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Le disuguaglianze sui vaccini e i divari di genere rallentano la ripresa globale
L'aumento delle disparità tra i Paesi minaccia la crescita prevista del 5,4% nel 2021, rileva il rapporto di metà anno delle Nazioni unite. A pagare il prezzo maggiore della crisi economica e sociale sono le donne. 19/05/21
Il rapporto di metà anno dell’Onu “World economic situation and prospects of a mid-2021” (Wesp), pubblicato l’11 maggio dal Dipartimento per gli affari economici e sociali (Un Desa), ha messo in fila gli effetti del Covid-19 sulle prospettive economiche a livello globale. Il dossier spiega che la ripresa economica è minacciata dall’aumento dei casi di Covid-19 e dal ritardo nelle vaccinazioni, in particolare nei Paesi in via di sviluppo.
La crescita mondiale. L’aumento delle disuguaglianze tra Paesi e regioni, infatti, getta un’ombra sulla crescita mondiale prevista del 5,4% per il 2021 (dopo la contrazione del 3,6% del 2020). A oggi, soltanto Cina e Stati Uniti sono sulla buona strada per una robusta ripresa, grazie ai vaccini e alle misure di sostegno fiscale e monetario. L'Europa, che sta ancora lottando per contenere la seconda ondata della pandemia, dovrebbe crescere solo del 4,1% nel 2021. Le prospettive di ripresa in diversi Paesi dell’Asia meridionale, dell’Africa sub-sahariana, dell’America latina e dei Caraibi sono, invece, fragili e incerte: per questi come per molti altri Paesi, la situazione economica dovrebbe tornare ai livelli pre-pandemici soltanto nel 2022 o nel 2023.
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I vaccini - Oltre all’impoverimento economico, i Paesi in via di sviluppo fronteggiano la mancanza di un accesso tempestivo alla somministrazione vaccinale, dato che – rileva il Rapporto – pochi Paesi sviluppati si sono procurati la maggior parte delle scorte disponibili. Il dossier riporta, infatti, che al 24 aprile 2021 sono state somministrate 1,01 miliardi di dosi di vaccino in tutto il mondo, di cui quasi la metà è stata distribuita tra Stati Uniti, Regno Unito e Cina, mentre in Africa il tasso di vaccinazione è stato pari a uno su 100.
L'Europa nel 2021 dovrebbe crescere del 4,1% a fronte della media mondiale stimata al 5,4%
Le donne pagano il prezzo piu alto - Il dossier porta l’attenzione sulla condizione delle donne, peggiorata in tutto il mondo dall’inizio della pandemia. Per la prima volta in più di un decennio, infatti, con il calo dei redditi pro capite, la povertà globale è aumentata in modo significativo e si stima che su 114,4 milioni persone scese al di sotto della soglia di povertà nel 2020, 57,8 milioni siano donne e ragazze. In totale, circa 408 milioni di donne al mondo vivranno con meno di 1,90 dollari al giorno nel 2021, raggiungendo la quota di 50,3% tra chi vive in estrema povertà. Dall’inizio della pandemia, le donne, pur rappresentando il 70% degli operatori sanitari coinvolti nella lotta al Covid-19, hanno registrato un calo dell'occupazione del 5,0% nel 2020 contro il 3,9% degli uomini, con 4,3 punti percentuali attribuiti all'inattività e 0,7 punti percentuali alla disoccupazione.
Oltre 400 milioni di donne vivono con meno di 1,90 dollari al giorno
Il calo maggiore di occupazione femminile, spiega il dossier, riflette anche il maggiore impatto della crisi sulle madri, per l’aumento degli oneri di assistenza all'infanzia durante il blocco delle scuole e l’aumento del lavoro casalingo e di cura tra le mura di casa. Anche l’imprenditoria femminile ha subito un duro colpo durante la pandemia: in America Latina, per esempio, un decennio di progressi nel tasso di occupazione femminile è andato perso soltanto quest’anno.
Una ripresa inclusiva - Alla luce delle disuguaglianze che la pandemia ha esacerbato, sarebbe di fondamentale importanza che i Paesi sviluppati condividessero le loro scorte di vaccini con i Paesi in via di sviluppo, conclude il dossier, e che i governi di tutto il mondo mettessero in campo politiche basate sull’uguaglianza di genere per accelerare la ripresa globale.
di Viola Brancatella