito con il suo lavoro allo sviluppo di due vaccini mRNA efficaci contro il Covid-19. Attualmente, ci sono vaccini mRNA in fase di sviluppo che potrebbero finalmente porre fine ad alcune delle malattie più mortali del mondo, dalla malaria al cancro.
Negli ultimi quattro anni, l’Africa centres for disease control and prevention, assieme ad altre organizzazioni, ha investito nella costruzione di una rete di sorveglianza genomica in Africa, in modo che i Paesi del continente possano sequenziare virus come l'Ebola e la febbre gialla, istituendo l'Africa Pathogen genomics iniziative. Grazie a questi investimenti in ricerca e sviluppo, la ricercatrice sudafricana Penny Moore è stata uno dei primi scienziati a scoprire che una variante del Coronavirus identificata in Sudafrica potesse eludere il sistema immunitario.
LE DISUGUAGLIANZE SUI VACCINI E I DIVARI DI GENERE RALLENTANO LA RIPRESA GLOBALE
Investire nei sistemi sanitari e nelle comunità. Attualmente, sottolinea il Rapporto, più dell'80% dei vaccini anti Covid-19 è stato somministrato in Paesi ad alto e medio reddito. Alcuni Paesi si sono assicurati da due a tre volte il numero di dosi necessarie per coprire le loro popolazioni, nel caso in cui siano necessari richiami per varianti sempre più infettive. Nel frattempo, meno dell'1% delle dosi è stato somministrato nei Paesi a basso reddito. L'infrastruttura necessaria per produrre rapidamente altri quindici miliardi di dosi di vaccino non può essere creata velocemente, ma l'India fornisce un esempio concreto di ciò che accade quando una simile infrastruttura viene pensata e costruita nel lungo termine. Il governo indiano ha aiutato Pune, una città vicino a Mumbai, a diventare un importante centro manifatturiero a livello mondiale, investendo in ricerca, sviluppo e infrastrutture locali, e ha lavorato in modo efficace con l'Organizzazione mondiale della sanità.
A livello locale, continua il Rapporto, per affrontare la crisi pandemica, è stato fondamentale il ruolo delle comunità. I gruppi di auto-aiuto delle donne sono comuni in tutta l'India e nel sud-est asiatico. Per anni, il governo indiano e alcuni partner hanno investito in questi piccoli collettivi di donne che raccolgono denaro e lavorano per migliorare la salute, l'istruzione e altri servizi nei loro villaggi. Quando il Covid-19 è arrivato a Bihar, in India, dove vivono più di 100 milioni di persone, un gruppo di auto-aiuto locale ha fornito agli ammalati pasti e assistenza sanitaria a domicilio. Il Senegal è una delle storie di successo della copertura vaccinale: prima della pandemia, i bambini venivano vaccinati contro difterite, tetano e pertosse con tassi simili a quelli dei bambini negli Stati Uniti e in altri Paesi ad alto reddito. Quando è arrivato il Covid-19, la paura dell'infezione e la disinformazione ha ridotto drasticamente la domanda di questi vaccini. Il distanziamento sociale e la chiusura delle scuole hanno costretto gli operatori sanitari ad adattare le loro strategie di sensibilizzazione. Il Senegal ha formato gli operatori sanitari su come immunizzarsi in sicurezza, lasciando che i funzionari locali adattassero le strategie di sensibilizzazione per soddisfare le esigenze locali. Il personale medico utilizza i registri delle vaccinazioni per identificare i bambini a cui mancano le vaccinazioni e invia promemoria digitali alle loro famiglie.
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Investire in donne e ragazze. L’innovazione sta cambiando anche il modo in cui i governi affrontano le crisi. Considerando il divario di genere, è evidente - sottolinea il Rapporto - che sia nei Paesi ad alto che a basso reddito, le donne siano state colpite più duramente rispetto agli uomini dalla recessione globale innescata dalla pandemia. Tuttavia i dati dimostrano che l'effetto negativo sulle donne è stato minore nei Paesi che avevano implementato politiche di genere prima della pandemia. Il Pakistan ha ampliato il suo programma Ehsaas emergency cash per portare denaro alle famiglie povere, con le donne che rappresentano i due terzi dei destinatari. Ehsaas ha fornito assistenza durante la pandemia a quasi 15 milioni di famiglie a basso reddito, il 42% della popolazione del Paese.
L'Argentina ha recentemente pubblicato il suo primo bilancio con una prospettiva di genere, indirizzando oltre il 15% della spesa pubblica verso programmi che mirano a combattere la disuguaglianza. Con la guida del nuovo direttore del dipartimento per la Parità di genere presso il ministero dell’Economia, il Paese ha adottato politiche a sostegno di donne e famiglie, come la creazione di 300 nuovi asili nido pubblici nei quartieri più poveri.
Storie di innovatori e di impegno sociale. Nel maggio 2020, quando tutto il mondo cercava dispositivi di protezione, kit per i test e ventilatori, il magnate delle telecomunicazioni dello Zimbawe, Strive Masiyiwa, ha intrapreso una delle più grandi sfide della sua carriera: ottenere forniture mediche per 1,3 miliardi di persone in Africa. In appena 28 giorni dopo la sua nomina a capo di una speciale task force, Strive ha sviluppato e lanciato l'African medical supplies platform, una piattaforma online di facile utilizzo per i 55 governi africani, dove poter accedere alle forniture mediche relative al Covid-19, semplificando la logistica e consolidando il potere d'acquisto per i kit di test e trattamenti. Strive e il suo team hanno anche creato una pipeline di vendita per i ventilatori ad alta tecnologia da fabbricare in Sud Africa, riducendo di dieci volte i costi. In seguito, quando le consegne del vaccino Covax nel continente sono state ritardate, Strive non solo ha lavorato per garantire contratti in modo indipendente attraverso l'African vaccine acquisition task team, ma ha anche contribuito a garantire che la produzione del vaccino avvenisse in Africa. Nell’ultimo anno, Strive ha dedicato il suo tempo nel cercare di ridurre le disuguaglianze vaccinali tra le nazioni più ricche e quelle africane.
Nel Rapporto si racconta poi la storia di Efe Osaren, che lavora come doula all’ospedale di New York. Il suo compito è assistere le donne durante tutto il percorso perinatale, dalla gravidanza al post parto. Quando tutto si è bloccato a causa della pandemia, Osaren ha cercato una soluzione per essere vicina alle pazienti anche a distanza. Ha così iniziato a organizzare lezioni di parto virtuale, con l’ausilio di treppiedi e altoparlanti bluetooth, per supportare le mamme durante il travaglio.
Quando il Covid-19 ha colpito l’Asia Meridionale, l’ingegnere Kuldeep Aryal viveva a Dhaka, in Bangladesh. Come tutte le altre nazioni del pianeta, anche qui la difficoltà era legata ai dispositivi di protezione e alla possibilità di creare sistemi di tracciamento. Aryal ha iniziato a mettere a disposizione le sue competenze e i suoi contatti, fornendo codici open source per implementare sistemi di tracking e chiedendo alle università di aiutarlo nella realizzazione di maschere facciali stampate in 3D. Mentre le università erano a pieno regime per produrre scudi facciali, Aryal e i suoi colleghi hanno creato un disinfettante per le mani utilizzando sostanze chimiche di facile reperimento. Oggi l’uomo produce occhiali di protezione, stazioni per il lavaggio delle mani e concentratori di ossigeno, macchine sofisticate che stanno salvando molte vite negli ospedali.
Quello a cui abbiamo assistito nell’ultimo anno, conclude il Rapporto, ci ha insegnato che per affrontare una crisi è necessario recuperare il ritardo. Gli investimenti a lungo termine sono complessi e impopolari, ma chi li ha realizzati ha visto ritorni di proporzioni storiche. Molte delle innovazioni dell'ultimo anno hanno un elemento in comune: sono cresciute da semi piantati anni, o addirittura decenni, prima.
di Tommaso Tautonico